Considerazioni alla luce del Decreto 'Donne in Campo' della Ministra Bellanova e del bando per l'acquisizione di terra da coltivare dell'ISMEA (Istituto per i servizi del Mercato Agricolo alimentare)
Martedi, 23/06/2020 - 'A', la prima lettera dell’alfabeto. Agricoltura, l’attività primaria per eccellenza. Alimentazione, condizione per l’esistenza stessa dell’umanità. 'A', desinenza femminile per definizione e convenzione grammaticale.
Un femminile che nell’agricoltura ha un peso, oggi, decisivo per il ruolo trainante che le donne hanno maturato.
Agricoltura che, partita dalla funzione basilare di produttrice di beni per l’alimentazione, si è evoluta praticando innumerevoli attività consapevoli di difesa, promozione, valorizzazione delle imprese e delle aree rurali.
Un processo iniziato alla fine del '900 ma che in questi 20 anni del nuovo secolo ha subito una forte accelerazione, rappresentando un'opportunità di sviluppo economico ed occupazionale d’eccellenza, in modo interessante proprio per le donne.
Si è assistito, con un crescendo ininterrotto, ad una filiera che dal campo porta la sua proposta di prodotti materiali e immateriali oltre le aree rurali, contaminando le città e scavalcando i confini nazionali e arricchendo in modo assai sostanzioso il valore delle esportazioni grazie alle eccellenze alimentari - dai vini alle paste, dai formaggi ai salumi ecc - tanto che non è superfluo sottolineare che, senza le produzioni agricole di base, di qualità e sostenute da importanti biodiversità italiane, non esisterebbero.
Ed è di questo giacimento economico, ambientale, culturale che le donne sono cittadine significative. Donne in campo nel senso più complesso e completo del termine. Con una storia e un'evoluzione che ne certifica l’importanza.
Donne in campo a cui la Ministra Teresa Bellanova ha voluto, riuscendoci, “offrire” col decreto Donne in campo appunto - presentato nella legge di bilancio e approvato dalla Conferenza Stato Regioni - opportunità di sostegno attraverso mutui a tasso zero che incoraggiano e rafforzano un insediamento, femminile, rinnovato e di enorme interesse propulsivo per ulteriore sviluppo del mondo e dell’economia agricola.
Le donne nel mondo agricolo sin dalla storia del mondo contadino - mezzadrile e della realtà bracciantile - in tutta Italia hanno sempre rappresentato una presenza numericamente amplissima, svolgendo una quantità di funzioni incredibili anche se spesso invisibili alle statistiche occupazionali.
Seppur per accenni è nella seconda metà del secolo scorso, in coincidenza soprattutto con le grandi migrazioni interne al paese, dal sud al nord dalle aree agricole a quelle industriali e ancora oltre il confine nazionale, che le donne hanno iniziato il cammino evolvendosi nelle mansioni: dalla quantità delle funzioni alla qualità dei ruoli. Un processo a cui si sono appassionate compiendo un altro passaggio decisivo per il loro valore nell’economia agricola e divenendo energia creativa, produttiva, innovativa e imprenditoriale.
Si è trattato, per la presenza femminile del settore, di passare di fatto da un lavoro per necessità e spesso obbligato e subìto ad una occupazione scelta a cui dedicare volontà e creatività innovativa.
E chi sceglie pensa, crea, innova, si misura per vincere le proprie sfide e costruire un'impresa che conquisti il mercato.
Un motore, un'energia femminile che con il tempo è divenuta motore trainante per molte imprese agricole e il loro rilancio, passando non a superare ma ad innovare e far vivere, in termini rivisitati, la tradizione e la cultura rurale.
L’agricoltura rappresenta per questo impegno femminile, sicuramente, un' esperienza d’eccellenza.
Quelle contadine che, non troppo tempo fa, spingevano i giovani e la famiglia a lasciare la terra sono divenute, al contrario, le promotrici della resistenza, del rilancio del legame con la terra, verso imprese agricole innovative e centri di cultura eculture e spesso di tecnologie molto avanzate.
L’impresa famigliare, che nel mondo agricolo e non solo rappresenta un istituto giuridico a tutti gli effetti, essendo ancora un interessante “proposta“ di pari dignità nel lavoro, ha percorso e sviluppato un cammino assai interessante e originale. L’importanza dell’agricoltura multifunzionale che ha posto al servizio dei cittadini se stessa e il territorio, dall’agriturismo - che ne è stata la prima espressione - all’agricoltura sociale, alla scuola in fattoria all’esplosione dei mercatini a km zero che hanno permesso di firmare i prodotti e la loro qualità, tipicità, biodiversità modalità produttiva con importante riferimento al biologico, hanno accompagnato la crescita di imprese sempre più evolute e tecnologicamente adeguate. Aziende espressione di una cultura di impresa di ottimo e spesso alto livello imprenditoriale e culturale, dove il femminile segna una sua originale caratterizzazione.
Un cammino, dunque, estremamente interessante, di cui le donne sono protagoniste in un'alleanza naturale con i giovani, ragazze e ragazzi. E spesso con tutta la famiglia impresa, impegnata a mantenere le posizioni e ad andare oltre. Non a caso il rilancio, di poche settimane fa dell’iniziativa ISMEA (Istituto per i servizi del Mercato Agricolo alimentare) di mettere a bando molti ettari di terra per giovani, considerando che senza terra non c’è buona agricoltura e che la terra è cara e difficile da reperire, ha ottenuto un enorme risposta e successo. Il decreto della Ministra Teresa Bellanova quindi accompagna, intelligentemente, il mondo femminile in movimento e in costante seppur faticosa evoluzione ma sempre di più al centro del progresso delle campagne. Nessuno come il mondo agricolo sa, per esempio - cosa di cui tanto si ragiona in questi giorni - come siano importanti i fondi europei che forse nessuno come l’Agricoltura utilizza da anni e che spesso proprio per le donne hanno nel tempo proposto opportunità speciali, definito azioni positive che le hanno sostenute nelle loro imprese audaci.
Fra i temi che questa fase cruciale della pandemia da coronavirus ha portato a galla, focalizzando nuove riflessioni ed approfondimenti sul futuro, un posto interessante lo ha avuto una spinta a discutere di un rilancio della vita nei borghi, nei piccoli centri o direi, allargando il concetto, nei paesi nelle zone rurali. Mettendo così in risalto nel dibattito che si è timidamente aperto, l’ipotesi, il desiderio di altri tempi e ritmi per una nuova qualità della vita e di rapporto degli esseri umani con natura e ambiente extraurbano. Un tema, che una volta in più chiama l’attenzione femminile e contemporaneamente interroga un rinnovato impegno ad aprirsi delle imprese agricole attente sentinelle conoscitrici dei territori dei loro problemi delle loro ricchezze e fragilità.
Si tratta di un tema affascinante che coinvolge molto le donne e su cui ci piacerà tornare a riflettere, perché no, magari coinvolgendo la Ministra Teresa Bellanova in un'idea a cui dare gambe perché divenga forse progetto possibile.
Le donne, le agricoltrici, ci stanno a dare il loro interessato contributo d’esperienze e conoscenze ……
Paola Ortensi 23 - 6 - 2020
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