A Cassibile un vernissage intriso di storia e memorie, per non dimenticare
Una mostra storica che ricorda l’armistizio tra l’Italia e gli Angloamericani. Un 8 Settembre che Cassibile, la ridente località nei pressi di Siracusa, ricorda ogni anno tra riflessioni, pensieri e testimonianze perché i giovani non debbano mai dim
Domenica, 21/07/2019 - A Cassibile, un vernissage intriso di storia e di memoria per non dimenticare
Inaugurata, presso il II I.C. “Falcone-Borsellino di Cassibile (Sr), la rassegna fotografica e la mostra storica del 76esimo anniversario della firma dell’armistizio tra l’Italia e gli Angloamericani. Era l’8 settembre 1943 quando, a sorpresa, il maresciallo Badoglio, Presidente del Consiglio in carica, annunciò alla nazione che la richiesta di un armistizio era stato accolta dal generale americano Eisenhower, sancendo la resa incondizionata dell’Italia durante l’ultimo conflitto mondiale. In realtà l’armistizio fu firmato il 3 settembre a Cassibile e la guerra, che sembrava dovesse finire, durò improrogabilmente ancora per due atroci, agghiaccianti e lunghissimi anni. Ma Cassibile non dimentica, e questo prisco giorno è rievocato ogni anno attraverso una mostra a cura dell’Associazione culturale Kakiparis dal titolo “Cassibile Memorie ed immagini. Il vernissage, visitabile tutti i giorni dalle ore 20.00 fino alle 23.00, è dedicata a Massimo Palmieri e mostra un’analisi capillare di pagine originali di quotidiani nazionali ed estere dell’epoca, foto, lettere, appunti, residuati bellici, video, cartoline che denunciano le sofferenze degli stoici combattenti italiani che credevano fortemente in una vittoria tanto combattuta e sofferta, quanto auspicata. Una data importante, l’8 settembre, da ricordare per non dimenticare l’orrore di una guerra che a distanza di anni, fa ancora male, brucia il ricordo di un’Italia fascista, un’Italia alla mercè di esaltati. Ernesto Galli Della loggia, giornalista storico, parlò di “Morte della Patria”, un’espressione per indicare l’assenza di un’idea di nazione da parte degli Italiani. Ma il presidente Ciampi replicò con forza e determinazione che quel giorno era morta una certa idea di patria, quella fascista, ed era fortunatamente nata un’altra, quella democratica. Di certo, dopo quell’8 settembre, tantissimi soldati e ufficiali si rifiutarono di continuare a combattere al fianco dei tedeschi a costo della morte certa e la deportazione. Una pagina della nostra storia che deve rimanere viva nel ricordo di tutti noi perché il sacrificio e la morte dei militi non devono essere accantonati nell’oblio, ma costantemente vivi nella memoria di ciascuno costituendo un tassello significativo e costruttivo nel formare un’idea congiunta di una politica univoca volta al benessere della collettività. Cronaca docet
Graziella Fortuna
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