Virginia Woolf - Nel settantesimo della morte è intatto il valore e il fascino del suo pensiero e delle sue opere
Bertolini Tatiana Venerdi, 23/12/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2011
Parafrasando il titolo di un film, oggi verrebbe da chiedersi “Chi conosce Virginia Woolf?”. Da ragazza ne sentivo spesso parlare, e l’impressione che ne ricavavo, pur senza averla letta, era che fosse un’autrice difficile, a cominciare dall’utilizzo come forma narrativa, del flusso interiore, inaugurato all’inizio del secolo da James Joyce. Su tutto, poi, la vicenda della sua fine, che lasciava come un cono d’ombra sulla sua opera. A quei tempi però era letta, se ne parlava, il pubblico femminile impegnato ne aveva fatto la sua bandiera. Ma oggi? Se entriamo in una libreria riusciamo ancora a trovare le sue opere, specialmente i romanzi più famosi: Gita al faro, La signora Dalloway, Orlando; all’esame di lingua e letteratura inglese i suoi testi sono quasi una tappa obbligata un po’ come quelli di Oscar Wilde.
Ma le giovani d’oggi in gran parte la ignorano, attratte da altri richiami femminili. Lo stesso si può dire nel suo paese, ancora letta ma non più condivisa dal grande pubblico.
Eppure Virginia Woolf non è stata solo una grande scrittrice, anche se come tale rappresenta un esempio di convivenza fra sperimentazione e classicità. Anzi direi che è proprio la forza delle sue idee a farne un classico, la profondità delle sue intuizioni la rendono ancora oggi di estrema attualità. È stata, a mio avviso, anche una grande pensatrice, un’osservatrice attenta della sua società e non solo.
L’Inghilterra nella quale è vissuta era ben diversa dall’idea che abbiamo noi oggi di quella nazione. Per la nostra generazione il Regno Unito è stato il paese delle libertà, anche delle trasgressioni, dei Beatles di Mary Quant, dell’indipendenza dell’individuo, dell’emancipazione ecc.
L’Inghilterra di Virginia Woolf (che nasce a Londra il 25 gennaio 1882 e muore a Rodmell il 28 marzo 1941), invece, usciva dal secolo del puritanesimo vittoriano, quanto di più deleterio ci possa essere stato per le donne, pur nel XIX secolo, a loro già di per sé funesto. Usate per trainare i carrelli nelle miniere di carbone al posto dei cavalli, sfiancate dal lavoro in fabbrica, distrutte dall’alcolismo e dalla prostituzione, le donne non hanno diritti nemmeno se nascono nella media e alta borghesia. L’analisi della Woolf si concentra proprio su queste classi sociali (cosa che le varrà pesanti critiche di non aver saputo vedere anche le donne del proletariato) e ciò per due motivi: sono in un certo senso la sua classe di appartenenza, le conosce bene, sono le classi dominanti e se si vuole che le cose cambino, secondo la scrittrice, bisogna iniziare dalla sala di comando.
Questo il concetto che emerge ad esempio nel saggio “Tre ghinee”, nel quale viene invitata, alle soglie della seconda guerra mondiale, a trovare una soluzione per il superamento delle guerre e l’affermazione del pacifismo. La Woolf ha vissuto la stagione delle suffragette che danno alle donne il diritto di voto, ma un diritto rimane cosa vuota se poi non si ha la possibilità di utilizzarlo appieno e godere anche degli altri diritti. Ancora negli anni ‘20 in Inghilterra alle donne viene inibito lo studio, specie delle materie scientifiche, o delle arti liberali (medicina, avvocatura ecc.), le donne della borghesia non possono uscire di casa da sole, sono educate solo ad essere mogli e madri. Viene negata loro l’indipendenza economica, elemento determinante affinché possano acquisire un peso sociale e politico nella società e possano influenzarla addirittura in senso opposto a quello che è il pensiero dominante dell’attuale società patriarcale, ad esempio proprio contro la guerra. Le donne hanno una loro filosofia, un loro modo di vedere le cose che spesso è lodato, encomiato, ma in realtà si fa di tutto perché non possa prendere spazio, non possa operare nella realtà.
La necessità, oltre che dell’indipendenza economica, anche della possibilità di avere spazi e tempi da dedicare a se stesse, emerge nel saggio “Una stanza tutta per sé” dove si ripresenta il tema del rapporto fra la donna e l’esercizio dell’arte.
