giovedì 14 a Bologna una bella iniziativa voluta dalle giuriste democratiche insieme con la Casa delle donne e sostenuta dai patrocini di Regione, Provincia e Comune ha verificato il senso di trent'anni di vita della Convenzione internazionale per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne. Tutte le relatrici e la Special Rapporteur (perché non Rapporteuse?) sulla violenza contro le donne hanno naturalmente evitato di "celebrare" per rifare invece il punto sulla situazione attuale del "diritto di genere" nel mondo e in Italia. Volete ridere con l'ironia che ci fa andare avanti nonostante tutto?
L'Italia ha ratificato la Convenzione nel 1985. Quando venne alla Camera, fu scelto di presentarla di lunedì, quando in Parlamento c'è il deserto. Toccò a me esprimere l'approvazione di Pci e Sinistra indipendente: ero furiosa per l'irrilevanza istituzionale data a un impegno importante per le donne e decisi di vendicarmi rinunciando a un breve intervento di sostanza. Consumai tutto il tempo consentito dal regolamento (tre quarti d'ora) descrivendo tutte la caratteristiche dell'atto. Davanti a me stazionavano tre "compagni", un socialista e due comunisti che ripetutamente mi ricordavano che non era il caso e pensassi anch'io ad abbreviare la seduta. Non mi sono divertita, sapendo l'inutilità dell'azione dimostrativa. Almeno posso raccontarvela per "la storia fra noi".
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