Mercoledi, 16/09/2020 - La sezione Orizzonti della 77esima Mostra di Venezia ha avuto quest’anno una Giuria d’eccezione, presieduta dalla regista e sceneggiatrice francese Claire Denis (Chocolat), nota per l’interesse all’intercultura e ai conflitti familiari, e composta dalla nostra Francesca Comencini, da Christine Vachon, Oskar Alegria, Katriel Schory: per il concorso sono stati visionati 19 lungometraggi e 12 cortometraggi e le scelte delle opere premiate, molte al femminile, sono state all’altezza della Giuria.
Ben due premi - il Premio Speciale della Giuria Orizzonti e il Leone del Futuro Miglior Opera Prima - sono andati al film “Listen” (trailer), opera prima della regista portoghese Ana Rocha de Sousa, una storia alla Ken Loach, ambientata in una zona periferica di Londra, dove una coppia portoghese immigrata con tre figli, in condizioni economiche precarie (lei fa le pulizie e lui perde il lavoro), dovrà battersi legalmente con ogni mezzo contro la burocrazia e la ‘superficialità’ dei Servizi Sociali locali che si affretteranno ad attuare la ‘separazione preventiva’ della famiglia, a causa di segnali di presunta incapacità genitoriale. Bela e Jota faranno di tutto per cercare di riunire un nucleo familiare che avrebbe bisogno di essere supportato piuttosto che forzatamente separato. Il film accenna anche al tema degli affidi dei minori che rappresentano, spesso e volentieri in molti Paesi e in troppi casi, un business per le rette erogate dallo Stato alle famiglie affidatarie. Dunque temi forti e attuali, di denuncia sociale, relativi alla marginalità ed ai temi dell’immigrazione.
“Ho sentito la necessità di realizzare ‘Listen’ non solo come cineasta - ha dichiarato Ana Rocha de Sousa - ma anche come madre. Le forme e le sfumature dei diversi lati di una storia, come una sorta di danza tra giusto e sbagliato, mi interessano molto. La cultura e la vita ci strutturano per farci comportare correttamente e rientrare in determinate categorie, ma nulla è esattamente ciò che sembra. La capacità di entrare nei panni di qualcun altro può favorire un cambiamento. Valutare in modo astratto spesso dà adito a errori. La separazione come misura preventiva è un punto interrogativo per le mie convinzioni. L’unione, il sostegno e la compassione possono far ottenere risultati migliori. Questo film per me è una dolorosa esplorazione del modo in cui vediamo, di ciò che giudichiamo o crediamo e di cosa sia effettivamente vero.”
Altro meritatissimo Premio della sezione Orizzonti, quello per la Miglior interpretazione Femminile a Khansa Batma protagonista del film “Zanka Contact” di Ismaël el Iraki, storia di riscatto sociale ambientata a Casablanca dove un incidente d’auto è accende la miccia di una storia d’amore ‘punk’ tra Larsen, ex musicista rock, e Rajae, amazzone cresciuta alla scuola della strada. In comune hanno un trauma taciuto, oltre alla frequentazioni della malavita marocchina ma il rock ’n’roll può significare per entrambi la salvezza, se i nostri Giulietta e Romeo riusciranno a fuggire ed a produrre una canzone, quella che stanno scrivendo e sognando insieme: Zanka Contact.
“Nella mia mente - racconta il regista marocchino - Zanka Contact non è un film, ma un incendio incontrollato. Il desiderio di fare questo film mi ha consumato come una fiamma che divora tutto al suo passaggio. Tutto ciò che amo: le rock band marocchine degli anni Settanta, i western italiani, gli anelli d’argento a forma di teschio, le donne dal carattere forte, il sogno di musica live in Cinemascope 35mm e la poesia della strada nello slang di Casablanca. Da regista africano, rivendico il diritto alla finzione, all’immaginazione, a un territorio di rado occupato da film girati nella mia terra. Il cinema è un incantesimo di cui diventiamo prigionieri: significa credere nella magia.”
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