Sarà visitabile fino al 15 marzo l'esposizione che ripercorre la vita straordinaria della 'signora del socialismo italiano, la dottora dei poveri, protagonista assoluta nelle battaglie per l’emancipazione femminile'
La data dell’inaugurazione della mostra “Io, Anna Kuliscioff” non è casuale: il 9 gennaio è il giorno della sua nascita! L’esposizione è organizzata nel Centenario della scomparsa (29 dicembre 1925) di una donna straordinaria la cui vita ha segnato profondamente le vicende politiche e sociali del nostro Paese, “una vita che è doveroso ricordare e portare alla conoscenza di tutti, soprattutto delle nuove generazioni”.
L’iniziativa è della Fondazione Anna Kuliscioff e del Comitato Promotore per le Celebrazioni del Centenario della morte di Anna Kuliscioff e la mostra sarà esposta nella Sala Vetri di Palazzo Moriggia / Museo del Risorgimento (via Borgonuovo 23, Milano) fino al 15 marzo 2025.
La mostra ripercorre la vita di Anna Kuliscioff attraverso cartelli esplicativi ed è suddivisa in 8 sezioni; ogni sezione è introdotta dagli artwork di Chiara Corio dedicati ad Anna Kuliscioff:
- Anna la ribelle, l’Università a Zurigo, l’incontro con Andrea Costa, il carcere (1870-1880);
- Anna e Andrea, Andreina, la lunga strada verso la laurea (1881-1887);
- La dottora dei poveri, il “Monopolio dell’Uomo”, Critica Sociale,il Partito Socialista, la tutela del lavoro femminile e minorile (1887-1898);
- Il salotto, il “Carteggio”, i moti del 1898 a Milano;
- L’impegno di Anna per le riforme, il diritto al voto, La Difesa delle Lavoratrici (1900-1912);
- La Guerra, Wilson, la Rivoluzione Russa, il fascismo (1912-1925);
- In ricordo di Anna: pagine d’epoca, immagini;
- Anna per noi: progetti grafici dedicati ad Anna Kuliscioff degli studenti della Scuola Professionale d’Arte Muraria di Milano, indirizzo ipermediale.
La mostra ha ricevuto il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri- Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali ed il sostegno della Fondazione Banca Popolare di Milano, ed è inserita nel palinsesto di iniziative di Milano è memoria e di Milano si fa storia.
Anna Kuliscioff: la signora del socialismo italiano, la dottora dei poveri, protagonista assoluta nelle battaglie per l’emancipazione femminile.
“Io, Anna Kuliscioff”
Mostra documentaria a 100 anni dalla morte (1925-2025)
9 Gennaio – 15 Marzo 2025
Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento
Sala Vetri-Via Borgonuovo, 23 Milano
Inaugurazione e Presentazione delle iniziative per il Centenario
9 gennaio 2025, ore 16.30
Saluti istituzionali
Liliana Segre, Senatrice a vita, Presidente Onoraria Comitato Centenario Anna Kuliscioff
Francesca Caruso, Assessora alla Cultura Regione Lombardia
Elena Buscemi, Presidente Consiglio Comunale di Milano, Componente Comitato Centenario Anna Kuliscioff
Presentazione delle iniziative in Italia per il Centenario della morte di Anna Kuliscioff
Pia Locatelli, Presidente Comitato Centenario Anna Kuliscioff
Walter Galbusera, Presidente Fondazione Anna Kuliscioff
Giovanni Scirocco, Coordinatore Comitato Scientifico Centenario Anna Kuliscioff
Umberto Ambrosoli, Presidente Fondazione Banca Popolare di Milano
Introduce e modera
Francesca Tasso, Direttrice Area Musei del Castello, Musei Archeologici e Museo del Risorgimento
La vita
Anna Kuliscioff: la signora del socialismo italiano, la dottora dei poveri, protagonista assoluta nelle battaglie per l’emancipazione femminile.
Laureata in Medicina, specializzata in Ginecologia con una tesi di laurea che indica l'origine batterica della febbre puerperale e che contribuisce a salvare migliaia di donne dalla morte dopo il parto, Anna Kuliscioff si trasferisce con la figlia a Milano, che diventerà sua città di adozione.
Rifiutata come medico dall’Ospedale Maggiore perché donna, pratica gratuitamente la professione nell’Ospedale dei Poveri istituito da Alessandrina Ravizza e sino a quando la sua salute, minata dalla tubercolosi, lo permette, sale inesausta per le scale dei quartieri più miserevoli: è la “dottora dei poveri".
È a Milano che Anna Kuliscioff acquista, soprattutto dopo la Conferenza “Il Monopolio dell’Uomo” tenutasi al Circolo Filologico di Milano nel 1890, una grande notorietà.
Vive in Galleria Portici 23 con la figlia e con Filippo Turati, suo compagno di ideali e di vita fino alla sua morte. Della comunanza di intenti e dell’affetto tra Anna e Filippo Turati, resta la traccia in un epistolario, di grande importanza per la storia politica del periodo storico che i due condivisero: il “Carteggio”(1898-1925).
Con Turati fonda, nel 1891, la rivista “Critica Sociale”, la più importante rivista di ispirazione socialista del tempo, di cui cura redazione e amministrazione. Nel salotto di casa riceve, sul suo divanetto verde, il fior fiore della cultura e della politica milanese, i giovani socialisti come Giacomo Matteotti, le donne che trovano in lei un'amica discreta e una confidente sincera.
