Emilia Romagna - Risposte concrete, piani e norme per migliorare...
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
Tariffe acqua: una risposta concreta per le famiglie con disagio sociale
La Regione Emilia-Romagna introduce, prima in Italia, la tariffa sociale per il Servizio Idrico Integrato.
“Risulta così completato, con una serie di strumenti di tutela delle fasce meno abbienti il sistema di tariffazione della Regione Emilia-Romagna, in vigore dal dicembre 2007, che già positivamente coniuga la tutela delle risorse idriche e la qualità del servizio – dichiarano le consigliere Laura Salsi e Gabriella Ercolini - La tariffa sociale viene applicata, tenendo comunque presenti questi principi: la non gratuità dell’acqua; l’accessibilità universale a questo bene, diritto inalienabile delle persone indipendentemente dalla loro condizione economica; la lotta agli sprechi”.
In questa prima fase di applicazione, essa si concentra sul sostegno ai nuclei familiari molto deboli, e gli oneri sono ripartiti tra tutti i soggetti che usufruiscono del servizio, realizzando quindi, all’interno della tariffazione, un concreto approccio solidaristico.
Lo strumento adottato per l’individuazione dei soggetti in condizione socio-economica disagiata è l’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente, anche detto “redditometro”) che ha l’innegabile pregio di essere già impiegato per valutare le agevolazioni, in particolare in materia di servizi sociali.
Si prevede un’unica soglia Isee uguale per tutta la Regione (pari a 2.500 euro), in corrispondenza delle situazioni di massimo disagio economico-sociale, e un ‘intervallo’ entro il quale ciascuna Agenzia d’Ambito Territoriale Ottimale potrà fissare, in accordo con i Comuni, il valore territorialmente più adatto per una seconda fascia, corrispondente a situazioni di disagio non estremo (tra i 5.000 ed i 10.000 euro). Il contributo ai beneficiari potrà avvenire o attraverso i Comuni o attraverso uno sconto diretto sulla bolletta dell’acqua.
Sulla base delle prime simulazioni sono prevedibili in media contributi/sconti intorno a 45 euro/annuali per la fascia Isee più bassa, su un totale complessivo regionale di soggetti beneficiari pari a circa 148.000.
“Si tratta - affermano le consigliere Salsi e Ercolini – di una prima parziale, ma significativa, azione di sostegno in favore dei redditi delle famiglie e delle persone svantaggiate, già duramente colpiti dal fenomeno dell’aumento dei prezzi e del carovita”.
Questa tariffa sociale costituisce inoltre la realizzazione di un impegno assunto dalla Regione Emilia-Romagna con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil nel 2004, e si inserisce in un confronto più generale avviato dalla Regione con le organizzazioni sindacali in rapporto al Bilancio preventivo regionale (fondo regionale per la non autosufficienza delle persone , fondo sociale per sostegno all’affitto, ecc.).
“Riteniamo quindi che questo provvedimento possa se pur ancora parzialmente considerarsi un nuovo strumento a difesa delle situazioni più disagiate della nostra realtà regionale”, concludono le consigliere Pd dell’Emilia Romagna.
