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‘D’ come…

‘D’ come…

Elezioni 2008 - "Una ‘D’ di ‘donna’, ma che può anche ricordare alle ‘Designate’ quello che ci si attende da loro"

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2008

L'irruzione nell'ospedale di Napoli, la grave emorragia della giovane cinese procurata da un aborto clandestino, la brutta storia di Genova con il suicidio di un medico indagato per aborti effettuati al di fuori della legge 194 e poi le clienti del ginecologo indagate a loro volta. Mentre migliaia di donne hanno dato vita in tutta Italia ad una miriade di iniziative per il centenario dell’8 marzo un coro stonato e ipocrita cantilenava di non voler cambiare la 194, ma solo di volerne l’applicazione. Vietato parlare anche di contraccezione, secondo ‘i coristi’, e la proposta della pillola gratis per prevenire gli aborti contenuta nel rapporto della Commissine salute donne del ministero della Salute, con a capo ancora la ministra Livia Turco, ha sollevato un polverone di polemiche. L’apice dell’insensatezza lo raggiungono le dichiarazioni di alcune parlamentari moderate e di centrodestra che frenano su questa indicazione e chiedono di rinviare la discussione alla prossima legislatura, accompagnate da alcuni medici cattolici che ritengono non debba essere incentivato un uso ‘superficiale’ della pillola anticoncezionale. In questo clima si va alle elezioni con un numero ancora ridotto non di candidate, ma di donne ammesse in Parlamento dalle segreterie o dalle consorterie. Le 125.000 firme raccole con la Campagna 50e50 promossa dall’Udi non hanno avuto l’effetto che meritavano e le parlamentari che siederanno alla Camera o al Senato saranno più debitrici ai maggiorenti dei partiti che non alle battaglie democratiche di altre donne, che avevano l’obiettivo di rendere la nostra una democrazia compiuta. Niente da fare. Anche per questo giro ci dovremo accontentare solo di un passo avanti. Piccolo, piccolo. Bene hanno fatto le donne dell’Udi a scriversi addosso una lettera scarlatta, non quella che marchia l’adultera del romanzo di Nathaniel Hawthorne, ma una ‘D’ che ricorda il genere a cui è negata la rappresentanza e i ‘Diritti negati’. Una ‘D’ di ‘donna’, ma che può anche ricordare alle ‘Designate’ quello che ci si attende da loro: che si sentano prima di tutto amiche delle donne, che tutelino le leggi che interessano le donne e ne propongano altre che mettano l’Italia e le italiane almeno in linea con le altre democrazie europee.

(8 aprile 2008)

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