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A Roma una ventata di primavera con il V Festival del Cinema Tedesco

A Roma una ventata di primavera con il V Festival del Cinema Tedesco

Nella sala Quattro Fontane della Capitale si è conclusa la rassegna. Il Premio del pubblico, ex-aequo, a due registe: Asli Orzaslan (Elbow) e Chiara Fleischhacker (Vena)

Mercoledi, 26/03/2025 - La consueta passeggiata alla scoperta del meglio del cinema tedesco, arrivata alla sua quinta edizione, si è aperta il 20 marzo con “Another German Tank Story”, di Jannis Alexander Kiefer, alla sua prima proiezione italiana, e si è chiusa con il pluripremiato “Vena” di Chiara Fleischhacker. Una scelta azzardata, dunque, perché entrambi sono registi esordienti, ma ampiamente premiata e applaudita. Sono infatti due primi lungometraggi di straordinario livello artistico, due storie raccontate con stili diametralmente opposti, ma ugualmente coinvolgenti. La prima ha colpito per le atmosfere e lo humour surreali: una piccola cittadina di provincia immobile e noiosa viene sconquassata dall’arrivo di una troupe cinematografica americana che intende girare un film sulla seconda guerra mondiale. Gli abitanti cercano di utilizzare la situazione a loro vantaggio, anche se sembra mancare loro lo spirito imprenditoriale necessario. Il giovane protagonista, spinto dall’ambizione materna, si improvvisa autista del cast, pur non avendo la patente, e anche se la sua timidezza e goffaggine non sembrano promettenti, riesce alla fine a farsi apprezzare, raggiungendouninsospettato riscatto a livello personale. La sonnacchiosa quotidianità continua, a dispetto deii finti bombardamenti, raid aerei, incursioni con carri armati e così via. L’atmosfera paradossale, tra il comico e il tragico, fa riaffiorare ricordi terribili e segreti sepolti, ma è anche un’opportunità, un nuovo possibile corso della propria storia.

Il secondo film ha colpito per il tocco di grande empatia che l’autrice, documentarista alla sua prima opera di fiction cinematografica, sa trasmettere al pubblico. Questa è la storia di una ragazza con una forte dipendenza da metanfetamina e con precedenti penali ancora da scontare in prigione, che rimane incinta. Un caratteredifficile, indurito dalla vita, ma anche per certi versi ingenuo e pieno di vitalità, un’adolescente che ama ridere, divertirsi, ballare. Un personaggio a tutto tondo, pieno di contraddizioni, che è molto autentico, genuino. L’incontro con un’ostetrica segnerà una svolta importante e traghetterà Vena verso l’età adulta. Sullo sfondo c’è la brutalità del sistema carcerario che, con la sua assurda burocrazia, strappa la neonata alla madre poche ore dopo il parto. Il doloroso percorso della gravidanza inizialmente non gradita, e poi consapevolmente accettata, la presa di coscienza della giovane Vena, sono raccontate in maniera tersa, con uno sguardo registico mai compiaciuto o giudicante e la regista si è avvalsa della sua lunga ricerca sulle donne in carcere: per realizzare questo film, le ci sono voluti ben cinque anni.

Nel consueto abbinamento con una scelta di cortometraggi realizzati dagli studenti tedeschi nel corso dell'anno, sono molti i film che hanno attirato l’attenzione del pubblico romano, sempre attento alle proposte di qualità e che ha riempito la sala del Quattro Fontane, anche la sera della partita di football Italia – Germania. Attesissimi “Münter e Kandinsky” (in anteprima italiana) di Marcus O. Rosenmüller, che ripercorre la storia d’amore tra il celebre pittore e la sua allieva, “Elbow” di Asli Özarlan e “Luigi Nono – Il Suono dell’Utopia”, di Thomas von Steinaecker. Presente anche il documentario con “Tell Them About Us”, di Rand Beiruty, che illustra la vita di sette giovani rifugiate alle prese con le difficoltà e talvolta l’ostilità del nuovo mondo in cui si trovano, cioè una piccola città tedesca di provincia.
Il Festival del Cinema Tedesco è promosso da German Films Service + Marketing GmbH, in collaborazione con il Goethe-Institut, l’Ambasciata della Repubblica di Germania a Roma, e da quest’anno si avvale della collaborazione con l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo. É un appuntamento che speriamo rimanga saldo nel calendario culturale romano. Nella sua varietà, attenzione ai temi del mondo contemporaneo, mix di generi, attenzione alle novità e ai registi esordienti, è davvero una carrellata di cinema d’autore (e d’autrice, perché c’è sempre molto spazio per le tematiche femminili e per le registe!) di altissima qualità. 

Il Premio del pubblico è andato, ex-aequo, a due registe: hanno vinto "Elbow" di Asli Orzaslan e "Vena" di Chiara Fleischhacker.


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