Ada Pasta, pittrice del mare di cui sa captare luci e colori. Immersa nelle profondità delle acque, sa scandagliare gli abissi di questa eterna massa in movimento, simbolo della vita stessa. Come fossero abissi dell'animo uman.
Martedi, 31/01/2023 - Conosco Ada Pasta da vari anni, è la mia insegnante di Arte: non c’è tecnica che non cono-sca, non c’è problema che non sappia risolvere. Lei rappresenta l’Arte, è lei stessa Arte.
Tempo fa ha allestito una bellissima mostra personale avente come tema il mare.
Ada, questa intervista prende l’avvio dai titoli dei tuoi stessi quadri. Cosa vuole suggerire il colore nero che è il colore del tuo supporto pittorico?
Ho fatto questa scelta per tre motivi: il primo perché il fondo del mare è buio; il secondo è che di-pingo sul nero perché il nero esalta i colori, che adoro, sono una fautrice del colore; il terzo è che questa tonalità mi dà la possibilità di divertirmi. Lo sfondo nero mi fa gioco. È inusuale, non tutti dipingono su base nera, anzi piuttosto su una tavola bianca.
Che differenza c’è tra dipingere su una base nera e una base bianca? Io ho già una base di colore che è il nero, non devo dipingere una tela di nero.
Il bianco non è una base di colore? No, perché non rappresenta il fondo del mare e comunque partirei dal nero che fa risaltare i colori e enfatizza tutte le forme. Se in una stanza buia si pone una candela e un corpo nudo, per esempio, quel copro verrà illuminato dalla luce solo da un lato. Amo le cose che nascono dal buio perché rappresentano l’esaltazione della forma.
Se è vero che lo sfondo dei tuoi quadri è scuro, è pur vero che talvolta sullo sfondo sembra es-serci una salvezza di luce. Per esempio, nel quadro intitolato Passaggio c’è proprio un buco di luce al centro. Cosa rappresenta questa luce? Parli anche di Magia di luce.
Il colore esiste in quanto c’è la luce, la luce che illumina il colore e che nasce dal buio (Colori del buio).
Colori nascosti è il titolo di un tuo quadro: ma sono poi così nascosti? I miei colori non sono nascosti perché mi rappresentano tantissimo: sottolineano la mia energia, la mia allegria, il mio modo di essere. I colori nascosti possono essere i sentimenti più profondi, forse, più intimi che sono segreti ma che sono anch’essi colorati!
Come arrivi alla profusione di colori dei tuoi dipinti? Attraverso dapprima Percorsi diversi? Fino ad arrivare poi a All’improvviso il colore? Ecco il mio percorso: ho la tela (supporto nero) davanti, con la matita faccio un primo schizzo di ciò che desidero realizzare, andandomi con la documentazione su piante, incrostazioni, rocce, pesci, fondali, ecc. Ho un archivio enorme che saccheggio per trovare quel determinato pesce, quella pianta specifica, che è già colorata di per sé quindi parto dalla realtà che poi enfatizzo e il colore esce da solo all’improvviso.
Nel quadro intitolato Colori nascosti – che mi ha sempre stupito - la pianta sembra assurda, ma non ho inventato nulla, dalla realtà poi enfatizzo, ho disegnato anche la spirale che la caratterizza, ma poi la riproduco come la vedo io, la interpreto a modo mio. Molto geometricamente e genericamente - senza sapere ciò che sarà - indico che qui ci sarà un pesce, là un corallo e lì ancora un’incrostazione. Vado nell’archivio (diviso in sezioni: tutti gli anemoni di mare, tutti gli squali, tutte le balene, ecc., addirittura ho una sezione con una serie di immagini di riflessi di luce sott’acqua) e scelgo il materiale per quel progetto iniziale, quella costruzione in base all’ispirazione del momento. Devo trovare il pesce giusto, la pianta giusta per quella composizione, quell’idea. Se trovo, però, una pianta che stuzzica particolarmente la mia fantasia (perché assurda o strana), non vado subito alla ricerca dell’incrostazione, del pesce, del corallo, ma la inserisco nella bozza a prescindere: creo uno svolgimento a partire da quella pianta. I colori sono definiti nascosti perché dalla superficie del mare non si vedono nella profondità e non è detto che ciò che non si vede non esiste. È importante conoscere ciò che esiste nei fondali per capire che ricchezza e fantasia (che supera la realtà) sono presenti.
I colori sono silenziosi (Il silenzio dei colori)? Sott’acqua c’è silenzio, questo quadro è colorato ma c’è una corrente che porta verso destra, le al-ghe vanno orizzontali tanto la corrente è forte e c’è un pesce totalmente abbracciato dalle alghe, che va controcorrente.. Il rumore del vento e delle foglie che sbattono l’una con l’altra si avverte, ma il rumore della corrente non si nota.
