È ricominciata con un nome al ‘femminile’, come nelle prime edizioni, la Festa del Cinema di Roma, manifestazione capitolina che si svolge presso l’Auditorium Parco della Musica, ma non solo. Quest’anno infatti le location coinvolte, oltre allo spazio cinema del MAXXI, si sono estese fino al Pigneto, con il Nuovo Cinema Aquila e la riapertura e riqualificazione del Cinema Avorio (ex cinema porno, chiuso da anni).
Cambiato il Direttore - Antonio Monda è subentrato a Marco Müller - l’atmosfera non sembra essere troppo variata, se non nella direzione di tornare all’idea di Festa per la città (anche se i biglietti non sono tutti propriamente economici!), con molti eventi paralleli alle proiezioni cinematografiche, incontri, mostre e retrospettive, piuttosto che sviluppare l’aspetto glamour, da tappeto rosso a tutti i costi; e questo, in tempo di crisi, ci può stare.
In pre-apertura, la manifestazione ha messo in campo un film molto interessante, diretto dalla regista romana Fiorella Infascelli, che racconta il mese di permanenza forzata presso l’isola dell’Asinara dei giudici Falcone e Borsellino, i quali, con le loro famiglie, furono costretti a rimanere isolati da tutti nel 1985 per motivi di sicurezza, lavorando alla maxi istruttoria per il processo alla mafia dell’anno successivo.
Per quanto riguarda le pellicole della cosiddetta “selezione ufficiale”, molto numerose, quest’anno concorrono al ‘solo’ Premio del Pubblico, non essendo stato previsto un vero e proprio concorso con vincitori e premi.
Il primo giorno è stato presentato il bel film ‘Truth’, opera d’esordio dello sceneggiatore James Vanderbilt, vera storia di Mary Mapes, la giornalista e produttrice televisiva CBS che, lavorando principalmente per la trasmissione ‘60 minutes’ realizzò, fra gli altri, il famoso e terribile servizio su Abu Graib e le condizioni dei prigionieri a Guantanamo. Il film, tratto dal libro della Mapes: 'Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power', vanta due protagonisti eccezionali, Kate Blanchett e Robert Redford, nei panni dei due giornalisti d’assalto che, nell’America post 11 settembre, pagheranno caro il loro desiderio di scoprire la verità sulle presunte/probabili raccomandazioni/privilegi ottenuti dal giovane George W. Bush negli anni Settanta per scampare alla guerra in Vietnam ed essere arruolato in un reparto speciale, appannaggio di figli di persone molto in alto.
Grande commozione nella giornata di domenica- ma forse un po’ troppo melò - per il film ‘Freeheld’, promosso ed originato da una causa giusta e sacrosanta. Anche questa pellicola racconta infatti una storia vera, quella dell’incontro fra due donne, la detective Laurel Hester (interpretata dalla brava Julianne Moore) ed il/la meccanico Stacie Andree (Ellen Page) e la loro battaglia, condotta nel 2005, per i diritti civili delle coppie di fatto ed in particolare per il riconoscimento della reversibilità pensionistica al momento in cui la prima si ammala di tumore. “Spero che questo film possa aprire il dibattito in Italia sulle unioni civili - ha dichiarato la protagonista Ellen Page, sempre più impegnata per il riconoscimento dei diritti del movimento LGBT dopo il suo recente coming out - e che, prima o poi, la gente capisca".
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