Reggio Emilia - L'amministrazione emiliana firma una convenzione con il Movimento per la vita che prevede la presenza di volontari nei consultori
Stefania Friggeri Lunedi, 11/07/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2011
Che sia il Piemonte di Cota, o la Lombardia di Formigoni, o il Lazio di Tarzia a snaturare la 194 permettendo l’ingresso del Movimento della Vita nei consultori, manda in bestia ma non stupisce; ma che a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, l’amministrazione comunale di centrosinistra firmi col Movimento una convenzione analoga, solo un po’ meno sfacciata, non solo manda in bestia, ma fa inorridire. Anche perché l’intenzione di ricondurre la donna al ruolo di minore incapace viene mascherata in modo ipocrita: accanto al Movimento per la Vita (l’associazione socio-culturale, non sanitaria, nata per contrastare l’interruzione di gravidanza) viene messa come foglia di fico l’associazione laica della Croce Rossa. Ma il cosiddetto Protocollo “per lo sviluppo di un progetto sperimentale a sostegno della maternità” non cade dal cielo, bensì applica la Direttiva Regionale 1690/2008 le cui linee guida (usando il politichese: “sinergia fra il pubblico e il privato” in nome della “sussidiarietà”) già prevedevano nei consultori la presenza dei volontari del Movimento per la vita. E infatti Correggio ha messo in opera un progetto che, elaborato negli anni successivi, è stato prima presentato nel programma elettorale e poi approvato dalla giunta comunale (Partito Democratico e Italia dei Valori), di cui fanno parte quattro uomini e tre donne: l’amministrazione comunale ha stanziato per un anno la somma di 10.000 euro da distribuire alle donne che, spinte all’aborto da motivi economici, vi rinunciano; esse riceveranno, dal quarto mese di gravidanza fino a 15-18 mesi, la somma di 150 euro al mese; contemporaneamente il “privato sociale” fornirà pannolini, vestitini, latte, pappe ecc. E questo secondo uno spirito di carità cristiana verso le donne che rispettano i precetti cattolici: ma lo Stato moderno, liberale e laico, non proclama l’universalità dei diritti? Rassicura il sindaco Marzio Iotti “tutte le informazioni verranno date in modo laico e senza manipolazioni”. Commenta il consigliere provinciale Marcello Stecco, cattolico del PD: “(la delibera) riporta ad una corretta interpretazione della legge 194 che sarebbe bene estendere agli altri comuni”. Perfetto! come un virus che si prepara a contagiare, piano piano, tutto il paese.
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