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A Milano incontro con Alicia Iglesias (Spagna), Saba Najafi (Iran) e Yuko Tsukamoto (Giappone)

A Milano incontro con Alicia Iglesias (Spagna), Saba Najafi (Iran) e Yuko Tsukamoto (Giappone)

Nella città centro internazionale d’arte contemporanea il filo rosso che lega tre donne: l’arte che esplicita valori positivi costituisce una forma di resistenza

Venerdi, 16/12/2022 - Milano è città internazionale per diversi aspetti,  uno  di questi è sicuramente costituito  dall’arte. La presenza di artiste e artisti di rilievo, dell’Accademia di Belle Arti di Brera, e il credito di cui l’istituzione gode, hanno fatto sì che altre e altri artisti, già diplomati o laureati nelle Accademie dei paesi d’origine, abbiano deciso di seguire ulteriori corsi di studi a Brera.

Ciò  è vero anche per due delle artiste delle quali desidero scrivere,  Saba Najafi e Yukoh Tsukamoto.  La prima proveniente dall’Iran, laureata a Teheran, ha frequentato pittura e arte terapia  a Brera, la seconda, già laureata in Giappone, si è iscritta a pittura.

Ad esse aggiungo Alicia Iglesias, nata in Spagna.


 

 
















Le tre artiste, ormai ben inserite nell’ambiente artistico della città, sono arrivate a Milano tra il 2008 e il 2014. Come per tutte le persone che migrano da un paese all’altro  hanno dovuto scontrarsi con l’insufficiente  padronanza della lingua italiana e con  la chiusura dell’ambiente artistico milanese. Tre docenti universitarie haunnno saputo ricostruire una propria identità affrontando il problema dell’immigrazione, durissima perché strappa dalle proprie radici,  del permesso di soggiorno e di un lavoro  che permettesse di vivere in autonomia. 

E’ stato molto interessante confrontarsi all’interno di una casa davanti a una tazza di caffè. Ho conosciuto queste tre artiste in diversi momenti, Yukoh vari anni fa, Saba nel 2020 e Alicia quest’anno. Le loro modalità espressive mi hanno colpita e mi hanno trovata in sintonia.

Tutte rispettano e amano la natura e questo sentire viene esplicitato nel loro fare. Alicia, nel giorno della raccolta della carta, gira per Milano a caccia di cartoni per realizzare le sue sculture. Yukoh  e Saba sono attratte dalle forme naturali degli alberi che restituiscono Yukoh avvolgendole con reti sospese, Saba con fili di cotone o di seta richiamando la poesia farsi.

Tutte sono partite dalla pittura nei propri luoghi di origine per espandere poi il proprio agire in altri campi. Alicia, ‘malata di pittura da quando aveva quindici anni’, si è dedicata anche alla stampa, alla fotografia e alla tridimensionalità.  Yukoh, a Milano, ha lavorato nella Stamperia di arte grafica do  Giorgio Upiglio  e si è dedicata all’incisione e alla ceramica. Saba ha elaborato, attraverso l’uso di stoffe e fili, una modalità elegante di espressione artistica.  

Tutte hanno vissuto con ansia il problema della  tranquillità economica  e hanno dovuto inserirsi  nel mondo del lavoro in ruoli diversi rispetto all’insegnamento di arte  ad alto livello.

Tutte sono, innanzitutto, donne.  

Saba Najafi, artista visiva e arte terapista, è arrivata a Milano nel 2008 per un dottorato di ricerca in Storia dell’arte al Politecnico di Milano ma ha poi deciso di dedicarsi all’attività artistica. Laureata nel 2005 in pittura all’Università di Arte Teheran dove ha frequentato un master.


All’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2013 frequenta pittura e, tra il 2018 e il 2021, un corso di Arte terapia.

Ha esposto le sue opere in mostre personali nel 2022 a Genova e al Museo del Setificio Monti di Abbadia Lariana e in numerose collettive sia in Italia che in Iran e in Gran Bretagna utilizzando materiali naturali e inserendo frasi del suo diario personale in lingua Farsi.

 


Ha partecipato a residenze artistiche. E’ coautrice del libro Come fare della propria vita un capolavoro attraverso l’Art Coaching.

Saba ritiene che le pietre pietre  costituiscano i residui del vissuto della terra di  migliaia,  milioni di anni e che possiamo considerarle la memoria della terra.

