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A Wolfsburg incontro di ReteDonne e. V. sul tema

A Wolfsburg incontro di ReteDonne e. V. sul tema "Migrazione femminile, motore di trasformazione"

Sabato 12 novembre appuntamento dell'associazione di donne italiane in Germania e in Europa cogliendo anche l'occasione del 60° anniversario dell'arrivo dei primi emigrati italiani per lavorare alla Volkswagen

Giovedi, 10/11/2022 -

In vista dell’incontro che si tiene a Wolfsburg, abbiamo rivolto alcune domande a Eleonora Cucina, presidente di ReteDonne e. V.

Con quale spirito avete organizzato l’evento del 12 novembre e quali obiettivi avete?
ReteDonne e. V. , l’associazione di donne italiane in Germania e in Europa, fondata 12 anni fa ad Amburgo, organizza ogni anno uno o due eventi in una città diversa della Germania con l'obiettivo di espandere e rafforzare questa rete. In questi anni abbiamo affrontato moltissimi temi da una prospettiva di genere e di donne in migrazione. Quest'anno ci incontriamo a Wolfsburg e cogliamo l'occasione del 60° anniversario dell'arrivo dei primi "lavoratori ospiti” dall'Italia nella fabbrica della Volkswagen per dedicarci alla meno conosciuta migrazione femminile. Intendiamo ampliare una narrazione che vede le donne spesso apparire solo come "mogli e figlie di“. Chi erano queste donne? Come ha cambiato la loro vita l'esperienza della migrazione? Cosa ne hanno ricavato? Cosa hanno perso? In che modo la loro presenza ha cambiato l'ambiente circostante? In collaborazione con l'Agenzia Consolare Italiana e la StädtischeGalerie Wolfsburg, desideriamo volgere lo sguardo alle conquiste delle donne italiane. A tal fine abbiamo organizzato la conferenza "Migrazione femminile, motore di trasformazione“. Sul podio ospiti donne che hanno raggiunto posizioni importantissime come Daniela Cavallo, Presidente del Consiglio di fabbrica della Volkswagen AG, Immacolata Glosemeyer, Deputata al Parlamento della Bassa Sassonia, Anita Placenti-Grau, Direttrice dell'Archivio Storico della Città di Wolfsburg, tutte cosiddette “seconde generazioni”. Il nostro obiettivo, tuttavia, non è solo celebrare biografie di successo, ma dare spazio anche alle storie più "piccole" e di onorarle. La mobilità femminile è stata a lungo trascurata. Solo da pochi anni è oggetto di interesse politico e accademico, soprattutto in relazione alla cosiddetta "ondata di rifugiati/e". Hanno infatti “scoperto” che le donne svolgono un ruolo chiave nell'integrazione, per la stabilità sociale e la sicurezza, agendo da intermediarie tra le loro comunità e la società ospitante. Ma anche a livello personale, l’esperienza della migrazione può essere per alcune donne fonte di emancipazione, un'opportunità per espandere e ridefinire il quadro della propria vita. Questo non significa che sosteniamo l'equazione migrazione = emancipazione. Molte donne della nostra rete erano già in prima linea nei movimenti femministi in Italia. Ciò che intendiamo è che l’esperienza del vivere in due o più mondi ci mette alla prova ogni giorno, ci costringe a cambiare permanentemente le nostre prospettive e ci fornisce di una duttilità e di competenze assolutamente preziose per questo mondo in rapida evoluzione. ReteDonne propone dunque la tesi che la migrazione femminile sia un motore di trasformazione, sia nell’ambito della società che nella sfera personale e per indicare il potere trasformativo della migrazione ReteDonne ha coniato un termine: MIGRAMORFOSI. Per questo meraviglioso neologismo, vorrei ringraziare a nome di tutte Fiammetta Santucci“MIGRAMORFOSI” sarà dunque la nostra fonte di ispirazione per la giornata e sarà anche il nostro contributo alla mostra "WE ARE – Feminismusgehörtunsallen“ (WE ARE – Il femminismo è di tutte/i) della Städtische Galerie Wolfsburg, che con un vasto programma partecipativo si prefigge di dare un segnale contro la disuguaglianza e la discriminazione e per l’uguaglianza e l’autodeterminazione. Siamo particolarmente felici di questa collaborazionee di poter contribuire alla realizzazione di questi obiettivi (https://www.staedtische-galerie-wolfsburg.de/veranstaltungen#weibliche-migration-motor-der-transformation).

