"...Esiste una pulizia etnica migliore, o meglio, più accettata rispetto ad altre? ..." L'augurio è che le parole del Papa possano presto esserci anche per altri popoli. Anche "non cristiani"
Esiste una graduazione rispetto ad atti criminosi volutamente condotti con lo scopo di annientare una popolazione? Esiste una pulizia etnica migliore, o meglio, più accettata rispetto ad altre? Evidentemente sì. Anche quando si parla di sterminio - umano - esistono scale di valore. Graduazioni dipendenti dalla forza e dalla potenza del gruppo di riferimento. Classifiche legate a lobbies protettive che usano capitali umani e finanziari, per comunicare e mantenere desta l’attenzione circa un massacro, presente o passato che umanamente non può trovare spazio nel pensiero o nella consapevolezza di ciascuno.
Penso ai massacri in Ruanda. Alla pulizia etnica contro i Palestinesi. Al genocidio dei Pellerossa americani. Penso all’attacco trentennale contro il popolo Saharawi, accerchiato, come i patrioti Houthi dello Yemen, da uno dei troppi muri della vergogna.
Penso all’annientamento sistematico di culture e popoli.
Penso agli Armeni, ai Kurdi e alle tante minoranze sino-orientali cui è stato e viene impedito anche di scrivere nell’idioma materno. Popoli senza Stato. Popoli che non hanno uno sponsor e per questo non possono aprire i Telegiornali. Le parole del Papa sugli Armeni, mostrano la classifica del dolore. Qualcuno è più in cima di altri.
Anche i Kurdi e i Palestinesi sono stati massacrati ma esiste una graduazione rispetto al “sacrificio”, ossia all’Olocausto, e qualcuno è più vicino a Dio di altri. In Francia è un reato dubitare o esprimere in maniera critica ricostruzioni storiche sulla tragedia del popolo ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale. In Turchia non è pensabile - e ugualmente penalmente perseguibile - esprimere giudizi di valore circa il sacrificio, anche questo “Olocausto”, degli Armeni che il nazionalismo a base etnica della Turchia non vuole riconoscere come vittima. Cosa che come è noto fanno anche altri Stati. Potenti.
Mi auguro che le parole del Papa possano presto indirizzarsi anche ad altri popoli non cristiani e non ebraici. O meglio a tutti i popoli e in ragione di un unico Dio. O senza Dio. Ma soprattutto senza graduazioni di merito.
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