A Siracusa una piazza in memoria delle vittime di femminicidio - di Guenda Giusto
Siracusa ha una piazza intitolata alle donne “Vittime di Femminicidio”. Si tratta di una graziosa piazzetta, che si trova all’inizio di via Aquaviva Platani (traversa della notissima via Avola)
Siracusa ha una piazza intitolata alle donne “Vittime di Femminicidio”. Si tratta di una graziosa piazzetta, che si trova all’inizio di via Aquaviva Platani (traversa della notissima via Avola), ma quello che rappresenta ha un significato enorme.
Intitolare strade e piazze alle vittime di femminicidio infatti è un modo per aprire un dibattito pubblico su una strage privata che in Italia purtroppo continua indisturbata. I casi di femminicidio sono all’ordine del giorno, pertanto sono sempre più numerose le città dove parchi, giardini, vialetti, piazze vengono dedicati alle donne barbaramente strappate alla vita da chi diceva di amarle. E adesso anche Siracusa onora la memoria delle sue donne vittime di femminicidio, uccise in quanto donne.
L’autorizzazione del Comune di Siracusa è un successo della presidente della Rete Antiviolenza di Raffaella Mauceri e delle sue volontarie, che l’hanno chiesta ed ottenuta facendone un patrimonio di tutta la comunità aretusea. Iniziative di questo genere rappresentano infatti un passo verso una coscienza comune per fermare una strage atavica, frutto di una cultura patriarcale, maschilista e misogina. Una cultura che in Italia emerge anche dalla toponomastica dedicata nella sua quasi totalità a nomi maschili. Sono moltissime le donne che hanno fatto la storia eppure è molto difficile trovare piazze, vie o strade dedicate a qualcuna di loro.
Oggi è necessario ricordare anche le donne che muoiono tutti i giorni per mano degli uomini, dei loro uomini, mariti, compagni, fidanzati, conviventi, che ritenendo di esserne proprietari e despoti, le hanno barbaramente assassinate. Giacché, com’è noto, la violenza sulle donne si consuma per la maggior parte all'interno delle mura domestiche per mano di uomini vigliacchi che stanno bene attenti a non farsi scoprire affinché si taccia sul fenomeno, ecco: intitolare piazze e vie alle vittime è un modo per rompere questo silenzio assordante.
"Ieri abbiamo fatto una cosa di cui siamo molto orgogliose e per la quale siamo state ampiamente ringraziate, - affermano le volontarie della Rete - previo tutto il percorso burocratico e il "sì" dell'amministrazione comunale, abbiamo fatto intitolare una piazzetta alle VITTIME DI FEMMINICIDIO”.
Alla cerimonia di scopertura della targa erano presenti oltre la presidente della Rete Antiviolenza, che da anni è impegnata nel duro lavoro di prevenzione e di contrasto alla violenza sulle donne, e un nutrito numero di volontarie, anche l’assessora Teresa Gasbarro che ha ringraziato l’associazione per la nobile iniziativa copiosamente congratulandosi per un evento che la riguarda come pubblico ufficiale ma soprattutto come donna.
Qui di seguito uno stralcio del discorso ufficiale di Raffaella Mauceri:
"Sono 17, ad oggi, le vittime di femminicidio della nostra provincia. Più di un centinaio ogni anno nella nostra bella Italia. Donne accoltellate, donne sfregiate con l'acido, donne incinte e soffocate perché portavano in grembo bambini indesiderati dai loro padri, donne massacrate insieme ai figli piccoli, donne crocifisse e torturate, donne decapitate …
Viviamo in un paese dove troppi uomini odiano le donne. Un paese che ha il primato del femminicidio in Europa, e dove si producono leggi inutili e balzane che non riescono ad arginare l'orrendo fenomeno. Un paese dove tutti dovrebbero farsi carico di questo infinito massacro e dove invece si declinano le proprie responsabilità.
Ecco perché questa targa. Perché in questa città prima di negare un rifugio ad una vittima in pericolo, prima di lasciare che la polvere si depositi sulle sue denunce, prima che il suo grido di aiuto si spenga nel frastuono generale, qualcuno si ricordi che anche qui a Siracusa, le donne muoiono ammazzate!
Ecco il perché di questa targa: per ricordarle, per non abituarci, perché questa barbarie ci riguarda tutti. Perché i bambini leggendo la targa chiederanno: chi sono le vittime di femminicidio? E qualcuno dovrà spiegarglielo.
Chi ha piantato i melograni in questa piazza, non sapeva che questo frutto meraviglioso che racchiude in se mille grani tutti uniti l'uno all'altro, era caro alla Dea Madre. Esso infatti rappresenta la solidarietà femminile praticata nei nostri centri. Quella solidarietà che ci distingue e ci differenzia dalle istituzioni. Solidarietà fra di noi volontarie e con le donne che ci vengono a chiedere aiuto.
Le donne assassinate dagli uomini sono le martiri della libertà femminile. La libertà di esistere con la dignità dovuta ad ogni essere vivente e soprattutto alla persona-donna la cui vita è preziosa perché è lei, la Donna che mette al mondo la vita."
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