Gubbio. Non sono tutte donne, ma le prime iniziative le hanno fatte loro, sono loro che sono intervenute, un anno fa, alla presentazione del nefasto progetto di ristrutturazione e riuso delle Logge dei Tiratori che prevede l’incredibile chiusura in vetri e acciaio di un loggiato del ‘600. Sono loro che si sono sentite in dovere di conservare, curare, difendere un patrimonio storico che non ha uguali in Italia. Gubbio, città antichissima e nobile, preesistente a Roma, è sotto attacco per quello che Tomaso Montanari ha definito “Lo scempio dell’opificio” e le donne hanno preso l’iniziativa di lottare fondando un comitato cittadino per i beni architettonici e paesaggistici.
Si sono ritrovate, diversissime per storia e credo politico, e hanno coagulato intorno a sé un gruppo agguerritissimo di cittadini di Gubbio, tutti innamorati della propria città e determinati a combattere fino alla fine, in una guerra che ha visto far ricorso alle armi dei manifesti e ai convegni, alle interrogazioni parlamentari e alle lettere sdegnate al ministero dei beni culturali colpevole di aver autorizzato un simile affronto all’antica città. Prima in due, tre, poi sempre più numerose, si sono fatte forza dei pareri di Italia Nostra e Terra Mater, e poi di Settis, Fofi, Berdini...tutti si sono pronunciati contro questa “disneyzzazione del loggiato". E la lotta è ancora in corso, sempre con quel gruppetto di donne in prima fila, che si preoccupa di conservare, di avere cura, com’è proprio della storia di tutte le donne.
Qualche notizia sulle Logge: Le Logge dei Tiratori, andando oltre agli elementi propri che fanno di questo compendio immobile una testimonianza unica della storia e dell’architettura della città, di cui la chiesa detta “dei Bianchi” è parte integrante, costituiscono, per dimensione e collocazione, il vero e proprio proscenio della parte monumentale collocata nella parte centrale del centro storico. L’ampio spazio antistante, l’ex foro boario, il largo della Piazza 40 Martiri, dilata ulteriormente questa caratteristica esasperandone, se così possiamo dire, la sua importanza nella definizione dell’aspetto e del panorama urbano. In estrema sintesi le Logge, evidentemente non progettate né in quanto tali né nella loro ubicazione a tal fine, sono la vera e propria porta di ingresso alla parte monumentale più rappresentativa di Gubbio, finendo per essere parte integrante ed indispensabile di questa.
Gli eugubini sentono “loro” e vivono con familiarità le Logge, non per la loro storia, ma perché la convivenza ha portato ogni eugubino a “fare l’occhio” con un edificio così “ingombrante”. Le Logge sono “ingombranti” nella loro dimensione spaziale, ma “leggere” grazie a un loggiato snello, non appesantito da elementi decorativi, essenziale in quanto definito soltanto dai suoi elementi strutturali, pilastri sottili che devono sostenere una copertura costituita dai soli elementi funzionali. Le Logge non costituiscono un diaframma visivo da e verso il resto del centro storico semplicemente perché sono “aeree”, nella loro essenzialità strutturale, sono “aperte”, sono un proscenio, non un sipario.
Il dramma che si sta consumando a Gubbio in queste ore ha radici lontane e ora l'obiettivo di chi persegue il progetto di chiudere il loggiato è presto spiegato: realizzare una sala congressi! Riusciranno le donne a scongiurare la deturpazione di un pezzo di storia? La presidente Maria Grazia Fiorucci, insieme a Maria Vittoria Ambrogi, Giovanna Nigi, Maria Clara Pascolini, a Paola Vagnarelli e a tante altre donne, tutte attive nel campo culturale e d’impegno civico, giurano che non faranno passare uno scempio simile, a costo di incatenarsi alle colonne del loggiato. Donne contro banchieri e cementieri...finora è un anno che sono riuscite a tener loro testa, a colpi di manifesti, interrogazioni e convegni. Se riuscissero a far valere le loro ragioni, la città tutta intera dovrebbe ringraziarle.
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