Aborto in Polonia. Le istituzioni europee e il governo italiano sostengano le donne polacche
Se non ora quando? e D.i.Re – Donne in rete contro la violenza inviano un appello al Parlamento e alla Commissione europea, alla Commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa e al Governo italiano
Sabato, 31/10/2020 - Se non ora quando? e D.i.Re – Donne in rete contro la violenza hanno preso l’iniziativa di scrivere un appello al Parlamento e alla Commissione europea, alla Commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa e al Governo italiano, per chiedere riconoscimento e sostegno alle richieste delle donne polacche che da una settimana sono in piazza per protestare contro la sentenza che ha dichiarato incostituzionale l’interruzione di gravidanza anche in caso di gravi malformazioni del feto.
Nell’appellole 94 organizzazioni firmatarie chiedono tra l’altro che“le organizzazioni delle donne polacche siano audite dal Parlamento europeo” e “sia adottata una Risoluzione affinché i finanziamenti europei siano negati agli Stati membri che violano i diritti umani e dunque alla Polonia”.
“Siamo felici del grande supporto ricevuto dall’appello”, dichiaraAntonella Veltri, presidente di D.i.Re, “perché negare alle donne la libertà di scelta e il diritto a decidere sul proprio corpo è una violazione dei loro diritti umani e una forma di violenza istituzionale intollerabile in Europa. Siamo vicino alle nostre sorelle polacche e le sosterremo sempre nella loro lotta”.
“La forza delle donne polacche e la loro mobilitazione devono essere un monito per le donne di tutto il mondo per continuare tutte insieme la difesa dei diritti ancora oggi negati in molti Paesi”, afferma a nome di SNOQ Laura Onofri, coordinatrice di SNOQ Torino.
“L’attacco ai diritti di libertà delle donne in Polonia è un attacco a tutte le donne e alla democrazia in Europa. Non si può stare in silenzio, la nostra mobilitazione non è solo solidarietà, è riaffermare i diritti per le donne polacche e per tutte e tutti i cittadini europei”, dichiara Susanna Camusso, responsabile Politiche di genere della CGIL.
All’appello– indirizzato al presidente del Parlamento europeo David Maria Sassoli,a Ursula Von derLeyen, presidente della Commissione europea, Helena Dalli, Commissaria europea per l’Uguaglianza, alla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa DunjaMijatović,al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e ai Ministri degli Esteri Luigi Di Maio, Affari Europei Vincenzo Amendola e Pari opportunità Elena Bonetti – hanno aderito organizzazioni e reti della società civile, associazioni di donne e femministe a cominciare dalla Casa internazionale delle donne, le organizzazioni sindacali CGIL e UIL, Magistratura Democratica, la rete ProChoice e numerose organizzazioni che si occupa di salute e diritti riproduttivi in Italia, l’associazionismo LGBTQI+, oltre a EveEnsler, iniziatrice del movimento OneBillionRising.
Al Presidente del Parlamento europeo
Alla Presidente della Commissione Europea
Alla Commissaria europea per l’Uguaglianza
Alla Commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa
Al Presidente del Consiglio dei Ministri italiano
Al Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale del Governo italiano
Al Ministro per gli Affari europei del Governo italiano
Alla Ministra per le Pari opportunità del Governo italiano
30/10/2020
Le donne polacche hanno bisogno del nostro aiuto!
L’aiuto di tutte le Istituzioni europee perché la situazione in Polonia sta precipitando.
Il 22 ottobre 2020 il Tribunale costituzionale polacco ha emesso una sentenza che ha dichiarato che l'aborto è contrario alla costituzione anche nei casi di gravi malformazioni del feto. Il provvedimento arriva nel clima diffuso di crescente ostilità verso le rivendicazioni di pari dignità sociale delle donne, accompagnato da una significativa riduzione delle più elementari garanzie dello stato di diritto. Tutto questo accade durante la seconda ondata dell’emergenza Covid-19, in un momento che rende ancora più difficile esprimere dissenso, a causa dell’impossibilità di spostarsi e incontrarsi delle cittadine e dei cittadini.
Nonostante ciò, le donne e gli uomini sono scesi pacificamente in piazza per protestare contro la violazione dei loro diritti, contro il divieto di aborto anche in caso di grave malformazione dei feti. Il governo polacco ha inviato la polizia per reprimere le proteste durante la marcia verso la casa del leader della maggioranza sovranista, il vice premier Jaroslaw Kaczynski, mentre il giorno successivo un altro corteo è stato sciolto con cariche e lacrimogeni. Incidenti si sono registrati in tutte le città del Paese.
Dal 2004 la Polonia è uno Stato membro dell’Unione europea e, come tale, vincolata dagli articoli 2 e 7 del Trattato sull’Unione europea al “rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze”, valori che “sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”.
Il diritto a interrompere volontariamente la gravidanza è riconosciuto nella quasi totalità degli Stati membri dell’Unione europea secondo condizioni molto meno restrittive di quelle oramai previste in Polonia; in Italia, in particolare, una legge sull’interruzione volontaria della gravidanza esiste da 42 anni e, sebbene appaia ancora necessaria la piena garanzia della sua effettività, essa rappresenta un ormai irrinunciabile presidio di libertà e pari dignità sociale per le donne nel nostro Paese.
