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A Roma la bella età

A Roma la bella età

La bella età. Pratiche scritture, saperi attraverso le generazioni. Un progetto di Crasform

Martedi, 09/12/2014 - La bella età. Pratiche scritture, saperi attraverso le generazioni.



Il 16 dicembre 2014 alle ore 16,30 presso il Bibliocaffè Letterario - Via Ostiense, 95 - 00154 Roma- si conclude un percorso iniziato quasi un anno fa. In questa giornata verranno presentati i due libri, scritti dalle partecipanti e dai partecipanti dei centri Sociali Anziani di Ostiense e San Michele - Tor Marancia dell’VIII Municipio. Sono due testi, di scrittura collettiva, che hanno visto in qualità di autori circa 30 anziani ed anziane.



Rappresentano il risultato, veramente importante ed interessante, di un laboratorio di scrittura realizzato nei due Centri a cura dell’Associazione Crasform nell’ambito del Progetto “La Bella età: Pratiche, scritture saperi, attraverso le generazioni”, , patrocinato dal Municipio Roma VIII e finanziato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dei Premio “Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solida¬rietà tra le generazioni 2012”.



Ma non sono solo due libri che ricostruiscono la memoria e la storia individuale e collettiva, pur di grande interesse. Come non appassionarsi, ad esempio, per chi li ha vissuti e ma forse molto di più, per chi non li ha conosciuti alla storia dei Mercati Generali raccontati in prima persona “Sento ancora il vocio e gli urli degli operatori col linguaggio non certo dell'accademia della crusca.[…] Con i loro carrelli carichi di merce si muovevano da una parte all'altra del piazzale da sembrare un alveare in piena attività. I camion carichi di merce proveniente da ogni parte d'Italia e anche dall'estero cominciavano ad arrivare nel tardo pomeriggio mettendosi in fila per lo scarico che iniziava verso mezzanotte.” Come ci ricorda Antonio.



Ed ancora ci viene ricordato il “cottio”, usanza che dal medioevo si è interrotta solo con la chiusura dei Mercati stessi: “Alla mezzanotte del giorno 23 [dicembre] con enormi calderoni pieni di olio bollente venivano fritti grandi quantità di pesce fresco che i grossisti offrivano gratuitamente al pubblico presente. Durante la serata inoltre venivano organizzati spettacoli con la partecipazione di personaggi famosi, prevalentemente romani, come Claudio Villa, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi alla presenza di tanti spettatori”.



Attraverso i loro racconti gli “scrittori” ci riportano tutti in un tempo quasi appena ricordato i tempi dei “fagottari”: “Mia madre portava il fagotto, che era un canovaccio molto grande,lo metteva sul tavolo che l'oste aveva apparecchiato, con tovaglia di carta bianca,bicchieri e le bevande: di solito il vino dei Castelli che ti stendeva al 2° bicchiere, mentre per noi bambini era in voga la spuma, l'oransoda, il lemonsoda. Mia madre apriva il fagotto e tirava fuori le vivande e quelle che avevano bisogno di essere scaldate le consegnava all'oste. Le posate e i tovaglioli li portavamo da casa.”



L’esperienza della scrittura ha avuto anche un grande significato individuale, come ricorda Angela: “Spesso la solitudine e la poca voglia di iniziativa portano le persone in uno stato di profonda prostrazione, mentre con questa esperienza qualcosa è cambiato in me: mi sono sentita rinata, in grado di riflettere ed esternare […], quanto ho raccolto, ho dato, ho sofferto, ho gioito nella mia vita sia familiare che lavorativa.



Perché, come ci ricorda Maristella Lippolis, la scrittrice che ha condotto i laboratori, “tutti noi, in fondo, abbiamo bisogno di raccontarci, e ce lo dicono le centinaia di ragazzi che scrivono le proprie emozioni (che sono delle microstorie) sui muri delle nostre città. Per questo ci piace ripetere che esiste un vero e proprio diritto alla memoria: il diritto di chi ha molto vissuto e che è stato testimone di una parte se pure piccola della storia che riguarda tutti, e che deve essere ascoltato; e il diritto di chi quella storia non ha vissuto ed è giusto che venga messo in condizione di conoscerla e condividerla. E oggi che l’età media della vita si è molto prolungata, abbiamo l’opportunità di farlo, e possiamo cogliere questa opportunità come un dono del nostro tempo”.



La fatica fatta, (perché, molto spesso, si è trattato di una vera e propria fatica) è stata fatta, anche per lasciare alle nuove generazioni una memoria di sé, del proprio vissuto affinché non si perda e affinché possa essere conosciuta e compresa come una parte di storia collettiva, della propria famiglia, del territorio di appartenenza e inevitabilmente come parte della propria storia. “Ogni persona, ogni comunità ha una propria storia fatta di esperienze e percorsi significativi per sè ma anche per la realtà in cui vivono perché non rappresentano solo un patrimonio individuale ma una ricchezza collettiva. Il progetto “La Bella Età” risponde proprio a questo obiettivo, di fare incontrare non solo storie ed esperienze ma anche generazioni diverse per una crescita comune e condivisa. […] Ognuno di noi ha una “Bella Età” da vivere pienamente non in solitudine ma insieme a tanti compagni di viaggio. Come ci ricorda Dino Gasparri Assessore alle politiche sociali dell’VIII Municipio. Ed ancora, “l’incontro tra le diverse generazioni è una porta aperta sul futuro,da costruire insieme”. Come scrive nella sua introduzione Andrea Catarci, Presidente del Municipio.



Una fatica si diceva, “eppure ho scritto” come ci ricorda Michele, e si è scritto di tutto, dai ricordi della guerra, alle persone che sono state importanti nella vita, alle ricette di cucina e tanto altro.

Insomma due libri da leggere, ed un esperienza da continuare.



Per avere una copia dei due libri ci si può rivolgere a Crasform 06 44703343 dalle 10 alle 15 dal lunedì al venerdì oppure rivolgersi ai Centri Sociali Anziani Ostiense e San Michele –Tor Marancia



Alida Castelli



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