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8 marzo, dal Quirinale alle piazze

8 marzo, dal Quirinale alle piazze

Napolitano, Carfagna, Gelmini: parole importanti da parte della massima autorità dello Stato e delle ministre, con qualche annotazione in rosso…

Mercoledi, 09/03/2011 -




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"Il livello di dignità e di considerazione di cui godono le donne sono tra i principali indicatori della maturità dei sistemi democratici" ha affermato il Presidente Giorgio Napolitano in occasione delle celebrazioni istituzionali dell’8 marzo “Donne per un’Italia migliore”.

Se questo è vero, l’Italia è messa malissimo. Ce lo hanno ricordato in Senato a inizio d’anno le economiste della Bocconi Alessandra Casarico e Paola Profeta, durante il convegno Questione Femminile Questione Italia, organizzato da Pari o Dispare.

L'Italia si trova al 74° posto secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum (che misura il divario di opportunità tra uomini e donne in 134 Paesi).

Il tasso di occupazione per le donne è il più basso d’Europa, escludendo Malta.

80 minuti di lavoro in più al giorno nell’ambito familiare è a carico delle donne.

81% degli italiani pensano che i/le figli/e soffrano se la mamma lavora (la media europea è del 55%).

Una donna ogni tre giorni viene uccisa nel civilissimo Bel Paese. 127 sono le donne uccise nel 2010 a opera di uomini con stretti legami di parentela (67% dei casi): mariti, compagni, conviventi, figli, padri. Quasi tutti sono assassini italiani (79%)..

Come suona stridente sentire la Ministra per le Pari Opportunità on. Mara Carfagna vantarsi che in Parlamento un parlamentare su cinque sia di sesso femminile. Significa che l’80% sono maschi. È un dato di cui andare fieri, dal momento che le donne in Italia sono il 51,4 % della popolazione ed il 55,8 % di chi studia all’università?

Fa piacere che la Ministra Carfagna abbia ricordato, fra l’altro, grandi nomi della politica italiana: Nilde Iotti, Lina Merlin, Tina Anselmi. Il loro esempio non può che evidenziare che le donne in politica oggi sono giunte a ricoprire i loro ruoli con ben altra stoffa rispetto al passato. Di quale “continuità con chi ci ha preceduto” possiamo parlare?

Lina Merlin chiuse le case di tolleranza e chiuse un’epoca” ha letto nel suo discorso la Ministra. Perché Carfagna ricorda questo episodio con nostalgia, se pochi mesi fa era proprio lei a voler riaprire le case chiuse? Ci va un bel coraggio. Ma forse a non saper pronunciare nomi e cognomi delle nostre Madri partigiane, costituenti, ministre, siamo proprio noi stesse donne, quindi occorre pareggiare e dare il giusto riconoscimento a passi importanti come la legge contro lo stalking (che, lo ricordiamo, ha la sua genesi molto più indietro nel tempo, in testi precursori quali il disegno Bindi-Mastella-Pollastrini). Dieci e lode, invece, alla Ministra Carfagna per il richiamo a una legge elettorale con la doppia preferenza come già approvata in Campania grazie all’impegno attivo dell’UDI di Napoli, della Commissione Pari Opportunità, della consulta femminile e delle donne dei partiti di destra e di sinistra che hanno presidiato i lavori della Commissione Statuto e del Consiglio. La proposta sulla doppia preferenza, inizialmente osteggiata da più parti, ha poi preso forma concreta grazie a Noi Rete Donne e all'appello le cui prime firmatarie sono Marisa Rodano, Daniela Carlà e Annamaria Parente. Appello sul quale la stessa Carfagna ha poi espresso parere favorevole.

