Giovedi, 21/10/2021 - “70 anni dopo. La Grande Alluvione”, mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, curata da Francesco Jori con Alessia Vedova e Sergio Campagnolo (in Palazzo Roncale dal 23 ottobre al 31 gennaio) è il racconto di un corale e grandioso atto d'orgoglio e della capacità di riscatto di quella che era stata definita la “Mesopotamia d’Italia – La terra tra i due fiumi, l’Adige ed il Grande Fiume Po”.
“La storia del Polesine è racconto di secolari e pesanti ingiustizie, con la forbice drammatica aperta tra un latifondo monopolista e decine di migliaia di persone condannate ad una stentata sopravvivenza. Ma non per questo rassegnate: nel Risorgimento è Fratta Polesine a diventare uno dei poli dei moti carbonari; la trama di fine Ottocento è caratterizzata da straordinarie azioni sindacali; e anche dopo, con l’avvento del fascismo, è una figura polesana come Giacomo Matteotti ad opporsi in modo indomito alla dittatura, pagando l’opposizione con la vita. Non solo protagonisti di primo piano, tuttavia: la Storia è fatta anche da milioni di persone ‘senza’ storia che ogni giorno ripartono con coraggio e tenacia superando ogni difficoltà. I polesani l’hanno fatto da ben prima dell’alluvione del 1951, han continuato a farlo durante, perseverando anche dopo. Come questa mostra si propone di raccontare”.
Nel rievocare la vicenda della Grande Alluvione del ’51, la mostra mette a fuoco l’azione di Lina Merlin, prima donna a venire eletta in Senato della Repubblica (per il Psi), nel 1948. Figura controversa, molto amata e molto odiata, legò per sempre il suo nome alla legge 20 febbraio 1958, n. 75 - conosciuta proprio come Legge Merlin - con cui venne abolita la prostituzione legalizzata in Italia.
Come annota Francesco Jori, curatore della mostra, la senatrice raggiunge Adria fin dal 16 novembre, per coordinare i soccorsi e dare una mano in prima persona: compresa la scelta di passare di casa in casa a bordo di un’imbarcazione per distribuire cibo, farmaci e vestiario. Il giorno 18, dalla sede del municipio, lancia un appello tramite i microfoni della Rai, chiedendo aiuti urgenti. Un ruolo di primo piano se lo conquista anche il sindaco, Sante Tugnolo, Psi anch’egli, eletto pochi mesi prima ad appena vent’anni d’età: si trasferisce a tempo pieno nella sede comunale fin dal 17 e vi rimane per giorni, dormendo su un pagliericcio sistemato in uno sgabuzzino. Coordina i soccorsi e s’impegna, in prima persona, a garantire, per quanto possibile, il funzionamento dell’istituzione.
“È da azioni come queste”, ha commentato il Curatore, “che ha preso forza il processo di ricostruzione e trasformazione del Polesine, che la mostra al Roncale racconta”.
Lascia un Commento