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Ad un passo dal baratro

Ad un passo dal baratro

Etiopia - Luisa Morgantini, parlamentare europea, denuncia le violazioni dei diritti umani e il pericolo di una guerra civile

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006

Violenze, aggressioni, umiliazioni e pressioni subite dagli oppositori politici, dai giornalisti e dai sostenitori dei diritti umani a causa delle loro opinioni e di attività non violente sono state denunciate dai rappresentanti dell'opposizione etiope in occasione di un incontro con una delegazione del Parlamento Europeo. Le violazioni riguardano migliaia di persone e ad oggi sono oltre 129 i membri dei partiti di opposizione e attivisti per i diritti umani sotto processo imputati di tradimento e genocidio, un'accusa che Amnesty International sostiene debba essere cancellata in quanto non corrispondente alle definizioni internazionali di Genocidio.
"La situazione dei diritti umani in Etiopia si deteriora di giorno in giorno. La Commissione Europea e il Consiglio devono prendere atto del rischio di una guerra civile nel paese. E' necessario che la Comunità Internazionale e le Istituzioni Europee facciano pressioni, da un lato sul Governo etiope affinché si arrestino le persecuzioni e si garantisca il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, e dall'altro, su tutte le forze politiche del paese, per evitare il dilagare della violenza". E' stato il commento di Luisa Morgantini, parlamentare europea e Presidente della Commissione Sviluppo, che ha anche richiesto "il rilascio immediato e incondizionato di tutti i leader dell'opposizione, degli attivisti per i diritti umani e dei giornalisti" sottolineando che l'Europa deve usare tutta la sua influenza per porre fine a questa situazione di ingiustizia ". La Morgantini ha citato, ad esempio di persone arbitrariamente recluse Brehane Mogese, un facoltoso avvocato detenuto in seguito al suo incontro con il Commissario Europeo Louis Michel e Mesfin Woldemariam, 75 anni, fondatore ed ex Presidente dell'Ethiopian Human Rights Council, arrestato nel novembre 2005 per la sua attività di oppositore politico e per la sua partecipazione a manifestazioni pacifiche di protesta per i brogli elettorali.
" Se le attuali violenze e violazioni dei diritti umani continueranno e se il processo di pace subirà un'ulteriore battuta d'arresto, non potremo evitare la paura che l'Etiopia ricada ancora una volta in una guerra civile dalle immaginabili e disastrose conseguenze per la popolazione civile e per l'intera regione". Ha concluso la Morgantini annunciando per il 15 maggio a Strasburgo un'audizione pubblica con il titolo 'Un anno dopo le elezioni in Etiopia'.
(10 marzo 2005)


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