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 ‘Dallas Buyers Club’. La conversione di un cow-boy machista

‘Dallas Buyers Club’. La conversione di un cow-boy machista

A tutto schermo - Talento, impegno e passione gli ingredienti di ‘Dallas Buyers Club’, ultimo film di Jean-Marc Vallée. Alla XIII Edizione del Rome Independent Film Festival: 'The Stalker' di Giorgio Amato

Colla Elisabetta Venerdi, 28/02/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2014

Già durante il Festival Internazionale del Film di Roma, dove è stato presentato in concorso, critica e pubblico concordavano nel ritenere che il film “Dallas Buyers Club”, del regista canadese Jean-Marc Vallée, avrebbe vinto almeno un premio, e forse proprio il Marc’Aurelio. La pellicola infatti, oggi candidata a sei premi Oscar, cattura l’attenzione non solo per la sua regia autoriale (sembra di rivivere i bei momenti registici dei maestri anni Sessanta e Settanta) ma anche per la forza drammatica ed umanamente coinvolgente di una grande storia (vera), ottimamente sceneggiata, quella di Ron Woodroof, elettricista texano machista e dedito all’alcol, ai rodei ed agli incontri sessuali casuali e non protetti, al quale viene diagnosticato l'AIDS nel 1986 contestualmente alla notizia di avere all’incirca un mese di vita. Inizia così il doloroso processo di conversione di questo incallito cow-boy omofobo, il quale, ben lungi dal rassegnarsi, inizia ad informarsi sulla malattia, a cercare cure sperimentali in Messico (illegali in USA) ed a lottare per ottenere e diffondere medicine alternative a prezzi equi; ma, cosa ancor più importante Ron impara a combattere contro i pregiudizi e l’ignoranza che circondavano l’AIDS nella metà degli anni Ottanta e reagisce contro coloro che, come lui stesso avrebbe fatto un tempo, lo allontanano perché malato e presunto omosessuale, dando vita ad una battaglia per i diritti dei malati che lo porta a sfidare il sistema sanitario USA. Il compimento della sua metamorfosi avverrà grazie al difficile e poetico incontro con il transessuale tossicodipendente e sieropositivo Rayon, che diventerà suo amico ed abile socio in affari: sarà lui ad insegnargli il rispetto della/delle diversità, dei generi e di se stesso, fino al ribaltamento di fatto delle sue idee preconcette ed alla denuncia di omissioni ed abusi operati da medici ed aziende farmaceutiche. Il premio attribuito a Matthew McConaughey, come miglior attore protagonista di “Dallas Buyers Club” per la magistrale interpretazione (ora in odore di Oscar) nel ruolo di Ron Woodroof, ha riscosso consensi unanimi al Festival di Roma: l’artista infatti, reso quasi irriconoscibile dalla perdita di ben 25 chili - quanto necessario per impersonare il ruolo di un malato terminale di AIDS - è capace di infondere al personaggio un indelebile carattere ribelle ed anarchico, amante degli eccessi, simbolo di un certo tipo di machismo dell’America ‘country’, ma capace di trasformarsi di fronte all’impatto con la malattia fino al punto di riscattare, pur senza sentimentalismi, la sua intera esistenza. Altrettanto intenso, nel ruolo del transgender, il musicista ed attore Jared Leto, che ha affermato: “Ho provato un grande amore per questo personaggio: Rayon era un uomo che voleva vivere da donna, era una persona che si identificava totalmente con un genere diverso dal suo. Io non volevo interpretare uno stereotipo o un cliché, cosa già fatta in troppi film perciò ho incontrato persone transgender, che hanno condiviso con me la loro vita e mi hanno dato lezioni preziose. Anche grazie a loro ho intrapreso un viaggio per scoprire il mio lato femminile e creare una vita interiore per questo personaggio: si attraversa una storia sperando che tocchi una corda in se stessi che venga in aiuto nel comunicare l’interiorità del nostro personaggio”.



All’insegna del cinema ‘indie’ la XIII Edizione del Rome Independent Film Festival



Come di consueto il Festival RIFF, da tredici anni parte attiva della scena culturale romana, torna con una settimana ricca di offerte cinematografiche fra film, cortometraggi e documentari “indipendenti”, e numerose anteprime europee e mondiali. Fra i principali temi affrontati dalle opere selezionate, molti quelli dedicati, a vario titolo, al mondo femminile: nella sezione lungometraggi italiani, ad esempio, dove saranno presentate diverse opere prime, da segnalare The Stalker di Giorgio Amato, sul fenomeno dello stalking: “Nel mio percorso di studi sono rimasto molto colpito dalla tematica dello stalking - racconta il regista - ed alcune esperienze personali mi hanno portato a fare delle riflessioni, potendo conoscere cosa può scatenarsi nella testa di un uomo. Così è nata l’idea di questo film, storia di una coppia ‘al capolinea’ nella quale l’amore finisce. Lei si rifà una vita, lui no e non smette di torturarla psicologicamente, seguendola, minacciandola. Un tema purtroppo di attualità”. Argomento delicato ed inconsueto quello del film di apertura del Rome Independent Film Festival, dal titolo ‘Return To Zero’ di Sean Hanish, con Minnie Driver come attrice protagonista. Il film tratta il tema, troppo spesso dimenticato, dei bambini nati morti, e dei traumi e delle conseguenze che tale evento può arrecare nella coppia in attesa. Fra gli altri titoli, sul tema ‘giustizia’ interessante il documentario ‘Enzo Tortora’ di Ambrogio Crespi e Francesco Barozzi e, su salute e lavoro, ‘Happy Goodyear’ di Elena Ganelli e Laura Pesino; per la tutela dell’ambiente ‘Iriria - niñatierra’ di Carmelo Camilli. Due documentari biografici, infine, ‘Un intellettuale in borgata’ su Pier Paolo Pasolini e ‘Temporary road’ di Giuseppe Pollicelli e Mario Tani su Franco Battiato. Il RIFF, diretto da Fabrizio Ferrari e realizzato con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Creatività e promozione Artistica di Roma Capitale, il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - DGC e il contributo dell’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, si svolge dal 16 al 23 marzo al Nuovo Cinema L’Aquila e ospiterà le principali proiezioni del festival su www.romefilmmarket.com, la nuova piattaforma dedicata alle pellicole indie provenienti da tutto il mondo, promossa dal RIFF, che vanta una ricca library fra corti, lungometraggi e documentari indipendenti. E.C.



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