Rendimento energetico degli edifici, nuove norme in arrivo dal 1 luglio
È stato approvato i 4 marzo scorso dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna l’"Atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazione energetica degli edifici", in cui, oltre a essere fissati criteri e procedure per il settore, è prevista la realizzazione di un sistema informativo regionale di monitoraggio e l’adozione di specifiche misure di sostegno e promozione. “A essere coinvolte non saranno solo le abitazioni – afferma la consigliera del Pd Laura Salsi - ma anche gli edifici utilizzati in campo industriale, artigianale, agricolo e nel terziario. Si tratta del primo atto di attuazione del Piano Energetico Regionale che darà un grande contributo al risparmio energetico e darà avvio ad un forte processo di innovazione nel settore abitativo. La Regione ha ora un quadro normativo completo unico in Italia”. Gli obblighi di rendimento energetico previsti dalle direttive comunitarie entreranno in vigore, secondo quanto stabilito dal provvedimento regionale, a partire dal 1° luglio prossimo. Contestualmente, vengono fornite nuove indicazioni per la progettazione degli edifici e per la disciplina dei consumi energetici nel periodo estivo, oltre a essere introdotto l’utilizzo obbligatorio di fonti energetiche rinnovabili: per tutti gli edifici nuovi o quelli oggetto di ristrutturazione integrale e/o nuova installazione di impianti termici, viene stabilito infatti che almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria sia coperto da fonti rinnovabili, dalle quali dovrà anche derivare almeno 1 kW di energia elettrica per unità abitativa. Nel caso di impossibilità tecniche in fase realizzativa, il provvedimento della Regione prevede alternative quali l’utilizzo di una rete di teleriscaldamento, l’adozione di impianti di micro-cogenerazione, il collegamento a impianti di fonti rinnovabili comunali, grazie anche all’incremento delle piattaforme fotovoltaiche sul territorio previsto per i prossimi anni. “Oggi c’è un grande interesse da parte dei cittadini verso l’abitare e il risparmio energetico degli edifici, per un sempre maggiore confort abitativo – conclude la consigliera del Pd Salsi - Più consapevolezza, più attenzione ai temi ambientali strettamente legati alla qualità della vita. Conoscenza, nuove tecnologie, nuove qualità di costruire, una nuova responsabilità del sistema energia/ambiente, per costruire una sostenibilità sociale, economica, ambientale sono traguardi possibili”.
Formazione post diploma: approvato il piano triennale
La Regione ha approvato il Piano triennale 2008-2010 dell’offerta di formazione alta, specialistica e superiore in Emilia-Romagna, che riorganizza la formazione post diploma non universitaria sul territorio regionale. Il Piano istituisce i poli tecnici, costituiti da istituti scolastici, organismi di formazione professionale accreditati, imprese e università che si mettono in rete per qualificare e innovare l’offerta formativa. Piacenza avrà il polo tecnico su logistica e trasporti, Parma quello sull'agroalimentare, Reggio Emilia sarà dedicata alla meccatronica, Modena a meccanica e materiali, Bologna sarà il polo sull'automazione meccanica, Ferrara sull'edilizia, Ravenna sarà specializzata in energia e ambiente, Forlì-Cesena in tecnologia dell'informazione e innovazione organizzativa, Rimini in turismo e benessere.
"In questi mesi abbiamo coinvolto tutte le parti sociali e le realtà territoriali per costruire una proposta organica di alta formazione - spiega l'assessore regionale alla Scuola, Lavoro, Formazione professionale e Università Paola Manzini - è un sistema regionale che raccoglie e valorizza le vocazioni dei diversi territori dell'Emilia-Romagna e che coinvolge scuole, enti di formazione, imprese e università per dare ai giovani ma anche a chi è già nel mercato del lavoro, nuovi strumenti di formazione specialistica, capaci magari di farli progredire nella loro carriera".
La programmazione regionale prevede tre tipologie di corsi: quelli proposti dagli Istituti Tecnici Superiori, a cui si accede con il diploma di scuola superiore, di durata biennale (1800-2000 ore) e che daranno un diploma tecnico superiore; ci sono poi i corsi di formazione tecnica superiore (da 800-1000 ore), accessibili anche a chi è in possesso della sola ammissione al quinto anno della scuola superiore e a chi non ha il diploma ma competenze certificate, che daranno un certificato di specializzazione tecnica superiore; infine il Piano prevede i corsi di formazione superiore e alta formazione per chi ha assolto l’obbligo formativo e che daranno il certificato di qualifica.
Le risorse a disposizione sono pari a 30 milioni di euro, provenienti dal Fondo Sociale Europeo, a cui si sommano un milione e 300 mila euro di fondi statali per l’Istituzione degli Istituti Tecnici Superiori.
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