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A mangiare intelligente c'è più gusto. Parola di Slow Food

A mangiare intelligente c'è più gusto. Parola di Slow Food

Nutriamo il mondo/3 - Micaela Marzoli, formatrice di Slow Food, spiega come e perché è meglio mangiare sano

Bartolini Tiziana Lunedi, 03/11/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2014

“Sono tre i principi per imparare a fare una buona spesa: buono (organoletticamente secondo natura e stagione), pulito (biologico, se possibile, o almeno cercando di conoscere il contadino e come lavora la terra), giusto (che non sia il prodotto di sfruttamento delle persone e dell’ecosistema). Insomma, equo e solidale. Un po’ di impegno ci vuole, neppure troppo, ma certamente vale la pena conoscere quello che mangiamo”. Micaela Marzoli è una formatrice di Slow Food e ci contamina con il sorriso e la grazia con cui porge la saggezza, la cultura e i saperi che l’organizzazione fondata da Carlo Petrini diffonde. “Rispettiamo il lavoro che ha la cura di un territorio, che tutela un ecosistema. Rispettiamo il contadino che coltiva per noi un terreno pulito. Recuperiamo i Mercati della terra, torniamo dai contadini a comprare la frutta e la verdura”. Ma i morsi della crisi economica si fanno sentire e i supermercati aiutano a risparmiare. Anche il tempo è merce rara e i contadini non si trovano sotto casa, soprattutto se abiti in città. “Slow Food è sensibile a questo tema e infatti tra le nostre attività includiamo la lotta allo spreco di cibo, insegnando ad usare gli avanzi preparandoci piatti gustosi, ma anche organizzando e promuovendo le reti di scambio di cibo. Produco pomodori e li scambio con le tue zucchine. Se non produco nulla possa mettere a disposizione il pane che faccio o la pasta madre. Poi insegniamo come farsi un orto in casa, sul balcone, in giardino”. Insomma le vie del risparmio e della salute sono infinite! “E ci si diverte, anche. Penso al progetto che sollecita a fare eating in piazza, social street”. Sarebbe a dire? “Ci si trova nel proprio quartiere con gli avanzi della dispensa e del frigorifero. C’è lo scambio e c’è la conoscenza. Imperativo: non usare stoviglie di plastica. Alla fine ognuno se le riporta a casa e le lava. Tutto questo vuol dire tornare al buon senso e ad un’idea di fratellanza. Poi c’è un altro aspetto legato al risparmio, parlando di cibo. I prodotti di qualità sono più nutrienti e, a differenza degli altri, ne possiamo mangiare di meno. Il pane fatto secondo i nostri criteri - buono, pulito, giusto, fatto con ingredienti di qualità - costa il doppio ma dura di più ed è ottimo anche quando è raffermo”. Il dubbio viene: non è che a Slow Food piacciono le donne relegate in casa a fare marmellate e biscotti? “Per Slow Food le donne sono le custodi delle buone tradizioni antiche, sono la vera creatività e anche il futuro perché sono state in grado di cavarsela in tutte le situazioni di difficoltà”. Ci convince Micaela, anche perché cita più e più volte la Terra Madre, archetipo di un femminile autorevole, poi Vandana Shiva, notissima, e Alice Water, che negli anni settanta in America ha iniziato la guerra al ‘cibo spazzatura’ portando nelle scuole l’idea degli orti. L’attenzione alle donne è confermata anche nelle numerose iniziative editoriali e nei progetti che aiutano nella quotidianità. Il sito www.slowfood.it è ricchissimo di materiali accessibili gratuitamente, di informazioni sui territori dove è possibile conoscersi e incontrarsi. C’è la Rete degli spacciatori di pasta madre e le ricette di recupero, ci sono le indicazioni per saper leggere le etichette per capire se la gallina che le ha prodotte è allevata a terra o in gabbia. Un particolare che cambia, e molto, quell’uovo che mangiamo, con cautela, non più di una o due volte a settimana.





DIAMOCI UN TAGLIO. Come scegliere la carne: poca ma buona, pulita e giusta. Si fa presto a dire carne, ma quanto costa all’ambiente allevare il bestiame? Che impatto ha sulle persone? Come avviene la macellazione? Cosa è l’allevamento industriale? Poi ci sono le buone pratiche e le ricette di fegatini e di fave.

MANGIAMOLI GIUSTI. Informazioni sul pesce da comprare e quando (triglie, sardine, palamita in inverno oppure sugarello, sogliola o gallinella in estate ecc). E quello da non comperare, come il tonno rosso (che sta scomparendo) o il salmone (le scorie di allevamento sono altamente inquinanti), come il pesce spada (parte del pescato deriva dalle spadare, vietate dall’Onu e dell’UE, ma ancora diffuse) o i gamberi tropicali (gli allevamenti costituiscono la causa principale hanno un forte impatto sugli habitat costieri).

FULMINI E POLPETTE. Buone pratiche e cattive abitudini a confronto per comprendere l’importanza di scegliere locale e non globale, oltre che equo e solidale.

IN BOCCA AL LUPINO. Il lupino è un vecchio legume italiano molto nutriente, con grande capacità di svilupparsi in casa e che si presta a fare il pane e anche il ragù… Una vecchia ricetta che abbiamo dimenticato! Un libretto pieno di ricette e informazioni anche su cicerchia, fava, fagiolo e lenticchia.

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