A Lumarzo sarà un 8 marzo con l'arte di Annamaria Cavalieri
Un'intervista anticipa l'evento che si tiene nell'ambito delle iniziative del progetto Teatro DiLetto con i malati oncologici. La mostra è visitabile fino al 19 marzo
Venerdi, 05/03/2021 - Sarà una Festa della donna, lunedì 8 marzo, particolare a Lumarzo, piccolo paese dell'entroterra genovese, noto soprattutto perché nella frazione di Rossi, sul finire del XIX secolo, nacque Natalina "Dolly" Garaventa, mamma del grande Frank Sinatra. Una donna forte come poche emigrata da piccola con i genitori a Hoboken, in New Jersey, dove all'età di 18 anni diede alla luce "The Voice". Da allora un impegno costante a favore del figlio e del Partito Democratico. Ma la storia che lunedì prossimo si racconta è un'altra, riguarda Annamaria Cavalieri, romana, finita in Val Fontanabuona, da circa 5 lustri, per motivi di lavoro. Artista sensibile e capace che alterna poesie a quadri che purtroppo sta attraversando un periodo non facile a causa di una malattia. A seguirla l'associazione Gigi Ghirotti del professor Franco Henriquet che si occupa di assistenza socio-sanitaria per le persone che necessitano di cure palliative: a domicilio e in due hospice a Genova. Lunedì 8 marzo, alle ore 11, nell'edificio che ospita il municipio ci sarà il vernissage della mostra poetico pittorica delle opere di Annamaria. Merito della sensibilità del sindaco Daniele Nicchia che ha accolto l’invito delle associazioni Gigi Ghirotti, Città di Genova e Istituto di Biotetica, patrocinando l'iniziativa. Grazie a un’idea di Ivano Malcotti è nato il Teatro DiLetto che si prefigge lo scopo di essere vicino ai malati seguiti dalla Ghirotti mettendo in scena negli hospice o presso la loro abitazioni, ricordi, desideri o opere. Un lavoro di squadra che vede impegnato il personale medico, volontari, psicologi e tanti artisti che generosamente partecipano al progetto. La mostra avrebbe dovuto svolgersi presso l'abitazione della Cavalieri, ma la situazione pandemica e le condizioni di salute hanno fatto propendere per una soluzione diversa. In occasione della Festa della donna si svolgerà l’inaugurazione alla presenza del sindaco Nicchia di Henriquet e di poche persone, come le attuali norme per evitare il contagio della pandemia impongono. I presenti si recheranno poi presso l’abitazione della Cavalieri per un saluto e complimentarsi con l’artista. La mostra potrà essere visitata dall’8 al 19 marzo, orario 9–12 dal lunedì al venerdì.
Massimo Lagomarsino
Intervista ad Annamaria Cavalieri raccolta da Ivano Malcotti Annamaria come ti sei avvicinata alla pittura? È la pittura che si è avvicinata a me. Mio papà dipingeva per cui le pareti delle nostre camere erano tutte piene di quadri e io sono cresciuta con i suoi quadri.
Cosa rappresenta per te la pittura e il disegno, ma anche la poesia? Rappresenta la mia interiorità. Scrivere è una specie di terapia perché scrivendo uno mette fuori tutte le cose che prova, quindi anche i dispiaceri, i sentimenti, i ricordi. La pittura è lo stesso, è parte di quello che è, dentro, ogni persona e che riesce sviluppare.
Come dialogano tra di loro la tua pittura e la tua poesia? Dialogano benissimo perché sia la poesia che la pittura interagiscono nel tempo, quindi poi la pittura me la riguardo perché i quadri sono attaccati alle pareti e le poesie le rileggo, di meno, però le ho scritte. Per cui pittura e poesia interagiscono bene tra loro.
Come si è trasformata nel tempo la tua arte? Come si può trasformare un racconto: piano piano, col tempo è andata avanti dalle cose più semplici alle più difficili rimanendo sempre sul filo della mia fantasia.
