Il punto sul percorso sin qui compiuto tra progressi e ostacoli ancora da superare
L’autonomia economica: tra difficoltà e strategie di sopravvivenza
Secondo l’ultimo rapporto Eurispes dí analisi degli ultimi due anni, oltre il 50% delle donne italiane fatica ad arrivare a fine mese, con affitti, bollette e mutui che pesano sui bilanci familiari. 1 su 3 è stata costretta a chiedere aiuto alla famiglia di origine o a ricorrere a prestiti bancari o privati. Molte hanno dovuto rinunciare a servizi essenziali come baby-sitter o badanti, che spesso scelgono di pagare in nero per ridurre le spese. La precarietà economica si traduce anche in rinunce e in una maggiore esposizione a rischi finanziari.
Il lavoro è ancora un percorso a ostacoli
Se da un lato le donne stanno conquistando posizioni di rilievo nel mondo professionale, dall’altro la parità di trattamenti e di opportunità è ancora lontana. Molte lavorano senza contratto o in condizioni di scarsa sicurezza, mentre 1 su 3 è costretta a svolgere un doppio lavoro. Lo stress lavorativo è alle stelle: carichi eccessivi, difficoltà nel conciliare vita privata e professionale, mancanza di opportunità di crescita sono problemi diffusi. Non mancano episodi di mobbing e molestie, con una percentuale significativa (10.8%) di donne che ha lasciato il lavoro per questi motivi.
Essere madri: gioie e rinunce
Diventare madre è un’esperienza di stupenda di crescita. E di sacrificio. Molte donne rinunciano a carriera, tempo per sé e relazioni sociali. Il peso della genitorialità grava soprattutto sulle madri, con difficoltà nella gestione del rapporto di coppia e un’incidenza non trascurabile di depressione post-partum( 32.6%).
Single per scelta o per caso?
Il 35% delle donne single ha scelto consapevolmente questa condizione, mentre il resto vi si è trovato senza averlo scelto. Nonostante la maggiore indipendenza, il giudizio sociale negativo sulle donne single è ancora presente, anche se meno pesante rispetto al passato.
Benessere psicologico: un equilibrio fragile
L’uso di farmaci ansiolitici e antidepressivi è in crescita tra le donne, così come il ricorso alla terapia psicologica. Stress, insonnia, sbalzi d’umore e attacchi di panico sono problemi diffusi, spesso legati al carico di responsabilità e alle pressioni sociali.
Il lato oscuro del web: tra body shaming e cyberstalking
Il mondo digitale non è un rifugio sicuro. Almeno il 20% delle donne ha subito aggressioni verbali sui social, e molte sono state vittime di revenge porn, stalking o violazione della privacy. Il fenomeno del body shaming colpisce ancora duramente, con commenti negativi sull’aspetto fisico che possono minare l’autostima.
L’immagine di sé: un rapporto complicato
1 donna su 3 non è soddisfatta del proprio corpo e cambierebbe il proprio aspetto. La pressione sociale degli stereotipi sulla bellezza è ancora forte, tanto che molte ricorrono a diete rigide, attività fisica intensa o persino alla chirurgia estetica. Disturbi alimentari come anoressia, bulimia e fame nervosa sono più diffusi di quanto si pensi, soprattutto ma non solo tra le più giovani.
Donne e politica: un cammino ancora troppo lungo
Se è vero che la presenza femminile nelle istituzioni sta crescendo, il nodo vero resta l’accesso ai ruoli di potere. Molte donne sono contrarie alle quote rosa, ritenendo che la parità si raggiunga solo con un cambiamento culturale, che dia un reale valore al merito e alle capacità delle donne. E con politiche di sostegno che favoriscano una reale condivisione dei carichi familiari tra uomini e donne. Una strada lunga e faticosa.
L’8 marzo non può ridursi ad un rituale di mimose e buoni propositi
I dati Eurispes dipingono un quadro chiaro: le donne italiane affrontano ancora precarietà economica, discriminazioni sul lavoro, carichi familiari squilibrati, violenze fisiche e psicologiche, e un continuo giudizio sociale sul proprio corpo.
Non è una questione individuale, ma della società di cui siamo parte
Non possiamo accettare, né per noi stesse né per altre, che il lavoro femminile resti sottopagato e insicuro, che la maternità sia un ostacolo invece che una scelta libera, che le donne debbano ancora lottare per diritti essenziali.
Serve un cambiamento radicale, di politiche, collettivo e individuale: investimenti in welfare, parità salariale reale, condivisione del lavoro di cura, tutela contro molestie e violenza, e un’educazione che spezzi gli stereotipi di genere fin dall’infanzia.
Un cammino che ogni donna può compiere, da sola e insieme ad altre donne. Anche in piccola parte. Con il suo ruolo. Con il suo passo.
La frase su cui riflettere:
“Il modo più comune in cui le donne si privano del proprio potere è credere di non averne.” – Alice Walker, scrittrice.
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