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‘Corona’: girato da un regista iraniano il primo film sul Coronavirus

‘Corona’: girato da un regista iraniano il primo film sul Coronavirus

Realizzata tra gennaio e febbraio, la pellicola affronta il tema della paura e dei pregiudizi, contagiosi quanto il virus stesso

Mercoledi, 29/04/2020 - Sorta di thriller psicologico, arriva ‘Corona’ (trailer), a firma del giovane regista iraniano Mostafa Keshvari, che vive e lavora in Canada, a Vancouver, già autore nel 2018 del pluripremiato ‘Unmasked’. Il film affronta lo spinoso tema del pregiudizio rispetto a tutti coloro che sono potenzialmente portatori di diversità (o di contagio), come nel caso di una ragazza cinese, Traei Tsai che, sospettata di essere affetta da Coronavirus, rimane chiusa in un ascensore insieme ad altre sette persone: un addetto alle riparazioni, unico personaggio che sembra in grado di dominare la paura, una millennial, un naziskin sulla sedia a rotelle, il proprietario del palazzo, una donna incinta e un inquilino pieno di debiti. Fra questi personaggi iniziano a serpeggiare insicurezza ed emozioni ambivalenti.
Le reazioni, i sospetti e l’escalation della paura che si alimentano nei confronti della ragazza cinese sono frutto di reali episodi cui il regista ha assistito nelle prime settimane in cui il Covid-19 stava cominciando a espandersi e a mostrare le sue conseguenze ma non si immaginava ancora quanto sarebbe avvenuto dopo: "Il film – ha sottolineato Keshvari in un’intervista con il New York Times - parla di paura, è uno studio sulla società, sulle persone e le scelte morali: proprio su un ascensore, oltre due mesi fa, ho letto la notizia degli attacchi che stavano subendo, per la paranoia legata al virus, i turisti cinesi.” I temi relativi alle scelte etiche, ai dubbi esistenziali ed alle responsabilità individuali e collettive sono, d’altra parte, cari al cinema iraniano, specialmente in questa ultima decade, ma non solo. Ancora, intervistato sul film da Hollywood Reporter, il regista ha affermato che “il Covid-19 è stato denominato virus cinese ma, poiché colpisce tutti indiscriminatamente, non esiste un problema razziale: ora la razza umana deve unirsi per sconfiggerlo. Il virus non discrimina, perché dovremmo farlo noi?".
Il film, girato in dieci giorni tra gennaio e febbraio, agli inizi della pandemia, con una troupe di 25 persone che ha ricostruito in studio un ascensore, è un’opera indipendente e low-budget, di poco più di un’ora (63’) nella quale il regista ha chiesto agli attori di recitare con realismo, di improvvisare e di immedesimarsi in una situazione in cui davvero si temesse che il virus fosse presente in ascensore.


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