"Credo - ha detto il Presidente Napolitano - che per raggiungere una parità sostanziale sia necessario incidere essenzialmente sulla cultura diffusa: sulla concezione del ruolo della donna, sugli squilibri persistenti e capillari nelle relazioni tra i generi, su un'immagine consumistica che la riduce da soggetto ad oggetto, propiziando comportamenti aggressivi che arrivano fino al delitto. Per favorire il cammino verso una parità sostanziale, molto devono fare la scuola e i mezzi di comunicazione attraverso i valori che trasmettono, e una rilevante responsabilità cade su quanti hanno ruoli preminenti in tutti gli ambiti e le professioni; alle donne in particolare, tocca offrire validi modelli di comportamento. Non solo a quante hanno particolari funzioni e visibilità, ma a tutte le donne spetta, nella quotidianità della loro vita, il dovere di contrastare luoghi comuni, di esigere rispetto e considerazione". "Ne consegue - ha rilevato il Presidente - che l'ulteriore cammino verso la parità di genere non può non essere parte di una generale ripresa di valori civili".

Se prendessimo sul serio queste parole, dovremmo chiedere conto, fra l’altro, alla Ministra dell'Istruzione on. Marisatella Gelmini di come, mentre da una parte esalta la cultura e la scuola italiana, dall’altra prevede altri 20.000 tagli e permette alla scuola pubblica di affondare e al privato cattolico di fare “saltare il banco”, per usare una metafora da casinò (con l’accento sulla “o”), con la sempre più consueta scelta della doppia morale.

Non è a questo tipo di modello di comportamento che, ci auguriamo, possano fare riferimento vecchie e nuove generazioni. Perché la parola “libertà” deve essere accompagnata dalla parola “responsabilità”. Non per una questione di comportamenti da difendere o condannare, ma perché la libertà non può prescindere dalle relazioni, e quindi, dalle persone che abbiamo intorno. La mia libertà non può valere di più o di meno di quella di chi mi governa. Lo hanno capito le donne nelle piazze dell’otto marzo. Da quelle che si sono radunate con lo slogan “Se non ora quando”, a quelle dei partiti, a quelle del corteo notturno nella Capitale che con mantelli, ali, parrucche, accessori rosso fuoco hanno incendiato i cuori con gli slogan “Indecorose e libere”, “Cervelli in fuga dal bunga bunga” e, soprattutto, “L’otto tutto l’anno”. Insomma, se per qualcuno vale il motto “passata la festa, gabbatu lu santu”, per l’8 marzo non vale. Perchè, come ricorda Edda Billi, non è una giornata di festa, ma di lotta. Una delle 365 giornate di lotta dell'anno.

 

Elena Ribet

 







Nel corso dell’iniziativa al Quirinale, il Capo dello Stato ha consegnato a sette donne le onorificenze dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana:



Franca Valeri (Cavaliere di Gran Croce) - Per la maestria e l'intelligente ironia che hanno caratterizzato la sua lunga carriera teatrale, cinematografica e televisiva.



Cini Boeri (Grande Ufficiale) - Per il suo contributo al prestigio dell'Italia nel campo del disegno industriale e dell'architettura civile.



Simonetta Soldani (Grande Ufficiale) - Per i suoi studi sulla storia risorgimentale italiana e sulla costruzione della comunità politica nazionale, anche con riferimento alle tematiche di genere.



Monica Dialuce (Commendatore) - Per il suo duraturo impegno nel mondo del volontariato e per i servizi prestati nei più difficili contesti di emergenza nazionali e internazionali.



Nicoletta Leonora Landsberger (Commendatore) - Per aver contribuito con la sua attività di ricerca a individuare le cause alla base della Sindrome di Rett, malattia genetica che colpisce prevalentemente le bambine.



Bibiana Natalia Ferrari (Ufficiale) - Per aver contribuito con Relight Italia, azienda caratterizzata da uno staff di sole donne, alla tutela ambientale attraverso il recupero e il riciclaggio degli apparecchi elettrici ed elettronici.



Gabriella De Lucia (Ufficiale) - Per la sua brillante attività di giovane ricercatrice nel campo dell'astrofisica e in particolare della cosmologia che la vede a capo di un gruppo di ricerca di eccellenza presso l'INAF- Osservatorio Astronomico di Trieste.



(8 marzo 2011)

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