Tabù - "...le piazze non ci sono più. Al loro posto nuclei di cassonetti per la raccolta differenziata e collage di annunci di cronaca mortuaria. Entrambi catalizzatori di umani capannelli."
Emanuela Irace Martedi, 26/05/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2009
L’Agorà era la piazza greca dove si intrattenevano politici e truffatori. Mercanti e stranieri. Religiosi e curiosi. Era il centro della chiacchiera. Raffinata, o come si direbbe, oggi da bar. Il concetto di piazza ha resistito millenni. Ciascun quartiere ha la sua, ma nel mio paese, a 60 km dalla capitale le piazze non ci sono più. Al loro posto nuclei di cassonetti per la raccolta differenziata e collage di annunci di cronaca mortuaria. Entrambi catalizzatori di umani capannelli. Variamente compositi, come nuovi luoghi di meditazione post consumistica e pro-povertà. Attraggono soprattutto donne. Organizzatissime. Procedono con trolley in pseudo pachwork simil kilt, modello Burberry’s, dal quale sembrano trafugare preziosa refurtiva. L’operazione smaltimento rifiuti richiede tempo e, tra il dubbio se il piatto di carta sporco di lasagna domenicale vada nell’indifferenziata o nella plastica, scatta la confidenza di quanto è brigoso suddividere la bustina del tè, composta da carta, umido e spilletta di metallo. Tanta difficoltà crea amicizia, amorazzo, chiacchiere. Proprio come davanti alle bacheche degli annunci mortuari. Dove il piacere di scoprire che non ci sei si mischia all’altrettanto piacevole intrattenimento del vedere morto quello più giovane di te. Anche lì scatta la confidenza e il capannello si anima. Come nell’Agorà. Con le stesse chiacchiere di sempre. Le stesse che facciamo a casa e al bar.
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