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A come Agricoltura D come Donna

A come Agricoltura D come Donna

Intervista con Daniela Valentini - Sostenere con finanziamenti i giovani e le donne

Martedi, 29/12/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2009

L’Assessore regionale all’Agricoltura, Daniela Valentini, coglie l’occasione della Biofiera, manifestazione giunta alla quarta edizione e che si è confermata appuntamento atteso da centinaia di migliaia di visitatori attenti alla salute e alla qualità del cibo, per fare il punto sulla situazione.

“In questi cinque anni abbiamo approvato otto nuove leggi nell’intento di supportare l’agricoltura della Regione Lazio in quanto comparto produttivo importante, in grado di rinnovarsi e di essere al passo con le nuove frontiere che il mondo agricolo è chiamato a valicare”.



Come è cambiata l’agricoltura in questi anni?

L’agricoltura nel Lazio fino a qualche anno fa era piuttosto arretrata; non era riuscita a ‘fare sistema’, mancava una strategia economica complessiva, realtà molto singolare se si pensa che il Lazio per l’80% è un territorio rurale.

Era necessario realizzare e promuovere un circuito virtuoso dei nostri prodotti, valorizzare la qualità e le nostre eccellenze. Poi tutto andava messo a ‘sistema’. Abbiamo cercato di accelerare questo processo, a partire dall’approvazione in Consiglio regionale delle leggi e dei relativi atti necessari. I risultati oggi sono sotto i nostri occhi: ad esempio con la legge sugli agriturismo abbiamo triplicato le strutture passando dai 200 di quattro anni fa agli attuali 600. Faccio notare che la Toscana, quando noi abbiamo iniziato il nostro mandato in Regione, ne aveva ben 3000!



L’atto di programmazione fondamentale, quello che costruisce le prospettive future per il settore, è stato il Piano di Sviluppo Rurale.

L’impostazione data al nostro PSR, diversamente dal passato, è stata quella di abbandonare i finanziamenti a pioggia e di privilegiare esclusivamente iniziative che puntavano a fare sistema. Per questo abbiamo voluto premiare solo le aziende che hanno saputo progettare insieme e puntare sulla filiera, fino alla commercializzazione. L’altra scelta strategica è stata quella di sostenere con finanziamenti i giovani e le donne, questo perchè l’agricoltura nel Lazio era, ed è molto arretrata e invecchiata, con un futuro molto difficile da ricostruire. Il 12% nel nostro Piano di Sviluppo Rurale è stato destinato ai giovani, unica regione d’Europa che ha fatto questa scelta. Una scelta che ha dato dei frutti, considerate le nuove realtà che oggi emergono nel Lazio. Tantissime donne sono diventate titolari di aziende che prima aiutavano nell’ombra. Mentre mariti e fratelli hanno progressivamente abbandonato le campagne, le donne sono rimaste, testardamente, presidiando il territorio e mantenendo aperte anche le piccole realtà lavorative. Le donne sono diventate il nostro presidio nel territorio, lavorano con passione, con la voglia di rischiare, nonostante la crisi economica di oggi, con lo sguardo rivolto sia alla conservazione delle tradizioni sia alle nuove sfide dell’innovazione.

Ho pensato che dare il 40% alle donne fosse un modo per aiutare a trainare l’agricoltura nel suo complesso. Non a caso, infatti, le aziende più innovative nel Lazio sono a titolarità femminile, un doppio valore se si pensa che agricoltura è anche salvaguardia e tutela del paesaggio, sicurezza alimentare, salute e benessere.

L’agricoltura è dunque qualcosa di molto prezioso: se molla la presa un agricoltore, sicuramente il terreno su cui ha lavorato per anni diventerà facile preda della speculazione edilizia e della devastazione.



La salute e il benessere, questioni su cui lei ha puntato molto anche con la legge regionale ‘NO OGM’.

In attesa di capire cosa succederà con gli organismi geneticamente modificati abbiamo scelto il diritto di precauzione per i cittadini e la tutela della salute, privilegiando la qualità e la competizione. Crediamo che un’economia più forte è sicuramente NON OGM, idea che abbiamo sostenuto in Europa, dimostrando con una lunga relazione come sia più economicamente valido scegliere NON OGM.

Nella Regione Lazio abbiamo investito sulle coltivazioni alternative, sui comportamenti virtuosi perché crediamo che sia possibile far crescere un’economia alternativa e rispettosa della salute e dell’ambiente.



Nella Regione Lazio il territorio di Roma è una particolarità.

Roma è il comune agricolo più grande d’Europa, ma essendo anche la Capitale non ha pensato, per tanti anni, di delineare una propria identità sul piano agricolo. Noi abbiamo cercato di ribaltare questa idea caratterizzando il territorio comunale sia come produzione agricole sia come sbocco di mercato. Inoltre la vicinanza alla città può essere di stimolo per la nascita di servizi di qualità quali agrinido, fattorie sociali, fattorie didattiche, agriturismo, servizi per persone con handicap: quella multifunzionalità che è una delle nuove frontiere dell’agricoltura che può garantire reddito aggiuntivo e innalzamento della qualità della vita a chi vive e lavora in una grande città come Roma.



(29 dicembre 2009)



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