Qual è il programma?
Parte da venerdì pomeriggio con il concerto del New Phoenix Ensemble 
con il programma "DONNE” dedicato esclusivamente a compositrici e prosegue fino a domenica con la visita della mostra Empowerment (https://www.kunstmuseum.de/ausstellung/empowerment/). È una cornucopia di interventi che spaziano per tipologia dal talk con Daniela Cavallo alla presentazione di "Percorsi di vita“, grafic novels dedicate alle voci femminili a cura di Anita Placenti-Grau, alla visita alle mostre in corso, a spazi musicali e laboratori. Il tutto in italiano e in tedesco.


C
i sono differenze tra le varie generazioni donne emigrate in Germania?

Le differenze ci sono e sono tante. Ognuna ha una sua storia particolarissima e con i nostri incontri vogliamo favorire la narrazione. Noi raggiungiamo con la nostra rete donne dai 18 ai 75 anni. Questo scambio intergenerazionale è avvincente. Veniamo da regioni diverse, abbiamo professioni diverse. All’incontro verranno donne da tutta la Germania, ma anche dall’Italia e dall’Olanda. Ognuna porta nella sua valigia le sue storie, i suoi valori e le sue prospettive. Anche su cosa significa essere femministe.
Quando ci siamo incontrate per la prima volta con le istituzioni partner a Wolfsburg per preparare l’evento, ci è stata posta la domanda: "Qual è la vostra definizione di femminismo?". Non abbiamo avuto una risposta unanime. Questo ha palesato ancora una volta che è il pluralismo a caratterizzarci, che vogliamo beneficiare di posizioni, prospettive ed esperienze di vita diverse, che vogliamo progredire nell'"ascoltarci" e nell'"imparare l'una dall'altra", cercando il dialogo per essere forse in grado di progettare nuovi paradigmi per un futuro più giusto e sostenibile. Anche durante la giornata del 12 novembre riserveremo uno spazio per discussioni e laboratori per “raccontarci”. Li introdurremo con un dialogo fra generazioni di donne: Lisa Mazzi e Simona Morani si sono conosciute all’Università di Saarbrücken: la prima docente, la seconda studentessa Erasmus. Lisa Mazzi ha scritto molto di migrazione femminile e si è dedicata alla poesia sia in lingua italiana che tedesca. Simona Morani è una prolifica autrice che ha appena pubblicato "Sopra ogni cosa”, un romanzo sui confini tra culture, tra giovinezza ed età adulta, tra amicizia e amore, ma anche sul peso delle nostre scelte, soprattutto quando dobbiamo decidere qual è la nostra vera casa. Due donne in dialogo sulle loro simili eppur diversissime esperienze, che però soprattutto affermano l'importanza del raccontare. In "Le nostre storie. Percorsi di vita" avviamo, con vari laboratori, una riflessione sulla geografia della nostra vita, sulle parole che vogliamo usare per definirci, sulle etichette che ci hanno appiccicato, sul nostro cammino, su chi ci ha dato un passaggio e chi ci ha ostacolato nel percorso. Per conoscerci meglio e perché ogni storia è diversa e ogni storia conta.


Qual è l’immagine dell’Italia percepita in Germania?

Una domanda difficilissima. C’è l’Italia dei luoghi comuni, l’Italia dalla politica instabile e incomprensibile, l’Italia della corruzione e della criminalità organizzata, c’è l’Italia degli Istituti di Cultura che fanno in generale un ottimo lavoro per rappresentare e valorizzare il nostro paese. Ci sono poi i tedeschi che viaggiano nel nostro paese e che se ne innamorano, con una percezione a volte un po’ edulcorata. E poi ci siamo noi, italiane e italiani all’estero. Ognuno/a ambasciatore/trice dei nostri molti modi di essere. Credo che ci apprezzino per le nostre capacità, per la vivacità e il calore umano. Direi che risultiamo in generale simpatici/che. E tutte/i contribuiamo quotidianamente a dare un’immagine più differenziata di un paese ricchissimo.


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