Venerdì 28 febbraio Confagricoltura Donna e Fidapa organizzano un incontro per 'fare il punto sulle direttrici di sviluppo di un settore chiave per la popolazione mondiale, dove il contributo delle donne è fondamentale...'
Venerdì prossimo, 28 febbraio, Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) e Confagricoltura Donna hanno organizzato un convegno dal titolo "Agricoltura del futuro". L'incontro si tiene a Roma, nella prestigiosa sede nazionale della più antica Confederazione di rappresentanza degli agricoltori italiani: Palazzo della Valle. Abbiamo chiesto alla presidente di Confagricoltura Donna, Alessandra Oddi Baglioni, alcune informazioni sull'incontro.
Da quali bisogni è partita Confagricoltura Donna, l’associazione che lei presiede a livello nazionale, per progettare questo convegno e quali sono gli obiettivi che l'iniziativa si prefigge?
Il titolo dell’iniziativa racchiude la nostra mission. “Agricoltura del futuro, tra innovazione e tradizione” sarà un’occasione per fare il punto sulle direttrici di sviluppo di un settore chiave per la popolazione mondiale, dove il contributo delle donne è fondamentale. L’agricoltura è donna per definizione: per il legame profondo e naturale che esiste tra le donne e l’alimentazione; per la propensione delle donne alla cura, all’innovazione e alla sostenibilità; per il fatto che su tre aziende agricole una è a trazione femminile. Dopo l’intesa firmata con la FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) l’anno scorso, volta al contrasto e alla prevenzione della violenza di genere, e le numerose iniziative organizzate nei mesi, abbiamo costruito insieme l’appuntamento del 28 febbraio perché riteniamo essenziale ragionare sul futuro con chi opera culturalmente in questo Paese; sempre con un occhio allo sviluppo dell’imprenditoria femminile: un caposaldo per la crescita della nostra economia, come più volte sottolineato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Tra le relazioni sono previste quelle del Crea e dell'Università degli Studi della Tuscia: che tipo di contributi possono portare all'Agricoltura del futuro queste competenze?
Un contributo imprescindibile. Oggi più che mai dobbiamo essere pronti a costruire nuovi modelli agricoli, per soddisfare le esigenze di una popolazione mondiale che raggiungerà i dieci miliardi di persone, continuando a tutelare il pianeta. In questo percorso, scienza, ricerca, innovazione e tecnologie sono asset fondamentali. E le nostre aziende agricole ci confermano quotidianamente che il futuro è già qui: precision farming, intelligenza artificiale, sensori in campo sono una realtà sempre più diffusa tra le nostre associate. Pertanto, ascolteremo con interesse gli interventi di Catia Zumpano, Ricercatrice CREA, Centro Politiche e Bioeconomia, Stefania Masci, Professore Ordinario Università degli Studi della Tuscia, Milena Verrascina
Ricercatrice CREA Progetto Oleario, con la volontà di alimentare costantemente il confronto con il mondo accademico e quello della ricerca. Altrettanto importante, sarà il contributo dell’On. Giuseppe Castiglione, Componente XXIII Commissione Agricoltura alla Camera. Il sostegno delle istituzioni è cruciale, infatti, per un’implementazione congrua della digital transformation e della transizione ecologica.
L'agricoltura italiana è attraversata da molte crisi economiche e di sistema, molte imprese hanno dovuto chiudere e alcuni settori forse non riusciranno più a riprendersi. Quali sono le sue preoccupazioni e quali le speranze?
L’incontro organizzato con FIDAPA vuole dare speranza e dimostrare che gli strumenti ci sono per costruire tutti insieme un futuro agricolo verde e produttivo, facendo leva sull’importante contributo delle imprenditrici, delle ricercatrici e, più in generale, della forza femminile. Come detto prima, in questo percorso il supporto delle istituzioni è fondamentale, per costruire modelli inclusivi, sempre più accessibili, anche ai giovani. Le difficoltà ci sono e sono legate anche a un periodo di grande instabilità internazionale ma, visto che parliamo di donne, quella di rimboccarsi le maniche e reagire con resilienza è una nostra attitudine naturale.
Intervista realizzata a cura di Tiziana Bartolini
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