Nasce il “salotto della Signora Anna”, luogo centrale per il socialismo italiano ed europeo.
Nell’agosto del 1892, a Genova, è tra i fondatori del Partito dei Lavoratori Italiani, (nel 1895 Partito Socialista Italiano), che sancisce la separazione dei socialisti dagli anarchici. Si deve anche a lei la nascita di un partito politico in senso moderno, la prima formazione organizzata della sinistra in Italia.
Anna Kuliscioff frequenta fin dalla sua nascita (1891) la Camera del Lavoro e presta opera assidua sull’ambulanza medica predisposta per le lavoratrici assistendo una umanità sfruttata e sofferente di cui individuale malattie professionali, specialmente per le donne e i fanciulli, dovute alle condizioni generali di lavoro. Chiede al suo partito una legge urgente per tutelare il lavoro femminile e minorile, come simbolo di progresso di tutta la nazione: aveva già presentato un disegno di legge sulla tutela del lavoro delle donne e dei minori nel 1897,ma le reazioni erano state tiepide e insufficienti. Occorreranno altri tre anni prima che il Partito Socialista1o faccia suo e ancora altri due prima che il Parlamento l'approvi (1902, Legge Carcano).
Per Anna Kuliscioff, inoltre, il Partito socialista deve sostenere il voto per tutte le donne ma Turati risponde di no, per lui il voto femminile è prematuro, in quanto le donne, sostiene, non hanno coscienza di classe e favorirebbero le forze conservatrici, una tesi non condivisa da Anna Kuliscioff che ingaggia un appassionato confronto con tutto il partito e, in particolare, con Filippo: è la “Polemica in famiglia” (1910) che si sviluppa sulle pagine di Critica sociale. Al congresso di Ancona Anna riesce a far votare un ordine del giorno che impegna il Partito a presentare un emendamento in cui si dichiari che il voto non ha distinzione di sesso. Sarà Turati a presentarlo in Parlamento, ma raccoglie solo 48 voti e viene respinto. Per Anna la delusione è grande e commenta: “Ormai l’italiano per essere cittadino non ha che una precauzione da prendere: nascere maschio”.
Ma Anna Kuliscioff non demorde: scrive la piattaforma programmatica “Proletariato femminile e Partito Socialista”, incita le donne alla partecipazione attiva con “Donne proletarie a voi!, nel 1912 fonda ‘La Difesa delle Lavoratrici’, rivista che abbandona per motivi di salute nel 1914, dove confluiscono tutte le migliori penne del socialismo femminile italiano.
“Guerra alla guerra” è l’appello di Clara Zetkin, che Anna Kuliscioff raccoglie su ‘La Difesa delle Lavoratrici’ nel novembre 1912, allo scoppio della guerra in Libia; è tra i primi a denunciarne il carattere imperialistico e a chiedere l’opposizione del Partito Socialista e quando scoppia la prima guerra mondiale con lungimiranza intuisce che, per fermare gli imperialisti delle grandi potenze, diventa inevitabile l’entrata in guerra dell’Italia.
Anna Kuliscioff, nel 1917, alle notizie di rivolta che giungono dalla Russia, è entusiasta di fronte a una rivoluzione che abbatte il regime zarista, riconoscendone il carattere democratico, la portata mondiale e le conseguenze militari per le sorti della guerra, ma dopo la presa di potere da parte dei bolscevichi, nel “Carteggio”, ne denuncia la «dittatura terroristica» e con intuito politico coglie subito le tendenze autoritarie ed espansionistiche del regime bolscevico, individuando in Lenin il «primo zar del comunismo».
Nel 1918 Anna Kuliscioff è la prima fra i socialisti a cogliere l’importanza della linea politica del Presidente americano Wilson e dei suoi quattrodici punti, che riaccendono in lei le speranze per una pace immediata e la futura costruzione degli Stati Uniti d’Europa.
A guerra finita, nel 1919, il volto dell’Italia è completamente cambiato: forti agitazioni sociali, nascita dei “fasci italiani di combattimento” di Mussolini, presa di Fiume da parte di D’Annunzio. La marcia del fascismo è inarrestabile: i partiti democratici non sanno trovare la strada dell’unità per contrastare il nascente regime. La condanna della Kuliscioff è ferma: il fascismo è per lei tutto ciò contro cui ha vissuto.
L’assassinio di Matteotti, il suo “caro ragazzo” fu per Anna Kuliscioff un colpo terribile: cadute le ultime speranze nella rinascita delle forze democratiche del paese, affronterà gli ultimi mesi di vita con un senso di profonda sconfitta e grande solitudine.
Anna Kuliscioff scompare il 29 dicembre 1925: il suo funerale, a cui parteciperanno centinaia di persone, tra cui moltissime donne, sarà funestato da alcuni fascisti che si scagliano contro le carrozze, strappando bandiere e corone.
Sala Vetri, Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento – piano terra, spazi espositivi via Borgonuovo 23, Milano 9 Gennaio –15 Marzo 2025 martedì - domenica : 10.00 -17.30 (ultimo ingresso ore 17.00) Lunedì chiuso / Ingresso gratuito
T. +39 02 884 64177 – 64173 | c.museorisorgimento@comune.milano.it |www.museodelrisorgimento.mi.it T. +39 02 2365189 | info@fondazioneannakuliscioff.it | www.fondazioneannakuliscioff.it |
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