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8 donne arabe, un appello - di Carla Pecis (Mediterranea dell'UDI di Catania)

8 donne arabe, un appello - di Carla Pecis (Mediterranea dell'UDI di Catania)

Appello di 8 donne arabe per la democrazia, la dignità e l’eguaglianza. All’attenzione di tutti i Capi di Stato...

Lunedi, 12/03/2012 - In occasione della Giornata Internazionale della Donna 2012, 8 donne del mondo arabo, protagoniste a vario titolo dei movimenti in lotta per la democratizzazione nell’area della sponda sud del Mediterraneo hanno lanciato un appello a tutti Capi di Stato, l’appello gira sulla rete e raccoglie adesioni in tutti i Paesi. In Europa è già stato raccolto da Le Monde, La Stampa, La Repubblica e El Pais.

E’ nostra intenzione diffonderlo e sostenerlo, fa parte dell’impegno a fianco delle nostre sorelle che continuano a sperare e a lottare per i frutti delle ‘primavere’ arabe. Carla Pecis per Mediterranea dell'UDI di Catania



L’appello è stato redatto da:

Suhayr Belhassen – Presidente Federazione Internazionale dei Diritti Umani Tunisia)

Bochra Belhadj – avvocato, cofondatrice dell’Associazione delle Donne Democratiche (Tunisia)

Shainaz Abdel Salam - blogger (Egitto) Nawal

Al Saadawi – psichiatra,scrittrice, femminista storica (Egitto)

Tahani Rachid – regista (Egitto)

Wassila Tamzali – saggista e femminista (Algeria)

Samar Yazbek – scrittrice (Siria)

Azza Kamel Maghur – avvocato, del Consiglio Libico dei Diritti Umani (Libia)



Ecco il testo dell’Appello (traduzione a cura di Mediterranea dell'UDI di Catania).





Appello di 8 donne arabe per la democrazia, la dignità e l’eguaglianza

All’attenzione di tutti i Capi di Stato

"Noi, donne arabe impegnate nelle lotte per la democrazia, la dignità e l’eguaglianza,

protagoniste in primo piano degli eccezionali cambiamenti che stanno riguardando il mondo arabo,

vogliamo con forza ricordare all’opinione pubblica che le donne hanno il diritto di beneficiare allo stesso titolo degli uomini del vento di libertà e di dignità che sta conquistando questa parte del mondo.

Da sempre le donne hanno lottato per ottenere risultati, più o meno rilevanti, nei diversi Paesi. Ma questi risultati restano al di qua delle loro aspirazioni e fanno della loro condizione una delle più arretrate nel mondo.

Le violenze restano diffuse, in ambito pubblico e privato, e pochissimi provvedimenti sono messi in campo per mettere fine a questo flagello.

I codici della famiglia in gran parte dei Paesi arabi non sono altro che testi che istituzionalizzano l’esclusione e la discriminazione.

Altre leggi, come il codice della nazionalità, alcuni codici civili e leggi penali confermano queste discriminazioni. Queste leggi violano i più elementari diritti e le libertà fondamentali delle donne e delle ragazze, con la poligamia, i matrimoni delle minori, le ineguaglianze in materia i matrimonio, divorzio e protezione dei bambini, l’accesso alla proprietà e al diritto ereditario.

Alcune leggi permettono addirittura ai parenti maschi della famiglia di uccidere le donne e le ragazze con il beneficio delle circostanze attenuanti nel quadro del ‘delitto d’onore’.

La maggior parte dei Paesi arabi (con l’eccezione del Sudan e della Somalia) hanno ratificato con maggiore o minore sollecitudine la Convenzione CEDAW adottata dall’ONU nel 1979 – ma queste ratifiche non hanno avuto un impatto reale sullo status e la condizione delle donne. Oggi che il mondo araba è in fase di costruzione democratica per la costituzione dello stato di diritto e dei diritti umani, consideriamo che l’eguaglianza non può realizzarsi senza la democrazia, il pieno esercizio di questa democrazia non si può realizzare senza l’eguaglianza totale tra gli uomini e le donne.

Per questo rivolgiamo un appello agli Stati, ai partiti e alla società civile in questi Paesi affinchè si faccia di tutto perché la dignità delle donne e la loro eguaglianza con gli uomini non sia ancora una volta sacrificate in nome di presunte priorità.

Nessuna democrazia può costruirsi a svantaggio della metà della società.

Insieme abbiamo costruito il nostro presente, insieme costruiremo un futuro migliore.

Rivendichiamo

La salvaguardia dei diritti acquisiti, l’eguaglianza totale ed effettiva e l’iscrizione dei diritti delle donne nelle Costituzioni

Provvedimenti legislativi e amministrativi per sradicare la violenza contro le donne

La ratifica e il rispetto della Convenzione CEDAW senza riserve, nel rispetto del suo spirito e di tutte le implicazioni concrete

L’adozione di leggi che proteggano le donne dalla diseguaglianza sociale ed economica e dalle discriminazioni, in particolare familiari

Azioni positive per assicurare l’accesso alle donne a incarichi decisionali e alla loro piena partecipazione alla vita politica e associativa

La denuncia delle voci che qua e là si alzano per discriminare le donne in nome di una lettura retrograda dei precetti religiosi e di chi vorrebbe impedire loro la partecipazione piena e completa ad una vita degna e rispettosa dei diritti umani.

8 marzo 2012

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