"Nella serie di Stone as Memories o Refuge - sostiene Saba - creo le pietre con la cartapesta, le ricopro di fili e strisce di cotone che rappresentano simbolicamente il legame con il nostro vissuto. Nella prima serie è inserita la calligrafia persiana con  scritte sovrapposte, non  leggibili perchè la memoria costituisce  vissuto personale. Le mie pietre  sono leggere come l’immaterialità della memoria. Alcune  sono attraversate da un ramo,  un frammento di  albero che rimanda all’albero della vita e ci ricorda che siamo parte della natura".
Altre pietre, sottili e avvolte da fili di cotone annodati, vengono poste in scatole d’archivio come Cose da ricordare.

Yukoh Tsukamoto, laureata in pittura ad olio all’Università di Tokio si specializza poi in litografia. Insegnante di arti plastiche in diversi ambiti scolastici e di litografia al Centro di Cultura di Osaka, nel 2019 fonda una scuola di litografia Atelier 410 lito. Nel 2011 si diploma in pittura all’Accademia di Brera. A Milano dal 2003, nella stamperia di Upiglio ha potuto conoscere diversi artisti ed  ha appreso molto bene le diverse tecniche grafiche. Da sempre il suo desiderio è stato quello di poter realizzare una propria mostra in Italia, il paese dell’arte, della cultura.  

Yukoh ama passeggiare nei boschi durante le giornate di bel tempo, avvolta dalla luce che fora le cupole di foglie. Sostiene che "nell’aria fresca e tranquilla del bosco, quando si fissano gli alberi intorno, in questa effusione di luce, possiamo fare incontri inaspettati e, sotto i nostri piedi, dalle foglie e dagli sterpi secchi si sprigiona l’odore della nuova vita che rinasce". Yukoh raccoglie i piccoli doni che il bosco offre e, dopo aver ringraziato gli spiritelli silvestri che volano tra i rami e tutte le creature che nel bosco vivono, nel suo studio dà forma al suo sentire.

Ha esposto le sue opere in numerose personali in Italia e in Giappone, a Osaka e a Tokio. Ama esprimersi attraverso la grafica d’arte e predilige la Gum print e il monotipo, tecniche attraverso le quali interpreta  con grande eleganza e professionalità il senso profondo del suo rapporto con la natura. La stessa eleganza e padronanza della tecnica che le permette di realizzare libri d’artista di grande qualità. 

 

Alicia Iglesias  Si  è laureata in Belle Arti presso la Facultad de Bellas Artes dell’Università Computense di Madrid specializzandosi in pittura e, successivamente, si è trasferita in Italia per ragioni familiari.

Anche per lei, pur essendo europea, è stato faticoso l’inserimento sia per difficoltà burocratiche che  per la questione linguistica e per l’impegno familiare. Ha esposto  le sue opere in mostre personali a Madrid, Valencia, Parigi, Mallorca e in numerose mostre collettive in Spagna, in Francia, in Germania e in Italia. Ha ricevuto premi e ottenuto borse di studio.
Negli ultimi anni si è dedicata, sempre mantenendo una grande attenzione al disegno e alla pittura, alla realizzazione di opere tridimensionali e alla composizione di libri d’artista mantenendo la propria attenzione su tre temi: Creatrici nell'ombra (ritratti di donne creatrici dimenticate dalla storia), Renaissance (opere simboliche ispirate alla Mitologia) e Natura. 

 

Interpellata sulla poetica relativa al proprio lavoro Alicia ha detto "a volte mi sembra che usare il termine bellezza nell'arte contemporanea sia un atto di ingenuità, ma non credo sia così. Cercare di creare bellezza, creare opere che trasmettano calma, pace nei tempi in cui siamo immersi,  mi sembra un atto di resistenza".

 

 

 

 

 

"Il mio obiettivo è creare bellezza attraverso diverse tecniche (ho bisogno di sperimentare): libri d'artista, pittura, scultura, fotografia, arte tessile... Creare opere che  suggeriscano,  attraverso un disegno sottile, textures intense e colori evocativi", un’idea di mondo diverso, possibile.
C’è, nel dire di Alicia, un sentire che, pur nelle esperienze diverse, torna a legare queste tre artiste, e anche me, è l’idea che il praticare l’arte esplicitando valori positivi costituisca una forma di resistenza.


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