Venerdi, 01/02/2013 - Dunque cominciamo bene (nel senso della campagna elettorale da un punto di vista di genere):
1) Quando le donne sono "troppe" in lista, a Roma si cancella l'intera lista. Evidentemente è bontà eccessiva accettare le quote: siamo il 52 % dell'elettorato.
2) Monti promette sconti fiscali di 100 euro (all'anno). Ma il sistema delle detrazioni è del tutto insensato, soprattutto per le donne: nemmeno con 300 euro una famiglia ne trae veri benefici. Non sarebbe meglio impegnarsi a mantenere e accrescere i servizi?
3) I media si stanno sprecano sulla bellezza dell'educazione in famiglia. Per annunciare che si torna a usare la famiglia come ammortizzatore sociale ci raccontano biancaneve e i sette nani. Consoliamo così chi non ce la fa a pagare le rette di nidi e asili (guai a chi le chiama "materne") pubblici e privati?
4) Dobbiamo - e vogliamo - scegliere chi ci rappresenti e si fa difficile superare la soglia di spettacolarizzazione in cui soprattutto chi fa riferimento solo alla tv naufraga. Chi sta a destra ci pensi bene prima di accontentarsi della rabbia. A sinistra parlano solo "maschi che parlano di se stessi". Anche se il Pd ci ha dato il 40%. Nelle primarie. Nessun impegno sul governo.
NOTA A MARGINE: che cosa aspettano almeno le donne del Pd a chiedere la Presidenza della Repubblica? Ci saranno prestissimo le polemiche sul manuale Cencelli e sui concorrenti che fino ad oggi sono Prodi, Amato, Monti, Casini e dio non voglia qualcun altro. Una donna non solo celebrerebbe finalmente un risarcimento simbolico al genere, ma sarebbe anche la soluzione machiavellica dei prevedibili conflitti.
IN AGGIUNTA, UNA CONSOLATORIA: mi dice Maria Di Rienzo che Malala Yousafzai tornerà a breve sotto i ferri in Inghilterra per l'impianto di una placca di titanio nella scatola cranica, di un aggeggio per recuperare l'udito e per il restauro di un nervo del viso: ottime le probabilità che si ristabilisca completamente, in 12/18 mesi. I medici - secondo il Guardian - dicono che "è incredibilmente determinata a continuare a parlare per la sua causa."
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