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78° Festival di Cannes: tanti i film a tematica LGBTQIA+

78° Festival di Cannes: tanti i film a tematica LGBTQIA+

A Cannes selezionati sempre più numerosi i film su temi emergenti legati ai nuovi riconoscimenti dei diritti di coppie omosessuali. Fra questi ‘Des Preuves d'Amour’ d'Alice Douard

Martedi, 20/05/2025 - Di pari passo con l’aprirsi di spiragli culturali e inclusivi di ogni diversità, nella società italiana e internazionale, e con il riconoscimento giuridico (lento ma speriamo inesorabile) dei diritti delle coppie LGBT, anche in relazione all’affidamento e all’adozione, si è prodotto un fiorire di film girati su tali temi.

Sempre più numerosi questi film vengono selezionati al Festival di Cannes, sia perché sono belle storie e buoni film sia perché Cannes da sempre (così come in genere la Francia) ha un occhio attento all’avanguardia sociale ed emancipatoria degli individui.

Anche opere che parlano di temi estremamente difficili, che era quasi impensabile fino a poco tempo fa dibattere attraverso un film, come il coming-out femminile nel mondo islamico, trovano spazio in opere presentate oggi in Concorso a Cannes a migliaia di persone.

Dunque viene da chiedersi: la società sta forse poco a poco cambiando, almeno nella vecchia Europa? La risposta è affidata ai posteri, come sempre.

Tra i film più interessanti della selezione cannense troviamo, in concorso, La Petite Dernière, dalla brava attrice e regista Hafsia Herzi (apprezzata in entrambi i ruoli e resa nota come attrice da Cous cous di Abdel Kechiche nel 2007), la storia di un coming out doppiamente difficile, quello di Fatima, perché al femminile e perché maturata in un ambiente di religione islamica, piuttosto rigido su certi temi.

Ispirata all’omonimo romanzo autobiografico di Fatima Daas, la protagonista diciottenne, che vive nela banlieu parigina, tiene nascosto a lungo con grande sofferenza il suo segreto, cercando in primo luogo di accettarlo lei stessa, poi a poco a poco iniziando a svelarsi e ad avere degli incontri ‘mirati’ attraverso una chat LGBT, per capire meglio la sua reale inclinazione.

Fatima, la ‘piccola’ di casa, che prega e fa le abluzioni ogni mattina, brava a scuola, amante della musica, scoprendosi lesbica dovrà confrontarsi con i dettami della religione islamica, decidendo di andare a confrontarsi con un Imam presso la moschea. Nel ruolo di Fatima, la talentuosa Nadia Melliti, reclutata in un casting aperto durante il Gay Pride.

Sul tema dei diritti al femminile e relativi alle coppie omosessuali, e del loro difficile e faticoso riconoscimento, un bel film presentato alla Semaine de la Critique 2025, sezione parallela del Festival di Cannes.

Molto ben girato e con approfonditi dettagli psicologici, Des Preuves d'Amour d'Alice Douard, racconta l’avventura burocratica di una coppia di ragazze sposate (in Francia è riconosciuto il matrimonio ma il figlio è di chi lo partorisce, la compagna deve adottarlo), che decide di avere un bambino: la protagonista è Céline che aspetta l'arrivo del suo primo figlio. Ma non è incinta: lo è sua moglie Nadia che sta per dare alla luce la loro figlia.

Sotto lo sguardo degli amici, della madre pianista (da sempre lontana e poco interessata alla figlia) e della legge, Céline cerca rapidamente il suo posto e la sua legittimità come madre ‘adottiva’.

Infine, altro film da segnalare, nella sezione di Cannes Un Certain Regard, La misteriosa mirada del Flamingo di Diego Cespedes, ambientato nel Cile anni Ottanta dove un gruppo di transessuali adotta e cresce una bambina lasciata davanti alla porta.

Una di loro, Flamingo, si considera a tutti gli effetti sua madre e la bambina ricambia pienamente il suo affetto. Ma nel frattempo arriva una malattia misteriosa (l’AIDS) e la gente del posto incolperà le transessuali di averli contagiati con lo sguardo, secondo una vecchia tradizione di magia locale.

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