Riflessioni sull'8 marzo 2011
Domenica, 13/03/2011 - Forse siamo riuscite a superare la pochezza che da qualche anno, come abbiamo già avuto occasione di dire, caratterizzava la giornata dell’8 marzo, forse quest’anno sono state dette dai media meno banalità, meno ritualità hanno segnato la giornata internazionale della donna. Radio Rai 3 ad esempio ha condotto una intera giornata monotematica con interventi ad ampio spettro e tutti interessanti. Come mi sembra sia stato detto da più voci va dato atto che la giornata del 13 febbraio ha contribuito con una funzione di traino perché è stato un evento che certamente ha risvegliato da uno scoramento diffuso, ha segnato un punto, speriamo di non ritorno, per il mondo femminile e non solo, ingranando una marcia in più. Tuttavia dobbiamo anche considerare che il 13 febbraio con il forte e felice interrogativo che lo ha accompagnato – se non ora quando? – non avrebbe prodotto quella straordinaria esplosione se non ci fosse stato a monte uno stato di esasperazione, indignazione, rabbia, ribellione latenti nell’animo di tante donne e tanti uomini pronti ad accogliere con calore la sollecitazione a fare qualcosa (per salvarsi). E come ci si può salvare se non esponendo la forza eloquente dei corpi, tanti, delle voci, tante e forti, fino a diventare assordanti?
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