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A piccoli passi

A piccoli passi

Lavori in corsa: 30 anni CEDAW - A trenta anni di distanza, la Convenzione è ancora poco conosciuta in Italia

Simona Lanzoni e Signoretti Claudia Giovedi, 22/03/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2012

Essere società civile e lavorare in rete tra realtà estremamente diverse nelle pratiche, nei contenuti e nella forma, non è facile; forse rappresenta una scommessa e un obbiettivo in sé, ma il risultato sarà comune a tutte: l’accesso ed il godimento ai diritti umani e l’eliminazione delle discriminazioni che in ogni ambito, ancora oggi, limitano la partecipazione ad una vita piena ed attiva delle donne in Italia. Questo è ciò che unisce la piattaforma “Lavori in corsa: 30 anni CEDAW”.



Il lavoro della piattaforma sulla CEDAW è iniziato nel 2009, per celebrare i 30 anni di questa Convenzione, purtroppo ancora quasi semisconosciuta in Italia. In seguito, a luglio 2011, Fondazione Pangea e Giuristi Democratici, in rappresentanza della Piattaforma, hanno presentato il Rapporto Ombra alle Nazioni Unite, alla 49° sessione di valutazione del Comitato CEDAW sull’operato del Governo italiano.

Il 17 Gennaio 2011 Fondazione Pangea ha organizzato, presso la Camera dei Deputati, la presentazione del sunto del Rapporto Ombra e delle ultime raccomandazioni rivolte dal Comitato CEDAW all’Italia, affinché i contenuti potessero essere condivisi anche all’interno delle istituzioni che sono maggiormente responsabili dell’attuazione della Convenzione (o che sono l’espressione più alta della democrazia).

Il lavoro che ora ci aspetta come piattaforma è quello di osservatorio e di monitoraggio rispetto alle raccomandazioni che il Comitato ha fatto all’Italia.



Sono diversi i temi su cui ci concentreremo, dal lavoro alla salute, ma in particolare due sono le priorità individuate nelle raccomandazioni, come Violeta Neubauer, membro del Comitato CEDAW, sottolineava alla conferenza del 17 gennaio: “Il Comitato ha rivolto all’Italia due raccomandazioni ritenute di particolare importanza, con riferimento alle quali entro luglio 2013 dovranno essere presentate informazioni specifiche. Le raccomandazioni riguardano gli stereotipi di genere e la violenza maschile nei confronti delle donne (….). L’articolo 5 della Convenzione obbliga lo Stato parte ad eliminare gli stereotipi di genere nella vita sociale e culturale, tanto in ambito legislativo che nelle politiche e da parte delle istituzioni (…….). La violenza maschile nei confronti delle donne e delle bambine non è un fenomeno occasionale in Italia, e come evidenziato dal Comitato CEDAW, sono richiesti ulteriori interventi per contrastarla in ogni sua forma e per prevenirla…”



L’impegno della società civile sulla CEDAW non si fermerà qui: è fondamentale continuare a lavorare affinché i principi e le raccomandazioni della CEDAW non rimangano un insieme di regole astratte ed inefficaci ma trovino piena attuazione e incidano efficacemente sul sistema politico e legislativo. I meccanismi e gli strumenti internazionali a disposizione sono molteplici; tra questi c’è il Protocollo Opzionale, adottato nel 2000 per permettere alle donne di rivolgersi direttamente all’ONU per reclamare e tutelare i propri diritti, qualora i singoli governi si siano resi responsabili o abbiano tollerato forme di discriminazione ai danni delle donne. Gli spazi e gli strumenti offerti alle donne sono tanti: diamoci da fare! I lavori sono in corsa!



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