Mercoledi, 02/09/2020 - In contemporanea alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia iniziano anche le Giornate degli Autori, una sezione indipendente del Festival promossa da ANAC e 100 autori: è qui che Elisa Fuksas, regista e scrittrice (già nota per “Nina”, del 2013), presenterà il suo ultimo film “iSola” (trailer), nella sezione “Notti Veneziane – L’Isola degli Autori”, realizzata in collaborazione con Isola Edipo.
Mentre in primavera si dipanava il dramma collettivo del lockdown, l’autrice racconta con immagini e riflessioni improntate ad una dolente ironia, la scoperta molto ‘privata’ - quasi uno scandalo in quel momento epocale - di avere un tumore, e tale evento diviene un pretesto per raccontarsi, a se stessa e al mondo. Il volto della regista, tra un video selfie e il telefono, ricorre in quasi tutte le inquadrature, mentre racconta la scoperta della malattia e il modo di affrontarla: proprio quando tutto il mondo è costretto dentro casa dalla pandemia Elisa deve uscire per curarsi per “la città senza città”. Accompagnata dal suo cane Stella e dalle immagini catturate col cellulare che rendono l’immediatezza del racconto, il settimo documentario della regista romana non nasce come un film, ma come un antidoto alla paura e alla solitudine.
“Il racconto è la mia salvezza” afferma la regista mentre, in un flusso di coscienza liberatorio e senza falsi pudori, parla della ricerca di se stessa, dell’amore, della morte e di “quei momenti in cui non credevo davvero che la morte mi riguardasse.”
Il film, è in programma per il prossimo 4 settembre, ha anche un prequel nel libro “Ama e fai quello che vuoi” in uscita il 3 settembre, edito da Marsilio e terzo romanzo dell'autrice, che racconta autobiograficamente come a 37 anni, dopo la proposta di matrimonio del suo fidanzato, abbia scoperto la fede e deciso di battezzarsi. Film e libro insieme sono dei viaggi - uno letterario e uno cinematografico - “da se stessa a se stessa”.
“Il contesto del lockdown di cui sentiamo ancora il peso”, ha sottolineato Gaia Furrer, responsabile artistica delle Giornate degli Autori, “porta lo spettatore ad empatizzare con la protagonista di questa storia tanto personale da essere universale. Chi non ha vissuto la malattia sulla propria pelle l’ha osservata attraverso la sofferenza di persone care che l’hanno patita. Elisa dimostra in questo film un coraggio spiazzante: svelarsi così è un atto di grande forza, un’analisi che non tiene conto di stilismi perché interessata all'urgenza del raccontare, quel processo necessario per la sopravvivenza.”
Lascia un Commento