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Abbiamo bisogno di favole

Abbiamo bisogno di favole

Un aperitivo colmo di profumi e di buoni sapori insieme allo scrittore Angelo Conte e gli ospiti dell'associazione culturale SensualMente presso il caffè letterario Mameli 27 a Roma sabato 29 novembre

Lunedi, 01/12/2014 - L'associazione culturale Sensualmente ha presentato a Roma lo scrittore ischitano autore fuori dalle righe .

Lo scrittore Angelo Conte è un uomo che ama rischiare .

Lo ha ampiamente dimostrato scegliendo di scrivere di buoni sentimenti , di tradizioni e di antichi valori . Rischio che si ripete nella scelta di privilegiare come location un isola che certo non è fashion come Capri , e nel privilegiare la descrizione di come si viveva una volta .

Si, perché i suoi romanzi sono favole dove non esistono cattivi , dove non si ammazza e dove prevale esclusivamente l’amore ; dove il sesso è percepito , passionale ma non esposto .

I suoi personaggi si ispirano a persone che hanno fatto e fanno parte della sua vita , soprattutto dei suoi ricordi . Ne “Il Principe di Cavascura “ primo romanzo della sua trilogia ischitana, Angelo Conte racconta l’amore tra due persone profondamente diverse per estrazione sociale e per logistica : Rocco ischitano puro , contadino e Alessandra, milanese , borghese , manager .

Leggendo questo romanzo si percepisce immediatamente che la storia d’amore è solo un mezzo per parlare e raccontare dell’amata isola :Ischia.

La storia di due persone che si incontrano per caso , si guardano e si innamorano poteva diventare banale , ma quando esse diventano il tramite per fare un viaggio tra Barano , i Maronti , Sant’Angelo , attraverso gli occhi e l’anima di chi la vive e l’ha vissuta , tutto diventa prezioso e unico .

Un viaggio anche temporale , all’indietro , per condividere con chi legge sapori e profumi , soprattutto riscoprire i veri valori della vita , dimenticati oppure mai conosciuti . Un lascito d’amore , un testamento affettivo , dove la lingua italiana si fonde serenamente con la lingua napoletana , nell’uso di terminologie ormai dismesse , a volte anche difficili da tradurre e da capire ma di cui si può intuire il senso nelle immagini che , mirabilmente l’autore riesce a evocare con la sua scrittura. Perché in fondo , come ci racconta Angelo : quando ascoltavo da ragazzo “Strangers in the night “, non capivo le parole ma il senso mi arrivava tutto , tanto che non sono mai riuscito ad apprezzarne poi la versione italiana” .

Qui mi sento di dare ragione allo scrittore , perché a tradurre le parole napoletane si corre il rischio di perderne tutta la musicalità , l’anima .

Il racconto si sgrana attraverso strade e piazzette, tra sabbia e mare , si inerpica sulle spianate di filari esigui , sui terrazzamenti di orti profumati di basilico , tra piatti come il coniglio all’ischitana “quello vero “ e i venti di mare e di terra.

La musica che accompagna il racconto è quella del cuore e del suo battere , emozionandosi , e la favola ci riporta gli odori delle cucina delle nonne , dei sentimenti semplici, puri , che come balsamo per l’anima rimarginano ferite lasciate ad ognuno di noi da una vita sempre più difficile e greve .

Perché Angelo è un uomo che non ha perso la voglia di sognare e prende energia dai buoni ricordi . Allora a noi lettori non resta che abbandonarci ai sogni senza timore che poi si rivelino un incubo !

In fondo le favole fanno bene anche e forse soprattutto agli adulti .

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