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8 marzo: il rosa al fronte

8 marzo: il rosa al fronte

Ogni anno l'8 marzo rievoca storie di donne e figure emblematiche del mondo al femminile. Questo giorno diventa occasione per ricordare certe testimonianze di vita che diventano esempi ammirabili di faticose conquiste. Uno spunto di tali riflessioni pu&og

Martedi, 06/03/2012 - L’8 marzo, è ogni anno il cardine su cui ruotano discussioni, ricordi e testimonianze di donne che hanno dimostrato alla storia, o anche solo a se stesse, di riuscire a conquistare quanto per opinione pubblica, o per stereotipi socio-culturali, è ritenuto lontano dalle capacità femminili. Ogni anno viene fatta memoria di questi eventi “straordinari” di vita al femminile e ogni anno nascono nuove felici testimonianze. Ogni anno i migliori canali di informazione svelano i diritti negati o le violenze subite da molte donne nel mondo, perché private del diritto della dignità umana. Lontano, naturalmente, da certa enfasi mediatica e di mercato, che rischia di ridurre questo giorno a paccottiglia di lotta per i diritti della donna, cioè a espressione semplicistica e miope del diritto a partecipare a spettacoli di strip men o a improbabili serate di "libertà".



Nell'ottica di proporre una delle testimonianze sicuramente ancora poco note in Italia (la letteratura a tal riguardo è appena nata), segnalo quella delle donne pilota sovietiche che dall’ottobre 1941 entrarono ufficialmente a far parte dell’aviazione russa. Nessun altro esercito in guerra aveva reparti aerei da combattimento composti esclusivamente da donne. Le giovanissime volontarie, dopo aver frequentato un intenso corso formativo nella base di Engels, si batterono su tutti i fronti fino al termine del conflitto. Molte di quelle volontarie furono protagoniste d'imprese realmente leggendarie, distinguendosi in coraggio e abilità. Le aviatrici che pilotavano il biplano U-2 (solo uno dei mezzi a disposizione dell’aviazione sovietica) a motore spento puntavano sugli accampamenti tedeschi, colpendoli nelle ore notturne. Questa tattica, frequentemente adottata, valse loro l’appellativo di “streghe della notte” coniato dai soldati tedeschi. Le perdite umane nei tre reggimenti, che costituivano l’aviazione “in rosa” voluta da Stalin, furono notevoli. Quando le ragazze giungevano al compimento del ventitreesimo anno di vita,erano considerate “veterane”.

Alcune di loro furono insignite delle massime onorificenze e ottennero importanti decorazioni. Il loro sacrificio è ricordato a testimonianza dell’ardore combattivo che le animò tutte.



Queste donne mi hanno ispirato nella scrittura del romanzo storico “Come le farfalle” di recente pubblicazione. La vicenda narrata fornisce una fantasiosa giustificazione di quella che è rimasta nella storia una pagina oscura: la decisione di Hitler di rinunciare alla marcia su Mosca (Operazione Tifone) nonostante le truppe tedesche fossero giunte ai sobborghi della città. La protagonista della vicenda è proprio un’allieva pilota della scuola di Engels. S'imbatterà suo malgrado nel fronte più caldo della guerra: gli avamposti tedeschi nei pressi di Mosca. Conoscerà, prima ancora di essere operativa, le regole di una guerra che il più delle volte assume gli aspetti di una lotta partigiana.

Questo romanzo storico diventa così un pretesto leggero per scoprire un lato ancora sconosciuto delle donne che hanno fatto la storia dell’aviazione russa. Diventa nel contempo l’augurio che rivolgo alle donne di oggi: il valore umano non si misura dalla quota del successo raggiunto, ma dal riconoscimento degli insuccessi sperimentati lungo la strada che porta alla vetta.

Il romanzo, al momento solo in formato ebook, è in vendita presso tutte le grandi librerie online (Amazon,Rizzoli, Bol, Ibs, Ultimabook,...).

Per chi volesse inoltre approfondire l'argomento in modo storiografico, suggerisco il saggio di G. Milanetti "Le streghe della notte", IBN Editore.



Tiziana Romani (su facebook al nome di "come le farfalle")

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