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Leggere la salute / 6 - Sesta parte di una serie di incontri-benessere per conoscere l’approccio olistico alla salute

Salvatore Lucio Palamara e Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2007

La medicina omeopatica unicista può essere letta anche come un momento di autoconoscenza, con l’obiettivo di analizzare l’impronta costituzionale di ognuno – legata al concetto di miasma e di destino-, in contrapposizione o in sintonia con il proprio temperamento – legato alla potenzialità evolutiva-.
L’essenza della natura umana può essere oggetto di studio scientifico proprio a causa dell’infinita diversità nell’ambito della più profonda e variegata individualità. Tutte le parti costitutive dell’uomo esercitano un’azione reciproca, al punto che una può prevalere sulle altre e dare il tono al modo di essere della persona. La varietà dei caratteri umani si spiega dal fatto che gli elementi che li caratterizzano sono “temperati” in modi diversi. Da questa specie di mescolanza dipende l’emergere di un temperamento sull’altro quando esiste uno stretto rapporto tra i quattro elementi della natura, acqua, terra, aria, fuoco e quattro temperamenti: melanconico, flemmatico, “sanguinico” e collerico.
La molteplicità e diversità dell’essere umano nell’ambito della sua tipologia fondamentale caratterizza la sua disposizione di base, detta temperamento, che si differenzia dal carattere, il quale rappresenta il modo estroverso o introverso di esprimere il temperamento.
L’essere umano è rappresentato in ogni modalità espressiva, nel senso che dovrebbe possedere tutti e quattro gli elementi di fondo che caratterizzano i temperamenti: quella molto assimilabile all’elemento della terra, dell’acqua, dell’aria, del fuoco. Ogni elemento esprime una parte dell’uomo, ma nel corso dell’evoluzione si deve predisporre la propria organizzazione dell’Io ad equilibrare tali modalità. Non a caso ogni fase della vita tende a sviluppare un determinato modo di essere. L’infanzia è sicuramente rappresentata dal movimento, dalla vivacità, cioè dal temperamento “sanguinico”, l’adolescenza dalla modalità impetuosa, cioè dal temperamento collerico, la maturità dalla tendenza a un certo tipo di stasi, cioè dal temperamento malinconico e la vecchiaia da una diversa saggezza che si basa anche su di una naturale calma interiore, cioè dal temperamento flemmatico.
Quindi queste quattro modalità o temperamenti rappresentano proprio l’insieme di tutte le possibilità dell’essere umano, una sorta di “stato dinamico”, soggetto appunto a cambiamento.
Il medico, che ha il compito di esaminare, osservare e curare il “corpo”, dovrebbe essere come un artista, cioè un osservatore dei caratteri individuali, al fine di ritrovare una gerarchia di funzioni, la cui conoscenza è certamente utile ai fini soprattutto sociali. L’essere umano può essere osservato in base alle analogie o alle differenze e per far questo è necessario un termine di riferimento, un’unità di tipo di figure e forme. Già Aristotele affermava che la fisiognomica -una branca delle scienze naturali, della medicina e della filosofia-, si occupa delle passioni che sono nell’anima, degli accidenti che le accompagnano, delle circostanze che cambiano e trasmutano i segni. Attualmente la Tipologia si propone di arrivare alla sintesi dell’essere umano. Si ha così una vera scala, analoga a quella musicale, con il tipo Marte, Saturno, Apollo, Giove, Venere, Mercurio, Luna e Terra. Ovviamente il tipo puro non esiste, ma i tipi accennati sono da considerarsi prototipi, che aiutano a determinare alcuni segni caratteristici e il complesso morfologico e psicologico da analizzare, comprendere e curare.

*(chirurgo pediatra omeopata)
**(psicologa)
(8 maggio 2007)

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