A Marzia Di Pastina l'Innovation Award for Women Farmers: agricoltura, innovazione, cooperazione
Copa e Cogeca hanno assegnato il riconoscimento alla giovane imprenditrice per le strategie sostenibili messe in atto (Legacoop Lazio)
Mercoledi, 18/10/2023 - Donna, giovane, imprenditrice e cooperatrice nell’animo: a vincere la settima edizione dell’Innovation Award for Women Farmers 2023 a Bruxelles è stata Marzia Di Pastina, socia amministrativa della “San Lidano” e Ceo dell’azienda Lid.Mar, che produce ortaggi e li conferisce alla cooperativa con sede a Sezze, nell’Agro Pontino. Il riconoscimento per le strategie sostenibili messe in atto dalla giovane arriva da uno dei gruppi di rappresentanza più importanti a livello europeo: Copa, voce di oltre 22 milioni di agricoltori, e Cogeca, che difende gli interessi delle cooperative agroalimentari nell’area Schenghen.
Dedicato alle donne che hanno investito in agricoltura e ai loro progetti sostenibili, il concorso internazionale ha premiato il lavoro della trentatreenne che ha avviato una start up che segue le orme della cooperativa San Lidano e lavora con il suo stesso spirito.
“Ho voluto fortemente dare vita a una realtà che rispondesse pienamente ai miei valori e desse rilievo alla mia volontà di fare agricoltura tutelando l’ambiente: in tre anni i risultati sono stati ottimi. Ho avuto il sessanta per cento di risparmio dei consumi energetici e il 30% in termini di riduzione di CO2: tutto questo in una azienda che si estende su 20 ettari di terreno, otto dei quali sono sotto serra con produzioni in un tunnel di nuova generazione- ci ha raccontato durante una intervista-. Fondamentale è stato investire in macchinari innovativi e nelle fonti rinnovabili con un impianto fotovoltaico con un gestore che garantisce il 100% di energia da fonti rinnovabili”. L’impresa che produce verdure a foglia, bieta, spinaci, cicoria e ortaggi a foglia, ma anche baby leaf come rucola, lattughino e spinacino, indivia, riccia, scarola e radicchio, è anche ben posizionata nella produzione di anguria. “Per quanto riguarda l’acqua, ho investito in impianti di micro irrigazione che riducono i consumi del 57% e raccolgo le acque vicino le serre affinché quella piovana non vada sprecata. Oggi come oggi il risultato ottenuto è del risparmio del 50% del consumo di acqua” spiega soddisfatta.
Cresciute nell’Agro Pontino e originaria di Sezze, Marzia Di Pastina è nata nel 90 e si è presto innamorata dell’agricoltura perché è cresciuta nelle campagne di Sezze. “La mia famiglia ha sempre lavorato nel settore, a partire da mio nonno che coltivava dei terreni e commercializzava i prodotti tra Roma e Latina – racconta-. Ma è stato mio padre ad investire sulla quarta gamma e a fare una serie di investimenti importanti in terreni ma anche in nuovi impianti. E io, nonostante la mia giovane età, anche quando andavo a scuola, respiravo il profumo della terra di famiglia -dice-. La cooperativa San Lidano è nata nel 97, poi mio padre ha dato impulso a una sua evoluzione nel 2006, e io ho da sempre seguito con interesse il lavoro della famiglia, dalla campagna alla trasformazione degli ortaggi e della quarta gamma. Così, finiti gli studi, ho scelto di lavorare in azienda. Col tempo, ho pensato di creare qualcosa che fosse mio, staccato dalla San Lidano, creando una identità al mio ruolo nell’azienda e investendo da sola su un progetto che comunque si legava ai valori della famiglia ma che mi consentisse anche di lanciarmi su altre idee che fossero solo mie”. Determinanti sono stati gli aiuti derivanti dai bandi del PSR della Regione Lazio. “Sono stati di grande aiuto all’inizio. Certo, avendo anche terreni a cielo aperto e non tutti sotto serra, talvolta ho incontrato delle difficoltà derivanti dal clima e dalla stagionalità che non sempre va a favore degli agricoltori” spiega. E intanto progetta di poter investire in nuovi tunnel e altre serre per mettere in sicurezza dal cambiamento climatico le coltivazioni. “Vorrei anche investire su altro: penso a una fattoria didattica e a un agriturismo” dice. E mentre progetta, non si sente sola: “Noi donne in agricoltura iniziamo ad essere sempre più presenti – racconta-. Ciò che invece mi preoccupa è la presenza dei giovani: non so quanto sia diffusa la consapevolezza del valore dell’agricoltura. Non sanno quale sia il valore di coltivare una cosa e di vederla crescere. La cooperativa San Lidano, per fortuna, ha investito tanto anche su figure junior e ci sono molti ragazzi della mia età che sono per me colleghi e non dipendenti”.
E di questo premio dice: “Ne sono felice. Io di natura sono ottimista ma non sono competitiva e è stato per me un onore già solo essere arrivata tra le cinque finaliste a Bruxelles, figuriamoci vincere. L’emozione più bella è stata ascoltare le storie delle altre finaliste e il racconto di altre realtà create da tante donne in Europa. Quando ho scoperto di aver vinto, ho avuto qualche secondo di forte stupore. Non me lo aspettavo e sono stata molto orgogliosa sia per me che per la mia famiglia e i nostri collaboratori”. Articolo pubblicato il 17 ottobre da Legacoop Lazio
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