Giovedi, 09/11/2023 - La Laocoon Gallery di Londra, che accosta il lavoro della Galleria del Laocoonte, diretta da Monica Cardarelli, a Roma, sul Novecento figurativo italiano, con la tradizionale conoscenza antiquaria della galleria W. Apolloni (diretta da Marco Fabio Apolloni, sempre a Roma, presenta a Milano nel proprio stand, il n. 29 della fiera Amart al Museo della Permanente, dall’8 al 12 novembre, la mostra dedicata ad “Achille Funi: ‘900 Classico e Rinascimentale”.
Comprende dipinti ad olio, come la monumentale “Venere Latina”, già esposta alla Biennale di Venezia del 1930, cartoni per affreschi come quelli per la chiesa milanese di S.Giorgio a Palazzo del 1931, oppure quello per “La battaglia di Legnano” affrescata nel 1950 nella sala consiliare di Palazzo Frizzoni a Bergamo, disegni, e la smisurata tavola, raffigurante “Il Parnaso” che Achille Funi tenne nella stessa aula di Brera dove insegnò tecnica dell’affresco fino alla sua morte.
Terminata Amart, la mostra sarà trasferita, a partire da martedì 14 novembre, per tutto il restante mese, nella prestigiosa galleria Mirco Cattai in Via Manzoni 12, dove il pubblico milanese, collezionisti ed amatori d’arte, potranno ammirare e studiare questa scelta ed eccezionale antologia dell’opera di Achille Funi che a Milano passò gran parte della sua vita, lasciando memoria di sé alla città non solo nei molti affreschi in edifici sacri e laici, ma pure nell’influenza esercitata, come detto, dal suo lungo insegnamento a Brera, da cui furono colpiti molti futuri maestri dell’arte
contemporanea della seconda metà del ’900.
Questa mostra privata e commerciale, ad un tempo, offerta dunque al collezionismo pubblico e privato, è quasi in sincrono con la grande mostra istituzionale che Ferrara, al Palazzo dei Diamanti, dedica ad “Achille Funi. Un maestro del Novecento tra storia e mito”, dal 28 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024. Realizzata dalla Curatrice dell’Archivio Funi, Nicoletta Colombo, da Serena Redaelli e Chiara Vorrasi, la grande antologica
ferrarese non è solo un doveroso omaggio della città natale all’artista che nel ’900 ha così efficacemente contribuito a ravvivare con la sua arte il mito della sua originalissima eppur fedelissima anima rinascimentale 'post litteram', ma va a rappresentare il culmine di una specie di “Funi Renaissance” che da qualche anno a questa parte ha, in qualche modo, rinverdito la fama di Funi ed il gusto per la sua arte, per così dire, neo-classica e neo-rinascimentale.
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