Conti Viola Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2006
Cittadini che vorrebbero accedere al credito al consumo per esigenze di vita pratica, come l’acquisto di strumenti di lavoro, ma che non hanno sufficienti garanzie patrimoniali sono tagliati fuori dal mercato. Giovani che vogliono vivere in coppia o da soli a cui sono negati sia gli affitti che l’apertura di mutui per l’acquisto della prima casa. Cittadini iscritti nelle banche dati che sono segnati a vita. Oggi i lavoratori non assunti a tempo indeterminato sono una realtà sempre più consolidata che non ha accesso al credito bancario, né a quello al consumo. La recente riforma di mercato del lavoro che per Governo e Confindustria avrebbe introdotto nuove tutele e garanzie, non ha però sciolto la diffidenza delle banche. E’ ormai evidente a tutti l’atteggiamento contraddittorio di industriali e banchieri che, da un lato, esaltano le nuove flessibilità e disponibilità introdotte per questi lavoratori e, dall’altro, per gli stessi motivi, li escludono dal mercato del credito. Una scelta così conservativa dà risultati dubbi, sia per la redditività delle stesse banche, sia per gli effetti degenerativi che può determinare sul valore sociale dell’accesso al credito. Ne è la dimostrazione evidente che, se esiste una domanda di credito potenzialmente meritevole, ma non soddisfatta dagli intermediari legali, è possibile che tale richiesta venga accolta da prestatori informali, o peggio ancora illegali. In questa situazione di stallo, la Federconsumatori, intende promuovere il dialogo tra le parti del mercato del credito con l’obiettivo di smuovere le acque e giungere ad iniziative volte alla costituzione, attraverso il coinvolgimento di istituzioni pubbliche e private, di un fondo di garanzia creato ad hoc presso i gruppi creditizi, che potrebbe essere gestito da sezioni autonome e specializzate. Tra le altre proposte della nostra associazione, vi è anche quella di individuare le fasce potenziali di clientela bisognose di credito, nonché quella di disegnare o ridisegnare prodotti finanziari più idonei a questo target di clientela. E’ necessario, infine, affrontare il tema delle banche dati e del loro utilizzo da parte degli istituti di credito che ne fanno spesso un “uso-abuso” . Oggi dunque si impone una riflessione da parte di tutti gli attori del credito, in modo da poter ovviare ai problemi scaturiti dall’iscrizione nelle banche dati.
* Federconsumatori
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