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A Berlino 'disturbo: la strega': la differenza che fa paura al potere

A Berlino 'disturbo: la strega': la differenza che fa paura al potere

E' visitabile fino al 27 dicembre 2020 la mostra internazionale di arte contemporanea realizzata a cura di Alba D'Urbano e Olga Vostretsova

Venerdi, 23/10/2020 - Una nuova caccia alle streghe sarebbe possibile, oggi? Quale armamentario culturale richiederebbe? E, soprattutto, chi sono le 'nuove streghe' intese come soggetti che mettono in crisi il potere e le certezze in cui affonda le sue radici? La mostra in corso a Berlino, realizzata a cura di Alba D'Urbano e Olga Vostretsova, si muove in questo territorio ancora poco praticato nell'intento di proporre e provocare, di raccontare e rappresentare. 'disturbo: la strega' è visitabile fino al 27 dicembre 2020 a Berlino, presso il Centro per l'arte contemporanea (ZAK) della cittadella di Spandau e la stessa sede scelta per questa mostra internazionale di arte contemporanea è simbolicamente indicativa: una parte della cittadella è stata infatti un luogo di reclusione per donne accusate di essere streghe o in qualche modo emarginate a causa della loro 'diversità'. Ecco, quindi che 'disturbo: la strega' trae dal passato la forza per osservare il presente e immaginare il futuro delle possibili - e già in atto - emarginazioni sulla base delle molteplici diversità.

Osservano le curatrici come la strega sia diventata un "archetipo femminista" per il movimento degli anni Settanta che ha efficacemente "creato un legame tra streghe e donne emancipate": ne è conferma il famoso slogan 'Tremate, tremate le streghe son tornate'  gridato nelle piazze durante le manifestazioni che rivendicavano nuovi diritti per le donne e che puntavano a demolire il patriarcato e le sue regole.

La mostra "mette a fuoco fattori inquietanti che scuotono i rapporti di potere in stallo e che sono inerenti al personaggio della strega in quanto simbolo dell''anormale', dell''irrazionale', del 'magico' e che come tali resistono a modelli e strutture rigidi - spiegano le organizzatrici -. L'intento dell'esposizione non è l'esame storico della stregoneria e della magia, ma analizzare le attribuzioni di accompagnamento a donne e persone strane che vengono utilizzate come strumenti di esclusione e strategie di una nuova caccia alle streghe".

Alba D'Urbano e Olga Vostretsova illustrano più nel dettaglio l'evento. "La mostra presenta opere di circa 30 artiste internazionali con il fine di centrare la riflessione su miti radicati a livello sociale e per esplorare le norme e i mondi immaginari che li generano. Il filo curatoriale e la drammaturgia della mostra mirano a far luce sulle varie sfaccettature del tema e a collegare in modo trasversale i vari linguaggi dell'arte: dalla pittura, alla fotografia, a oggetti tridimensionali e opere d'arte tessili, inclusi sono anche interventi performativi effimeri e installazioni".

In questa esplorazione, quanto mai necessaria in un tempo poco disponibile all'accoglienza e alla comprensione della diversità,  la narrazione è affidata agli sguardi di artisti e artiste, affermati/e o emergenti. I lavori in mostra abbracciano un arco di tempo che parte da alcune opere femministe storiche degli anni ‘70, come quella di Libera Mazzoleni dedicata a Ulrike Meinhof (1977): una serie di 16 fotografie (cm 21x30 ciascuna). "Il 9 maggio 1976 Ulrike Meinhof fu trovata morta nella sua cella nel carcere di Stammheimer dove era detenuta per terrorismo - spiega Libera Mazzoleni -. Ricordo che fui molto colpita dalla notizia della sua morte e dalle informazioni che l'accompagnavano. Era stata picchiata? aveva subito violenza fisica e sessuale prima di morire e come era possibile che una giovane donna in attesa di processo si suicidasse in un carcere di massima sicurezza come quello di Stammheimer? Nella mia mente passarono molte associazioni, alcune le fermai in queste immagini. Nel mio immaginario si affacciò subito l’epiteto della 'strega', titolo ingiurioso spesso scaricato addosso a tutte le donne che osano infrangere l’immagine patriarcale della 'donna moglie e madre' e si assumono il diritto di agire una soggettività libera di autodeterminarsi al di fuori dei ruoli codificati dalla tradizione. Sentii anche che, in quanto donna, tutto ciò che accade alle donne, a partire dalle loro scelte, mi riguarda e mi fa pensare. E, come artista, volli rappresentarmi in alcune delle immagini scelte per esprimere, con il linguaggio che mi è proprio, la tensione emotiva che ha suscitato le mie domande, dentro le quali c’è un forte bisogno di comprendere, nella consapevolezza, però, che comprendere non significa affatto giustificare, ma sforzarsi di cogliere le oscure dinamiche che sottendono una visione del mondo in lotta con l’ordine democratico costituito, una visione che, purtroppo, porta dentro di sé lo scacco del dare la morte e del morire".

Elenco artisti/e: Jamika Ajalon (US / FR), Emilio Bianchic (AR), Anna und Bernhard Blume (DE), Johanna Braun (AT), Barbara Breitenfellner (AT / DE), Lysann Buschbeck (DE), Alba D'Urbano und Tina Bara (DE), Sarah Decrostoforo (AT), Veronika Eberhardt (AT), Margret Eicher (DE), Parastou Forouhar (IR / DE), Gluklya (Natalia Pershina-Yakimanskaya) (RU / NL), Valerio Fuguccio (IT / DE ), Nilbar Güres (TR), Horst Haack (DE), Emily Hunt (AU / DE), Orsi Horváth (HU), Isabel Kerkermeier (DE), Sharon Kivland (GB), Franziska Meinert (DE), Lisl Ponger (AT ), Lambert Mousseka (CD / DE), Protektorama (alimentato da JP Raether) (DE), Suzanne Treister (GB).

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disturbo: strega
a cura di Alba D'Urbano e Olga Vostretsova
ZAK - Centro di arte contemporanea / Galleria / Piano superiore
Spandau Citadel Berlin
Zitadelle / Am Juliusturm 64/13599 Berlino
Ricevimento di apertura: 10 settembre 2020, 7 pm
Durata: 11 settembre - 27 dicembre 2020

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