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A proposito di Memoria…

A proposito di Memoria…

Tabù - 'Io canterei d’amor sì novamente ch’al duro fianco il dì trarrei per forza, et mille alti desiri raccenderei ne la gelata mente' Francesco Petrarca

Emanuela Irace Lunedi, 07/02/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2011

La memoria gela il ricordo. Trasforma e mente. Muta come il linguaggio delle cose, ultimo grande villaggio invalicabile capace di muovere il passato nel presente, per riavvicinare i morti ai vivi, abbattendo muri e scappando certezze. La memoria fugge la storia per confondersi con l’Età dell’oro. Implacabile e sorda. Visionaria e sottile, vendica o perdona. Cristallizza il pensiero. Lo curva. Allontanando rette e spigoli esce dal tempo e si fa madre. Nutre con la sapienza del latte che scende verso il basso per innalzare vita al mondo. Nel mito greco è Mnemosine, figlia di Terra e Cielo. Per nove notti amante di Zeus. Per nove notti paradigma di un passato sottratto al tempo; Ninfa che genera le Muse: arte e poesia, simboli paradossali di una filiazione che nega il ricordo e lo avvicina al suo contrario, l’oblio, strumento per far dimenticare agli uomini sofferenze e dolori. La memoria va accarezzata e ascoltata e mai punita quando distorce e ingabbia o crea oscurità, né premiata quando illumina un altrove che si fa presente, metamorfosi di un pensiero odoroso che ritorna bambino, innamorato di una Madeleine fragile e forte, come ci ha raccontato Proust.

 



(7 febbraio 2011)

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