Tabù - “E nessuno degli altri cittadini per paura faceva più opposizione”. Tucidide
Emanuela Irace Lunedi, 18/07/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2011
“Io per vedere il mondo con gli occhi diversi li devo chiudere” dice mia figlia Ishtar che come tutti i bambini di dieci anni, normalizzati da un sistema scolastico mediocre che ricalca la politica, ha smesso di pensare ed è entrata in quello che all’epoca della Santa Alleanza veniva chiamato ordine costituito. E per vedere il mondo con occhi diversi deve aggrapparsi all’immaginazione, perché di alternative non ce n’è. Ne a destra né a sinistra. A quasi due secoli dal Congresso di Vienna le scorie della Restaurazione e del compromesso tra forze conservatrici e potere ecclesiastico sono diventate sistema di orientamento del popolo. I bambini vengono allevati come scemi del villaggio. Le pagelle pullulano di bei voti, nonni e maestre gioiscono, e sono tutti contenti. A scuola come in politica i bravi sono quelli che ripetono la lezione. Che soggiacciono al personalismo di cordate di potere e che vengono eletti amministratori in base a contorsioni di servizio più vicine a quelle di un lacchè che a un rappresentante dei cittadini. Gli equilibrismi tra fazioni all’interno dello stesso partito si poggiano sulla trasmissione di un sapere esoterico, illuminato da concetti vuoti come “Governance” e “Sintesi”. Un affare per pochi in cui l’autonomia del singolo che riceve consenso dal basso si annulla davanti alle strategie del capo bastone, sia questi parlamentare o referente regionale, sindaco o assessore provinciale. Come in un ordine massonico, in cui ogni parte ignora quel che avviene al gradino superiore, la lentezza di pensiero diventa cifra di reclutamento e ammissione al dibattito politico. I protagonisti paiono fermi nel loro movimento convulso e per vedere il mondo con occhi diversi bisogna girarsi dall’altra parte o chiuderli, aggrappandosi all’immaginazione come fa mia figlia.
Lascia un Commento