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Abiti che nascono dai profumi e dai tramonti

Abiti che nascono dai profumi e dai tramonti

Valore Lavoro - Ha girato il mondo e poi è tornata in Calabria per aprire il suo atelier. È la stilista Elena Vera Stella e ha una bella storia da raccontare

Maria Fabbricatore Domenica, 10/03/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2013

“Ho finito di studiare molto presto, a ventidue anni già lavoravo in un ambito che non è assolutamente un mondo facile e poiché il mio sogno era quello di avere una linea che portasse il mio nome, dopo aver collaborato con grandi case di moda mi sono impegnata al massimo per poter raggiungere il mio obiettivo. Ho dovuto faticare e non poco perchè sono una donna, non sono mai scesa a compromessi e non ho né sponsor e né soci finanziatori”. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia a Firenze Elena Vera Stella si è specializzata in diverse scuole di moda ed è arrivata a New York. Ha collaborato con maisons di fama internazionale: da Chiara Boni a Gattinoni a Guess. È tornata in Calabria dove ha fondato il suo Atelier. Tra le sue esperienze internazionali ricorda, ad esempio, che a Los Angeles nella cerimonia della Croce Rossa “miss Canada di quell’anno scelse di indossare un mio abito che aveva notato in una sfilata, io stessa ero incredula visto che per quella serata avrebbe dovuto indossare un vestito di Valentino, tant’è che io stessa le dissi ‘ma sei sicura?’”. Elena Vera Stella è dunque una stilista di assoluto livello con diverse esperienze in missioni commerciali nei mercati esteri a Mosca, a Vancouver e in Canada dove partecipa alle varie settimane della moda, ma precisa: “ovviamente prima di poter partecipare ho dovuto superare delle selezioni e solo dopo sono stata inserita nei vari calendari”. Dopo tutte queste esperienze anche internazionali di altissimo livello decide di ritornare in Italia. “Ho scelto di tornare in Calabria nel momento in cui mi era stata fatta una proposta di lavoro a Parigi per uno degli uffici di stilisti più importanti. Però ho scelto di ritornarmene in parte per dei vissuti personali, ma anche perché quando stai lontano da un posto ti rendi conto quanto di buono ci può essere. Questa terra a diciotto anni mi stava stretta e volevo fuggire, volevo viaggiare, spaziare anche da un punto di vista culturale e la mia città, Lamezia Terme, non me lo offriva. Sono andata via pensando di non ritornare mai più. E invece…”. Elena Vera Stella gira in tutto il mondo vivendo nei Paesi Bassi, in Grecia “però ad un certo punto quella che era la mia terra, le mie radici, la mia stessa cultura mi mancava, soffrivo anche perché non vedevo il mare, soffrivo per il fatto di non sentire quei sapori che a casa mia davo per scontati. I profumi e i tramonti mi mancavano, insomma quelle immagini frequenti che non avevo più e sentivo che ciò influiva sulla mia creatività, che è alla base del mio lavoro”. Un ritorno che ha un impatto da un punto di vista pratico…“Sono partita da zero, non sono figlia d’arte. I miei genitori mi hanno aiutato solo con un supporto morale. Mio padre mi ha dato la garanzia per un mutuo che ho pagato da sola, e che ancora pago, e mi ha reso responsabile dicendomi che da allora in poi sarei stata padrona del mio futuro”. Elena Vera Stella nel suo laboratorio si avvale delle tradizioni sartoriali locali e una sartoria interna realizza sotto la sua guida capi artigianali: ogni abito è unico nel suo genere e viene realizzato completamente a mano. Spesso si avvale, valorizzandole, di antiche e rare manualità: il ricamo, l’uncinetto o la maglia. Una autentica particolarità del suo atelier è l’impiego, talvolta, di un antico telaio - al tempo utilizzato per confezionare i corredi - con cui fa realizzare alcuni accessori pregiati. Questo antico strumento ha un valore in sé, ma rappresenta anche un valore aggiunto enorme per la tutela dell’antico artigianato calabrese, un insieme di tradizioni uniche al mondo. “Le nostre realizzazioni sono veramente artigianali, con tessuti italiani e con una selezione molto accurata”. Oggi per le nostre leggi alle case di moda, anche alle più importanti, basta il trenta per cento di un abito per avere il marchio Made in Italy, che vuol dire bottoni, cerniera e qualche altro accessorio. “Per me la cosa più importante è che ogni collezione nasce da un’ispirazione, che per me è la Calabria e il suo quotidiano, è quello che vivo e che respiro. Quindi sfatiamo i luoghi comuni. Perché è vero che ci sono due o tre cose negative che purtroppo ci rappresentano. Ma per il resto è un mondo affascinante”. 

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