La condotta della Polonia in relazione al diritto all’interruzione volontaria della gravidanza e, più in generale, in relazione alla tenuta stessa della democrazia e dello stato di diritto, appare sempre più preoccupante e suscettibile di minare alla radice lo standard di protezione dei diritti umani fondamentali richiesto dalla comune appartenenza all’Unione europea.
Raccogliamo quindi l’appello urgente delle donne e degli uomini polacchi che chiedono aiuto all’Unione europea e facciamo nostre queste richieste ai vertici europei:
• essere audite dal Parlamento europeo durante una sessione d'aula;
• essere audite dalla Presidente della Commissione europea Ursula van der Leyen, con la finalità di giungere a una risoluzione dell'UE che condanni quanto sta avvenendo in Polonia;
• sostegno internazionale nelle azioni di protesta;
• disponibilità degli Stati membri ad accogliere nelle proprie strutture ospedaliere, facendosi anche carico di tutte le spese, le donne polacche a cui viene vietato di abortire;
• sostegno economico alle associazioni per i diritti delle donne, per permettere loro di proseguire l'assistenza, anche legale;
• risoluzione affinché i finanziamenti europei siano negati agli Stati membri che violano i diritti umani e dunque alla Polonia.
Chiediamo inoltre al Governo italiano di esprimere una netta condanna nei confronti delle dichiarazioni e delle misure adottate dal primo ministro polacco e di impegnarsi nell’ambito dei rapporti diplomatici bilaterali e all’interno delle istituzioni europee per garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali della UE in Polonia
Se non ora quando? - Coordinamento nazionale comitati
D.i.Re – Donne in rete contro la violenza
Casa internazionale delle donne
Rete dei Telefoni Rosa
Dalla stessa parte
One Billion Rising
Eve Ensler
CGIL – Politiche di genere
Rebel Network
ASSIST - Associazione nazionale atlete
Differenza donna
Michela Marzano
ProChoice RICA – Rete italiana contraccezione e aborto
Effe - Rivista femminista
Magistratura Democratica
Noi rete donne
BeFree Cooperativa
GiULiA Giornaliste
ARCI Nazionale
GenPol - Gender and Policy Insights
Politiche di genere e Coordinamento pari opportunità UIL
Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica
Soroptimist International d’Italia
Ladynomics
Donn'è - Ass. Promozione sociale
WOMEN – Women of the Mediterranean and Eastern Europe Network
Time for Equality
Scosse – Soluzioni comunicative studi servizi editoriali
Museo donne Merano
AIDOS – Associazione italiana donne per lo sviluppo
UDI – Unione donne in Italia
IF – Iniziativa femminista
Alessio Miceli, Alberto Leiss, Mario Simoncini, Domenico Matarozzo , Stefano Ciccone – Maschile Plurale
Le sconfinate
AOI – Associazione ONG italiane
Rete per la parità APS
Commissione Provinciale Pari Opportunità - Bolzano / Beirat für Chancengleichheit Bozen
Estia
Fondazione Emma Carelli
Road to 50%
CPO UsiGRAI
Vita di donna
Certi diritti
DonneInQuota
Le rose di Gertrude
Donne e c.
Comitato Dà voce al rispetto
Redazione Gaynews.it
NoiDonne
DonneXDiritti
Comitato Arcigay Agorà – Pesaro e Urbino
Le Nove
ALEF – Associazione Leadership e Empowerment Femminile
ASSOLEI
Donne in rete per la rivoluzione gentile
Falena Blu
Rose Rosse APS
Intersexioni
Vox-Diritti
Conferenza Nazionale delle Donne Democratiche
#datecivoce
Ass. Diritti d’autore
EWMD - Delegazione di Roma APS
Donne per la difesa della società civile
Le nove
Agedo Marche
Polis aperta
Luminaria Palermo
Femminile Maschile Plurale APS
Giuristi Democratici Torino
Femministerie
CCM Comitato Collaborazione Medica
LAIGA - Libera Associazione Italiana Ginecologi per Applicazione legge 194
CGIL – Nuovi diritti
PWN Professional Women Network – Rome
Il giusto mezzo
EDGE – Excellence & Diversity by GLBT Executives
Diversity Lab
AMICA – Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto
Associazione Punto a Capo di Chivasso
Centro Elena Cornaro per i saperi, le culture e le politiche di genere dell'Università di Padova
International Feminists For A Gift Economy
Consulta di bioetica Onlus
Famiglie Arcobaleno
Gruppo Marija Gimbutas
Mirtille & Fragoline APS
CNDI – Consiglio Nazionale Donne Italiane
Donne in Rete
ARCI MIXed APS
Teatro dei Cinquequattrini
Arcigay
GIUdiT - Associazione Giuriste d’Italia
AllOut
Toponomastica femminile
Silvia Cutrera - Coordinatrice FISH Gruppo donne – Federazione italiana superamento handicap
Elisabetta Camussi – Università Milano Bicocca
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