Tutto il tuo mondo è riflesso: Riflessi d’acqua, Riflessi di luce…Anche di un’altra realtà: fan-tastica (Tra realtà e fantasia)? Oppure addirittura trascendentale? Un Risveglio spirituale? Il quadro Risveglio è il primissimo fatto con la tecnica attuale: un giorno, mentre riordinavo delle cartelline dell’Accademia delle Belle Arti, ho trovato un cartoncino nero e ho cominciato a dise-gnare con i pennarelli: è uscito questo quadro, ma ancora non c’è la tecnica che uso ora. Perché Risveglio? Il pesce sbadiglia perché ha appena aperto gli occhi oppure la mia arte si è svegliata in quanto ho ripreso l’uso del pennarello che, da piccola, adoravo. Ho continuato a nutrire questa passione nel tempo La prima cosa che si pensa è che usare i pennarelli è da bambini, però il mio amore è così grande che ho voluto sperimentare con i pennarelli altre tecniche e usare altri materiali come, la varechina, l’alcool. Inoltre uso tanti generi di pennarelli, non solo l’uniposca, ma anche pennarelli acrilici, ad acqua, ad alcool, a gesso liquido, smaltati. Questo quadro rappresenta il mio risveglio perché avevo abbandonato il pennarello e l’ho ripreso in mano. Il pesce che si sta svegliando sono io. Ma la parola risveglio può alludere al risveglio della mia coscienza e del mio animo. Ho sempre dipinto per me, ma ora, con questa mostra personale, ho avuto il coraggio di regalare, mettere a disposizione la mia arte. Sono grata a Dio, in cui credo, che mi ha dato questa grande possibilità. I mie primi quadri rappresentano solo fondali, man mano che sono andata avanti a perfezionare il disegno, c’è stata un’evoluzione, un cambiamento; si comincia a vedere sempre di più il pelo dell’acqua e sempre meno i fondali. Avevo bisogno di scavare in profondità e di emergere con slancio, con forza: tutto ciò è rappresentato dallo schizzo fuori dall’acqua.
In che cosa vai contro corrente? La mia vita è in tutto controcorrente, sono stata sempre una ribelle, una fuori dagli schemi: per me è un valore aggiunto. Combatto per la mia singolarità e odio le persone omologate. Devo essere riconoscibile come persona, come pensiero, non devo copiare né scimmiottare nessuno. Io copio - per esempio, il mare - ma poi lo faccio mio e lo rielaboro. La mia unicità mi ha anche portato, però, dei problemi.
È chiaro che il tuo è un mondo di acqua: il mare simboleggia l’aspetto dinamico della vita. Tutto esce dal mare e tutto vi ritorna: cosa scopri Vagando nelle profondità del mare? La tua anima? Sì, ho cominciato a disegnare la profondità del mare perché ho necessità di scavare dentro di me per
trovare me stessa, la mia anima colorata, piena di vita, varia. È tutto un fermento, una vibrazione laggiù e occorre tirarlo fuori. Fausta Genziana Le Piane
Ada Pasta nasce a Roma dove vive e svolge la sua attività.
Dopo aver frequentato il liceo artistico ha iniziato a studiare all’Accademia di Belle Arti di Roma seguendo le lezioni del professor Greco nella facoltà di scultura. Non trovando sfogo alla sua crea-tività in questo percorso troppo limitante per la sua fantasia, si è rivolta allo studio della scenogra-fia, nella stessa Accademia di belle Arti, sotto l’insegnamento del professor Cosentino fino al raggiungimento del diploma nell’86.
Ha insegnato Storia dell’Arte, disegno e disegno tecnico. Ha frequentato diversi corsi di arte tra i quali quello di restauro libri e stampe antiche. Ha partecipato a laboratori di pittura acrilica con l’artista Anna Maria Di Gaetano e di disegno a pastello con il pittore spagnolo Ruben Belloso Adorna.
Attualmente usa molteplici tecniche, ma predilige i pennarelli che ha sempre amato fin dall’infanzia. All’inizio quando come forma di espressione ha deciso di usarli per realizzare i suoi quadri, subito il suo pensiero si è indirizzato a voler trasformare forme reali in astratte, fatte di linee e geometrie. In un secondo tempo ha cominciato ad usare il pennarello in maniera diversa, più matura, con una tecnica tutta sua derivata dall’impulso di rappresentare soggetti esistenti tra-sportati in un mondo fantastico.
La sua scelta si è ora rivolta al mondo marino con i suoi abissi e gli incredibili esseri che lo popolano.
L’artista usa tecniche miste: pennarelli acrilici coprenti adatti a superfici scure, acquarellabili, ad alcool e a gesso loquido. Per fonderli tra di loro, a seconda dei casi, usa acqua, alcool e a volte anche candeggina. Il risultato che ne deriva è un effetto pittura. Ultimamente poi, nei vari tentativi di ricerca, ha aggiunto ai suoi lavori anche spray acrilici.
Le sfumature e i toni di colore, risultano sempre diversi e i contrasti timbrici creano spazi pieni di magia. Le forme appaiono in una luce viva e i suoi oceani si arricchiscono sempre più di una fauna e una flora affascinante creando un’armonia che appaga lo sguardo. I paesaggi marini forniscono alla pittrice le forme più libere e appropriate alla sua fantasia alla quale abbandonandosi si lascia trasportare nella sua pittura, rendendosi conto del risultato soltanto nel momento in cui si interrompe.
L’artista è animata da una costante ricerca ed evoluzione delle tecniche usate in modo così coerente che rivelano una profonda personalità creativa. I suoi quadri risultano pieni di serenità, gioia e fantasia. G.D.S.
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