Sabato, 06/12/2014 - Un'enorme pentolone che sobbolle rilasciando odori non precisamente gradevoli: questa mi pare oggi l'Italia, mentre tappiamo disinvoltamente il naso.
Al nord, fingiamo di non vedere le ferite lasciate al territorio dall'incuria e dalla persistente corruzione. E, se ci hanno costretto a vedere, ci affrettiamo a dimenticare. Fingiamo di non sapere che ci sono decine di notizie di reato e di indagini concluse dal rinvio a giudizio che parlano di mafia 'ndrangheta camorra mafia cinese russa rumena e solo Dio sa che cosa ancora. E' vero, in Emilia ci sono undici tipi diversi di mafia e qualcuna la potrei dimenticare pure io.
Al centro? lasciamo stare. A nessuno possono essere sfuggite le ultime notizie su Roma Capitale. "Capitale de che?", ha chiesto un romano dubbioso. Non ho risposto.
Noi siamo cittadini di questo Stato di cui Roma è Capitale, ve ne ricordate? Ne siete coscienti?
Allora faccio un paio di considerazioni e un appello, se me lo permettete, lasciando sempre la politica dei partiti da parte, per carità, perché anche della Lega si diceva - vent'anni fa - che, al suo interno, non c'erano corrotti. Per forza, ancora non erano al potere. Poi hanno presto imparato e sono spuntati i Belsito e il Senegal, ma è un altro discorso.
Qualche onesto c'è in ogni partito, in ogni parte politica.
Molti onesti ci sono fra gli amministratori locali.
A loro, agli onesti, desidero rivolgermi questa mattina in cui mi sono alzata con il pallino di costringere Renzi e Napolitano a pronunciarsi a sostegno del giudice più a rischio d'Italia, Nino Di Matteo, che la mafia e i suoi mandanti vogliono morto a tutti i costi.
Attenti: nel Paese che amate c'è la GUERRA. Ve ne siete accorti? Una guerra vera, con morti e prigionieri.
E, cosa stupefacente, non è la parte sana che attacca la parte malata. E' la parte mafiosa che attacca e quella sana che indietreggia.
Il mio grido di guerra va dunque ai sindaci dei piccoli paesi, che sono stati eletti con i voti dei cittadini e non per un capriccio (diciamo così) di un partito.
Va ai consiglieri, agli assessori, ai delegati delle province e delle regioni.
Va a tutte le donne e gli uomini di buona volontà che hanno deciso di scendere in guerra contro la mafia, quella che sta infilandosi in ogni spazio disponibile, in ogni pensiero distratto, in ogni porticina socchiusa.
L'esempio viene dall'alto, i mafiosi devono sapere che i nostri vertici sono schierati al fianco di ogni giudice in pericolo.
Renzi e Napolitano non si sono mai pronunciati al riguardo e potrebbe nascere un dubbio se non si posizionano immediatamente al fianco di Antonino Di Matteo, il magistrato più a rischio d'Italia.
La mafia potrebbe pensare che può fare come gli pare, magari anche farli saltare per aria, tanto il tritolo, a Palermo, già c'è.
Vogliamo provarci? Volete far sentire le vostre voci di eletti dai cittadini onesti?
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