In Inghilterra nasce la letteratura femminile. Considerata da subito di serie B e snobbata dalla critica maschile, rimane un esempio interessante di come, in un paese pesantemente patriarcale, riesca a svilupparsi una forma d’arte in un certo senso controcorrente, per certi versi unica rispetto al resto d’Europa. I testi di Emily Brontë o Jane Austen sono un importante avamposto per lo sviluppo della scrittura al femminile nel mondo occidentale
Una nota a parte merita il caso di George Eliot, pseudonimo maschile di Mary Anne Evans, acuta osservatrice della società vittoriana, cui la stessa Woolf dedicò un saggio.
La scrittura richiede meno spazi e strumenti che non la pittura o la scultura, può essere inserita nelle cure domestiche, emblematico il caso di Natalia Ginzburg, che si alzava al mattino molto presto per poter scrivere tranquillamente senza essere disturbata e senza togliere tempo alle incombenze familiari .
I due cardini sono dunque quelli dell’istruzione, dell’indipendenza economica e della possibilità di aver degli spazi per dedicarsi alla creatività, qualora vi siano i presupposti per poterla coltivare, o più semplicemente riflettere sulla propria condizione in modo da trovare soluzioni ai problemi che si presentano quotidianamente. Secondo Virginia Woolf, infatti, la donna non può aspettare che sia l’uomo a darle le risoluzioni ai suoi problemi perché in quel caso ciò che ottiene sono risposte che non possono essere adeguate in quanto pensate e costruite seconde le esigenze dell’uomo.
Lo stile letterario del flusso interiore è legato ad un’epoca precisa, con la scoperta della psicanalisi e non ha avuto molti seguaci, anche perché non è uno stile facile né da scrivere né da comprendere. Ma il pensiero emancipazionista della scrittrice inglese è ancora di grande attualità, specialmente in paesi dove le donne, anche se ormai sono in maggioranza nelle università e nei diversi campi nel mondo del lavoro, non sono ancora in condizione di poter incidere realmente a loro favore nella società.
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LUNE DI PRIMAVERA
Scade il 31 gennaio 2012 il termine per partecipare a “Lune di Primavera 2012”, un concorso letterario per racconti, diari, biografie, poesie indetto dal Comitato Internazionale 8 Marzo in collaborazione con la Regione Umbria e il Comune di Perugia. Il concorso è aperto a: a) immigrate di seconda generazione, b) emigranti attuali, figlie e/o nipoti di emigranti italiani del secolo scorso, c) tutte le donne, di ogni nazionalità e cultura, che amano esprimersi con la scrittura. Gli elaborati possono essere: autobiografici, biografici, memorie, trasmissione orale, fantasia e non devono superare le 700 righe. Saranno esaminati da due Commissioni, ciascuna composta da esponenti del mondo letterario e culturale, che selezioneranno un massimo di 7 scrittrici e sette poetesse. Le opere risultate vincitrici saranno pubblicate nella collana DisArmonie e presentate nel corso della manifestazione “Lune di Primavera” che si svolgerà nella prima metà di giugno 2012 a Perugia.
Per info: tel. e fax 07542316- cell. 349-2328009 - mail: donnemondo1@interfree.it il bando si può scaricare dal sito: http://www.donnemondo.it
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Concorso “Città di Trieste”
È giunto alla ottava edizione ed è aperto a “tutte le donne, di qualsiasi nazionalità e cultura, nonché alle donne detenute”. È il Concorso Internazionale di Scrittura Femminile “Città di Trieste”, indetto dalla Consulta Femminile di Trieste. I lavori devono essere inediti, in lingua italiana, avere una lunghezza massima di 4 cartelle e devono essere inviati entro il 15 gennaio 2012. Molti i premi previsti, in denaro e anche con numerosi riconoscimenti. La Consulta Femminile di Trieste nasce nel 1988 “dalla volontà di tredici Associazioni nella convinzione che i diritti si difendano meglio se sostenuti e condivisi da un sempre maggior numero di persone” ed è con questo spirito che ha pubblicato volumi e organizzato convegni e lezioni.
Tutte le informazioni sul concorso: www.scritturafemminile.it – mail: info@scritturafemminile.it
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