Martedi, 16/01/2018 - Si sa che l'arrivo degli 'anta', primi i 40 e poi i 50 anni, rappresenta per molte donne un traguardo difficile e destabilizzante, sia per i progressivi ed inesorabili cambiamenti fisici che lo accompagnano, sia per le possibili trasformazioni familiari (separazioni, figli ormai grandi, genitori anziani o malati) che, talvolta in maniera inattesa, comportano scombussolamenti di vita anche radicali.
Ed è proprio questo che succede ad Aurore, la protagonista del film "50 Primavere" (trailer) - il titolo originale è in realtà "Aurore", dedicato dalla brillante regista e sceneggiatrice Blandine Lenoir, a tutte le cinquantenni che non si arrendono - una donna di mezza età dalla vita già difficile che improvvisamente, intorno ai 50 anni, si sente crollare il mondo addosso a causa di una concatenazione di eventi imprevisti: un umiliante licenziamento dal lavoro di cameriera, una figlia incinta troppo giovane, la menopausa in corso con le sue conseguenze poco piacevoli. Gli scarsi mezzi economici e l'assenza di prospettive fanno vivere alla nostra eroina momenti osuri e di grande solitudine.
"Come spesso accade con i film anche il soggetto di '50 Primavere' è nato da un'esperienza personale - racconta la regista - mi sono avvicinata ai quarant'anni con una certa angoscia e non capivo perché avessi così tanta paura di invecchiare mentre i miei amici maschi erano tranquilli e senza preoccupazioni. Mi sono allora resa conto che al cinema difficilmente si raccontano le donne di una certa età e, soprattutto quelle sulla cinquantina, sono ben poco rappresentate nel cinema. Ho molte amiche cinquantenni, donne straordinarie, belle e di talento, ma spesso sole e senza amore, i cui ex mariti invece si sono rifatti una vita. Con questo film ho voluto rendere omaggio a queste donne ed al loro modo di invecchiare, placando al tempo stesso le mie ansie".
Aurore vive la sua nuova condizione con un misto di tristezza, per la femminilità che sente assopirsi dietro alle vampate di calore ed alla tendenza ad ingrassare, rimpianto, per la sua giovinezza perduta, ripensando alle figlie piccole ed alla vita che avrebbe potuto avere se non non avesse fatto certe scelte, ed angoscia per un possibile futuro di solitudine, vecchiaia ed abbandono. Ma decide comunque di reagire, di non abbandonarsi al vittimismo, di cercare un nuovo lavoro e rimettersi in pista, fino a quando, per i casi della vita, non rincontra il grande amore della sua gioventù, cosa che la mette in grave crisi.
La bravissima attrice scelta per interpretare il ruolo di Aurore, Agnès Jaoui, riesce a dare al personaggio un'incredibile gamma di sfumature ed il risultato è quello di una commedia ironica ed amara al tempo stesso, che sfiora il dramma e la nostalgia dell'esistenza umana con la stessa leggerezza con cui affronta, nella prima scena del film, un dialogo aspro e vivace tra Aurore e la figlia più giovane sul tema della menopausa, in modo del tutto esplicito e disinibito.
"Mi piace affrontare gli argomenti tabù e la tematica del legame tra le diverse generazioni - continua la regista - di cui avevo già parlato in Zouzou, il mio primo lungometraggio, e che mi sta molto a cuore. È importante ricordare il modo in cui le nostre madri e le nostre nonne sono state educate. Molte cose sono cambiate, ovviamente, e oggi le donne votano, lavorano, ricorrono a metodi contraccettivi, ma allo stesso tempo permangono diseguaglianze clamorose e non manca neppure una certa tendenza alla regressione: mi divertiva che donne sulla cinquantina come Aurore e la sua migliore amica fossero allibite nel vedere le ragazze imitare i comportamenti delle loro stesse madri. Non invento nulla di nuovo, basta guardare le manifestazioni contro l'interruzione di gravidanza: la maggior parte delle giovani che vi partecipa ha 19 o 20 anni."
Aurore troverà il modo per riprendere in mano la sua vita, far fronte alla discriminazione - anche con la solidarietà di altre donne - rendendosi conto che ancora tutto è possibile, vivendo una propria, personale emancipazione, il tutto raccontato con sapiente ironia. Eccellenti gli attori del cast, fra cui spiccano, oltre alla protagonista, Thibault de Montalembert, Pascale Arbillot, Sarah Suco e Lou Roy-Lecollinet.
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