Lunedi, 23/12/2013 - La Spagna di Rajoy ha approvato nei giorni scorsi una riforma sull'aborto che considera questo non più un diritto, ma un reato depenalizzato a seconda delle circostanze. La legge dovrà ora essere approvata dal Parlamento dove Rajoy ha la maggioranza assoluta come in Senato. La proposta di legge è stata promossa dal ministro della giustizia Alberto Ruiz-Gallardo, 55 anni, esponente del Partito Popolare nel governo conservatore del primo ministro Mariano Rajoy.
Le associazioni spagnole per i diritti delle donne reagiscono al disegno di legge sull'aborto, rivendicano la facoltà di decidere sui propri diritti. Su twitter è stato lanciato l'hashtag #MiBomboEsMio, la mia pancia è mia che è anche lo slogan delle associazioni, le femministe sono infatti già sul piede di guerra. Migliaia di persone hanno cominciato a manifestare venerdì scorso, quando il governo aveva annunciato che avrebbe approvato la nuova legge. Le proteste sono continuate fino alla sera, dopo che il contenuto della nuova legge è stato reso pubblico.
La riforma restringe i casi consentiti dalla legge per interrompere la gravidanza, permettendo l'aborto solo nel caso in cui la gravidanza sia conseguenza di uno stupro o esista un danno importante e duraturo per la salute psichico-fisica della madre, o la sua vita sia messa a rischio dalla gestazione. Nel primo caso, l'aborto sarà consentito entro la dodicesima settimana di gravidanza, ma solo nel caso di denuncia, nel secondo caso, entro la ventiduesima. In pratica, se la legge dovesse venire approvata dal parlamento, in Spagna non sarà più legale abortire tranne che in alcuni casi particolari. L'aborto sarà concesso fino alla 14esima settimana in caso di stupro e fino alla 22esima in caso di gravi rischi per la salute fisica o psichica della donna. Si reintroduce, inoltre, la necessità per le 16enni e 17enni di richiedere il permesso dei genitori per abortire. La nuova legge ricalca la legge sull'aborto approvata nel 1985 e in vigore fino al 2010, quando era stata modificata dal governo socialista di Zapatero.
La Spagna sarebbe il primo Paese dell'Unione a 28 a fare marcia indietro dopo aver legalizzato l'aborto, scrive Bloomberg che cita i dati dell'ONU, secondo i quali solo Malta, Irlanda, Polonia, Finlandia, Gran Bretagna e Lussemburgo ancora non ammettono l'aborto, salvo in casi specifici. La bozza di legge è, secondo gli analisti, un passo indietro di trent'anni per il Paese che il governo Zapatero aveva reso all'avanguardia su questo stesso tema, appena tre anni fa.
I giornali spagnoli stanno dando un grande risalto alla notizia El Pais ha titolato il suo editoriale "Ritorno al passato" e il partito socialista (PSOE) all'opposizione ha promesso di bloccare la legge in parlamento. Il vicesegretario del partito, Elena Valenciano, ha dichiarato che la nuova legge trasformerebbe la Spagna in un'eccezione europea
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