Quanto è inciso il dato autobiografico, il desiderio di raccontare e raccontarsi nella realizzazione delle tue opere? No, no è stato soprattutto per me stessa, non per gli altri; tutto quello che ho fatto l’ho fatto per me stessa, certamente ha dato anche agli altri però l’ho fatto per me stessa. È una cosa mia, che è venuta da me, per me, per aiutarmi, per essere diciamo tranquilla. Quando scrivo e quando dipingo io mi tranquillizzo, vedo il mondo in un modo diverso.
Il tempo, il ricordo, la memoria, cosa rappresentano per te? La vita di un ognuno di noi. Ognuno ha un percorso di vita più o meno, diciamo, scombinato, buono o cattivo… però è il cammino della tua vita e quindi il cammino che hai fatto finora.
Quali sono le tue fantasie ma anche i tuoi fantasmi? No, non fantasmi. La mia vita è fatta di ricordi perché io soprattutto ricordo. Dell’infanzia ho ricordi belli e ricordi brutti, ricordi di quello che mi è capitato nella vita l’ho preso, nel bene e nel male cercando di andare avanti, di guardare sempre avanti tenendomi però il carrettino dei ricordi e carrettino dei pensieri e sempre tenendolo attaccato perché i ricordi non vanno dimenticati e la vita passata non va dimenticata, soltanto che bisogna andare avanti. Avanti…
Che impressione ti suscitano i tuoi lavori appena conclusi ? Tante volte mi sono piaciuti, tante volte no. A volte ho detto che sono sta brava, a volte mi dico che sono schifezze (ride...)
Qual è stato il riconoscimento più importante che hai ricevuto… come premi o come critiche, osservazioni ..... Guarda… il piacere che prova una persona quando vede qualcosa che ho fatto io, quando ascolta una poesia che ho scritto, quando la vedo commuoversi, la vedo interiorizzare il mio pensiero nel suo pensiero.
Qual è la cosa a cui tieni di più, escludendo i tuoi affetti familiari? Il mio cane, che è il mio bambino e il mio compagno di giochi, condivide con me tristezze e allegria. Ha un’intelligenza strana perché è un cane che capisce tutto, tutto, tutto, tutto.
Cos’è che ti piace di te e cos’è che proprio non sopporti di te? Lo sai che ti dico… che prima, quando ero giovane avevo il problema del naso a patata, ci ho sofferto tanto. Adesso che sono vecchia posso anche accarezzarlo.
Se dovessi fare un profilo della donna e dell’artista di Annamaria Cavalieri come lo faresti, cosa scriveresti? No, non potrei mai. Devo rimanere molto nel basso perché l’arte che ho io, quella che mi sento, è molto umile, molto bassa. Non posso paragonarmi a niente per cui mi va bene così, perché a me a me ha dato soddisfazione, al mio cuore ha dato soddisfazione.
Come donna come ti definisci? Terribile. Sono stata stata buona e cattiva, sono stata dolce e aggressiva, sono stata tutto nella mia vita, ho un ciclo completo.
Come nascono i tuoi quadri e le tue poesie? Di notte, nascono di notte. Quando è buio, quando non c’è musica, quando sono sola con me stessa.
L’istintività, l’immediatezza del gesto possono avere come conseguenza anche un errore, un’imperfezione: come vivi quando vedi nel tuo quadro un’imperfezione? Quando dipingo faccio prima una specie di bozza su cui lavoro, se sbaglio cancello e ci torno sopra.
La tua la definiresti più una pittura lenta o veloce? Giornaliera, sì perché è un po’ per giorno.
La tua mostra che si intitola “Una vita” si inaugura l’8 marzo. Cosa simboleggia per te questa Giornata? L’8 marzo è la donna, la donna che soprattutto in questo ultimo periodo è stata massacrata da tutto e soprattutto dagli affetti più vicini. Questo è sempre stato perché comunque nella mia vita lo so cosa vuol dire, ma questo ultimo periodo è veramente micidiale. Quasi una donna al giorno viene ammazzata dal compagno. È devastante. Proteggiamo le donne, in famiglia, negli affetti. Proteggiamole educando fin dalla scuola i bambini, i ragazzi a capire che cosa vuol dire che il maschio non è maschio perché è un ente superiore. Il maschio e la femmina devono camminare affianco, aiutarsi. Non c’è nessuno superiore all’altro, non esiste.
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