Salute BeneComune - SNOQ Sanità indice una manifestazione a dicembrein difesa della RIforma Sanitaria."La proposta deve essere raccolta e spero che trovi sostegno da parte di tutte e di tutti..."
Michele Grandolfo Domenica, 08/09/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2013
Maura Cossutta, portavoce di SNOQ Sanità, lancia l’iniziativa di una manifestazione per il 23 dicembre, 35esimo anniversario della riforma sanitaria varata con la legge 833 il 23 dicembre del 1978. La manifestazione deve essere la conclusione di una miriade di iniziative da organizzare da subito in ogni dove, coinvolgendo tutte le persone, al di là delle appartenenze. Lo slogan proposto è
“833, IL NUMERO DEI DIRITTI E DELLE LIBERTÀ”. Riprendiamoci quella riforma!
Credo che la proposta debba essere raccolta e spero che trovi sostegno da parte di tutte e di tutti: ogni persona si faccia parte dirigente nel promuovere quante più esperienze di riflessione e di maturazione di consapevolezza che il diritto alla salute, assieme al diritto all’istruzione, sono indicativi del livello di civiltà e, sostengo, di democrazia delle comunità umane. Non è un caso che i quattro principali indicatori utilizzati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per caratterizzare lo stato di un Paese siano il rapporto di mortalità materna, il livello di istruzione materna, il tasso di mortalità infantile e la percentuale di copertura vaccinale nei primi due anni di vita. Il legame tra istruzione e salute è evidente se si assume la definizione, a mio parere, più adeguata di salute come capacità di controllo autonomo da parte delle persone e delle comunità sul proprio stato, che deriva dalla Carta di Ottawa, del 1986, sulla promozione della salute. Definizione molto più adeguata di quella storica del 1948, che indica la salute non solo assenza di malattia ma stato di completo benessere psicofisico. È innegabile che l’acquisizione di maggiore competenza è favorita dall’istruzione: infatti tutti gli indicatori di salute in ogni parte del mondo sono migliori se l’istruzione è stata garantita. I quattro indicatori citati mettono bene in evidenza il ruolo delle donne nel promuovere la salute e quindi quanto la salute delle donne sia cartina di tornasole della qualità dei sistemi sanitari dei Paesi e del loro livello di civiltà.
Come spunti di riflessione vorrei ricordare che la legge 833/78 finalmente rese attuale l’Articolo 32 della Costituzione (che va difesa con le unghie e con i denti), venne a conclusione di una serie di atti legislativi, nei luminosi anni settanta, dal 1970 con lo Statuto dei lavoratori, il 1971 con la sentenza della Corte Costituzionale sui metodi per la procreazione responsabile, il 1975 con il nuovo Diritto di famiglia e l’istituzione dei Consultori familiari e finalmente il 1978 con la legge “Basaglia” 180/78 che mette fine al sistema concentrazionario dei manicomi e, quindi, con la fondamentale legge 833/78 che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale.
In altre note di questa rubrica, “Salute bene comune”, ho proposto analisi sull’importanza strategica dei consultori familiari e sui meccanismi che hanno sistematicamente boicottato l’applicazione della legge 833, ben rappresentati dalla oscena medicalizzazione della nascita. Qui voglio ricordare che la legislazione di quel decennio fu una conquista (e non una elargizione) dei conflitti sociali di cui il movimento delle donne fu il più radicale. Il luogo comune di quel decennio come anni di piombo vuole far dimenticare quanto sia fondamentale la rivendicazione dei diritti, non solo dichiarati ma resi esigibili. Quindi riappropriamoci della capacità di lotta.
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